Etichette food: vincono italianità, fibre e veg, rallenta il free-from

Quali sono i claim preferiti dagli italiani per i prodotti alimentari? Quali i trend emergenti? Risponde l'analisi annuale dell'Osservatorio Immagino

Quali sono i claim più presenti sulle etichette dei prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati? Quali sono le nuove "parole trendy" del food che gli italiani mostrano di apprezzare?
Risponde la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che incrocia le informazioni su circa 112mila referenze e venduto per cogliere i trend di consumo emergenti.

Dopi avervi parlato del nuovo equilibrio di nutrienti nel carrello degli italiani, con meno spazio agli zuccheri e più alle proteine grazie al salire o scendere di alcune categorie di prodotto, guardiamo a come evolvono le etichette alimentari (analisi relativa al 2019).

LARGO ALL'ITALIANITÀ

Che si tratti della bandiera nazionale, dei claim “prodotto in Italia” o “100% italiano”, oppure di una delle indicazioni geografiche europee, il messaggio resta comunque lo stesso: il rimando all'italianità è vincente. I prodotti che richiamano on pack la loro italianità hanno generato il 25,2% dei ricavi del totale alimentare rilevato dall'Osservatorio.

Il più diffuso richiamo all’italianità dei prodotti presente sulle confezioni dei prodotti alimentari è sempre la bandiera tricolore: nel 2019 ha accomunato il 14,8% dei prodotti e l’offerta è aumentata del +1,0%. Le vendite di questo paniere sono cresciute del +1,0% contro il +1,7% dell’anno precedente.

Guardando a denominazioni di origine e indicazioni geografiche riconosciute dall'Ue, nel 2019 la famiglia più rilevante in termini di sell-out è rimasta quella dei prodotti Dop: ha generato l’1,2% delle vendite del paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino. I prodotti Dop sono stati anche tra i più performanti,  con un incremento del +7,1%, decisamente migliorativo rispetto al +0,3% con cui avevano chiuso il 2018.

RALLENTA IL FENOMENO FREE-FROM (MA NON PER LE INTOLLERANZE)

Continua ad attenuarsi il fenomeno dei prodotti “free-from”, ossia caratterizzati dalla presenza sulle etichette di uno dei 15 più diffusi claim riferiti all’assenza o alla minor presenza di un componente. L’andamento 2019 di questo paniere ha confermato il trend registrato nei 12 mesi precedenti: ossia una sostanziale stabilità del giro d’affari, aumentato del +0,5% e sostanzialmente in linea con il +0,1% con cui si era chiuso il 2018.

Tra i claim principali il “senza conservanti” è rimasto il più diffuso (6,1% dei prodotti) e il primo per giro d’affari (10,2% delle vendite totali), ma nel 2019 ha incassato un decremento delle vendite (-2,8%), determinato dal suo minor utilizzo da parte di importanti produttori. Tra le new entry più interessanti e da monitorare troviamo invece le diciture "non fritto" e "senza lievito", ma cresce anche l'attenzione alla presenza o all'aggiunta di zuccheri.

Discorso a parte per gli alimenti privi di glutine o lattosio, che continuano la loro ascesa registrando nel corso del 2019 migliori performance rispetto ai 12 mesi precedenti: le vendite di questi prodotti sono, infatti, aumentate del +2,6% (quasi un punto percentuale in più rispetto al 2018), arrivando a superare i 3,7 milioni di euro. Questo trend migliorativo ha coinvolto tutti i segmenti in cui è suddiviso questo mondo.

CONTINUANO A CRESCERE LE FIBRE, ARRIVANO POTASSIO E PROTEINE

Anno positivo, il 2019, per i prodotti che hanno evidenziato sul pack la presenza o l’aggiunta di un nutriente (come vitamine, calcio, fibre, Omega 3, ferro, fermenti lattici, proteine, potassio) o che sono etichettati come “integrali”. Le vendite realizzate in super e ipermercati da questo paniere sono avanzate del +2,4%, in accelerazione rispetto al +1,6% fatto registrare nel 2018, e hanno superato i 3 miliardi di euro, pari all’11,9% del totale food monitorato dall’Osservatorio Immagino.

Tra i claim rilevati il più importante in termini di numero di prodotti e di valore delle vendite è sempre “fibre”, che nel 2019 ha migliorato la già positiva performance registrata nel 2018. L’anno scorso il sell-out dei prodotti che segnalano sulla confezione la presenza di fibre è infatti cresciuto del +6,3% contro il +5,8% dei 12 mesi precedenti.

Guardando alle nuove tendenze, sono due i nuovi claim del “rich-in” emersi nel 2019, ovvero “potassio” e “proteine”. Il primo segnala la presenza di potassio: accomuna una quota importante dell’offerta (2,9%) e ha visto avanzare del +5,7% il giro d’affari, grazie alla crescita dell’offerta, soprattutto di biscotti integrali, integratori e complessi vitaminici, e frutta secca sgusciata. Anche nel caso dei prodotti evidenziati come fonte di proteine quel +7,4% di vendite aggiuntive registrate nel 2019 sono dovute a un aumento dell’offerta e dell’utilizzo del claim a fronte della tenuta della domanda. Yogurt greco, surgelati di pesce al naturale, integratori e complessi vitaminici sono state le categorie più coinvolte nella crescita del sell-out.

SEMPRE BENE I PRODOTTI "IDENTITARI", BIO E VEG IN PRIMIS

Si conferma l’affermazione dei prodotti “identitari”, ossia coerenti con alcuni particolari stili di vita adottati dai consumatori. Parliamo di un paniere di oltre 11.300 prodotti (ben il 14,2% dei prodotti alimentari del perimetro Immagino) che hanno richiamato in etichetta la loro coerenza con un’alimentazione vegetariana o vegana, o con i dettami delle religioni musulmana o ebraica, oppure con la certificazione biologica. Questo paniere è arrivato a sfiorare i 3 miliardi di euro di giro d’affari, pari al 10% del largo consumo confezionato rilevato. La crescita maggiore a valore è per il veg: +4,5% rispetto al 2018.

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