Finita la presentazione alla comunità finanziaria internazionale, Esselunga si prepara all'emissione del maxiprestito obbligazionario (giornalisticamente sintentizzato in "bond") che si articolerà in due tranche, entrambe più o meno di 500 milioni di euro, ma l'una di durata penta/settennale; l'altra prolungata su un arco temporale più dilatato, 10/12 anni.
Fissato il prezzo del singolo titolo, seguirà il debutto sul mercato obbligazionario del Lussemburgo.
Diverse le richieste arrivate da investitori istituzionali, non solo dall'Italia. A sostenere la domanda c'è il buon momento dell'intero mercato delle obbligazioni "corporate", e nonostante alcuni limiti evidenziati dalle società di rating: non tanto sui conti Esselunga, quanto sul suo assetto geo-territoriale e sulle non facillime e poco lubrificate prospettive di crescita a livello nazionale di un gruppo certamente leader, ma anch'esso alle prese con un mercato "in the grips of recession", ci riferiamo ai consumi nel settore distributivo-retail, nel quale, però Esselunga eccelle rispetto alla media.
L'emissione servirà al gruppo di Limito per rimborsare il pool di banche che a fine giugno ha finanziato il riacquisto del 67% della Villata Immobiliare in mano a Marina, Giuseppe e Violetta Caprotti, eredi del fondatore Bernardo scomparso un anno fa. In fase di lancio dell'operazione si parlava di un tasso dell'ordine del 2% che non è proprio una grande remunerazione.
Consolidare la Villata Immobiliare permetterà alla società di risparmiare il canone degli affitti, che è superiore all'interesse sul debito.

I rating di Standard & Poor's Poor e Moody's
Il roadshow finanziario, partito il 12 ottobre, ha toccato le principali piazze finanziarie europee, dove la proprietà di Esselunga, insieme a Carlo Salza (ad), Stefano Ciolli (direttore finanziario), e Gabriele Villa (direttore commerciale), ha spiegato gli obiettivi del maxibond da 900 milioni di euro che si appresta a proporre al mercato, e ha appena ottenuto il rating (provvisorio) da Moody's e Standard & Poor's (S&P), rispettivamente Baa2 e BBB.
Standard & Poor's ha assegnato il rating BBB sul debito a lungo termine e sull'emissione obbligazionaria in via di collocamento. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani finanziari, l'outlook è stabile: la previsione è che Esselunga riporterà risultati operativi con una leva tra le 2 e le 2,25 volte. Non è un giudizio definitivo, ma preliminare all'emissione dopo la quale si potranno formulare valutazioni più chiare. S&P è più positiva e ottimista di Moody's: vede Esselunga in crescita nel periodo 2017-2020, soprattutto per quanto concerne il rafforzamento del suo presidio commerciale a livello nazionale.
Riguardo all'indebitamento di Esselunga, secondo S&P, al 31 dicembre 2017 quello "adjusted" sarà di 1,8 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,7 miliardi del 2016.

Moody's ha assegnato il rating Baa2, ed è la prima volta che questa agenzia si esprime sulla società fondata da Bernardo Caprotti. Per Moody's l'outlook sul lungo termine è negativo perché inficiato da alcuni aspetti tipici della configurazione storica di Esselunga e del suo presidio geografico: Esselunga non è ancora una catena nazionale (nonostante i recenti sviluppi fuori dalla Lombardia e l'inaugurazione a Roma), ed è presente solo in Italia, fattore questo tipicissimo di tutta la Gdo italiana.
Aggiungiamo, senza togliere nulla alle valutazioni di Moody's, che il primo aspetto -la forte concentrazione del business in una regione- non è di per sé negativo perché Esselunga ha sempre puntato su regioni/aree ricche e/o benestanti, ossia con possibilità di spesa e livelli di consumo medio-alti, a partire dalla Lombardia, Milano in primis. E nonostante Esselunga non sia una catena nazionale (ma esiste nella Gd una catena nazionale? Le uniche insegne veramente nazionali sono Coop e Conad, che non sono storicamente Gd) è riuscita a mantenere inalterata la sua posizione di prima impresa della distribuzione italiana secondo i criteri Mediobanca. A livello di gruppi (cioè di fatturati aggregati) è un'altra storia, che qui non forse interessa. Diciamo, per brevità che Esselunga, sotto questo profilo, è il quarto operatore della distribuzione italiana.

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