Esselunga: effetto contenimento dei prezzi sulla semestrale

I principali indicatori finanziari risultano positivi, ma in peggioramento rispetto a dodici mesi prima per le politiche anti-inflazione

La scelta di tenere sotto controllo i prezzi dei prodotti sugli scaffali, nonostante l’incremento dei costi di approvvigionamento, pesa sui conti semestrali di Esselunga. Il cda ha licenziato i risultati del periodo gennaio-giugno, che ha fatto segnare un margine operativo lordo di 214,6 milioni di euro contro i 427,1 milioni del primo semestre 2021. Di conseguenza il margine è passato dal 9,9% al 5,0%. Il risultato operativo è sceso da 241,8 milioni a 30,7 milioni, mentre l’utile netto si è fermato a 2,7 milioni dai 221,1 di dodici mesi prima.

Politiche pro-consumatori

“In uno scenario particolarmente difficile come quello che sta vivendo il Paese, Esselunga si è impegnata a difendere il potere di acquisto dei suoi clienti”, rivendica una nota della società. Del resto, in questi mesi vi è stata una politica particolarmente attenta sul fronte dei prezzi, che se da una parte ha avuto effetti positivi in termini di competitività (“confermata da indagini di mercato che hanno sottolineato la leadership del gruppo”, si legge ancora, dall’altra ha pesato sugli economics.

Su oltre 1.500 articoli tra i più presenti nel carrello della spesa dei consumatori, Esselunga ha ridotto i prezzi su tutte le piazze, con decrementi tra i 6 e gli 8 punti percentuali.

Ricavi stabili

Tornando ai numeri del primo semestre, le vendite si sono attestate a 4,322 miliardi di euro, sostanzialmente in tenuta rispetto a dodici mesi prima (-0,2%), mentre i prezzi a scaffale hanno registrato un incremento medio dell’1,7%, ben inferiore all’inflazione media dai fornitori, che è stata del 7,4%.

Va infine ricordato che il primo semestre dello scorso anno aveva risentito positivamente della chiusura della campagna Fìdaty quinquennale.

nella prima metà del 2022 la società ha continuato a investire (151,9 milioni), aprendo tre nuovi punti di vendita, e ha consolidato l’acquisto del 32,5% di La Villata per 444,2 milioni. Quest’ultima operazione ha peggiorato la posizione finanziaria netta, che al 30 giugno ha raggiunto il livello di 2,35 miliardi contro 1,7 di fine 2021.

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