Eurospin: elogio della semplicità

La formula del successo raccontata da Romano Mion socio e fondatore della più grande catena italiana di discount (da Mark Up n. 253)

Sono di quella razza che sfugge le interviste, lavoratori, figli di un Veneto che ha dato i natali a molte pmi italiane, ma loro non sono più, da tempo, una pmi. Loro sono Eurospin: più di mille punti di vendita, sparsi in tutto il Paese. Abbiamo  incontrato  Romano  Mion  che  di  Eurospin  è  uno  dei  fondatori  e  lo  abbiamo intervistato.

Avete avuto uno sviluppo importante negli utlimi anni, facciamo il punto?
Abbiamo circa 1.050 pdv in tutta Italia, l’unica regione che mancava era la Valle D’Aosta, ma abbiamo aperto anche lì un mese fa, a San Cristoforo (Ao). Poi siamo presenti in Slovenia con altri 48 store. In Italia, abbiamo aperto al ritmo di 50 negozi l’anno, e continueremo così, con l’obiettivo di aprire 1.500 pdv: 60 milioni di abitanti diviso 40 mila. Ecco come abbiamo definito l’obiettivo, in maniera semplice. Abbiamo circa 12 mila dipendenti, 10-12 per ciascun pdv.

Lei cita spesso la semplicità come ingrediente principale  del  vostro  operare. Mi spiega che cosa intende per “semplicità”?
Semplicità  vuol  dire  saper  cogliere  i  cambiamenti anche nei piccoli dettagli, perché quelli grandi li vedono tutti; vuol dire la capacità di osservare i clienti e il
mercato. Significa rimanere piccoli nel modo  di  ragionare,  anche  quando  l’azienda  cresce.  Oggi  vediamo  un  cambiamento enorme, si parla di innovazione  dirompente:  direi  cambiamento  dirompente. E speriamo di stare al passo.

Come la mettiamo con l’eCommerce?
Lo facciamo da tanto tempo per i viaggi  e  siamo  diventati  bravini.  Per  il  resto,  la  nostra  priorità  è  il  negozio  fisico, perché riteniamo che sia l’unico modo per acquisire clienti. E anche nell’e-Commerce c’è tanta fisicità: da bambino, andavo con mio padre a raccogliere gli ordini casa per casa, e poi consegnavamo  la  merce.  Adesso  è  cambiata la tecnologia, ma il metodo è identico: alla fine è la logistica che fa la differenza, essere capaci di consegnare in 24 ore e anche meno.

Ma il cliente Eurospin vuole l’eCommerce?
Secondo me sì: il cliente Eurospin vuole l’eCommerce, ma bisogna capire con quale modalità.

Come fate a essere flessibili?
Segreti  non  ne  abbiamo:  facciamo  in  maniera  semplice  le  cose  complicate.  Le  aziende  si  dividono  in  due:  quelle  che  funzionano  e  quelle  che  non  funzionano. La nostra organizzazione si distingue per l’organizzazione, che è, nello stesso momento, verticale e orizzontale, con un buon equilibrio. Orizzontalità vuol dire dare molta responsabilità ai  capi  negozio,  pur  con  direttive  centrali molto chiare e importanti, perché occorre collocarsi correttamente sul territorio. Infatti, c’è una grande differenza tra un pdv collocato in città e uno in un quartiere di periferia: cambia la richiesta di servizio, superiore in città, e anche l’assortimento e, pur con le stesse  referenze,  le  muoviamo  molto  a  seconda  della  location.  Occorrono  verticalità e orizzontalità allo stesso tempo. Il negozio è un po’ come un hotel a conduzione  famigliare:  adesso  e  in  futuro  dobbiamo  formare  i  nostri  capo  negozio ad avere la passione del servizio al cliente: sarà quella a fare la differenza.

Struttura.
Eurospin Italia ha il controllo di sei società  territoriali,  ovvero  Spesa  Intelligente, quella nata per prima e che opera in 9 regioni del nord, poi Eurospin Tirrenica, Eurospin Lazio, Eurospin Puglia ed Eurospin Sicilia. La società controllante si occupa delle condizioni d’acquisto, della progettazione dei pdv e di tutto quanto occorre centralmente, mentre le  controllate  si  occupano  della  vendita, sono proprietarie dei pdv e fanno lo sviluppo. I consigli di amministrazione sono molto agili: tre persone in ogni società controllata.

Qualcuno  dice  che  la  vostra  politica  di sviluppo è molto aggressiva ... persino troppo ...
Potrei  raccontare  la  storia  dei  miei  40  anni di attività, simile a quella di molti miei colleghi, ma alla fine lo sviluppo riesce quando c’è molta determinazione, forza e competenza nel portare avanti i progetti, perché le difficoltà si trovano dappertutto. Oggi  non  è  più  come  una  volta: basta avere idee chiare e professionisti veri e si può aprire in tutta Italia, con qualche difficoltà in più in alcuni comuni, ma superabili.Riguardo  alla  concorrenza,  penso  che  più siamo, più creiamo attrazione, quindi il concetto di parco commerciale può funzionare, se l’offerta è differenziata. Infatti una delle mie regole è che deve esserci il coraggio di essere diversi; se nonc’è, non può funzionare niente. Da parte nostra, però, odiamo i “condomini”:  infatti  siamo  in  pochissimi  centri  commerciali.  Siamo  interessati  anche  alle grandi città, ma è difficile trovare la location giusta. La nostra filosofia di sviluppo non consiste nel coprire terreni vergini, ma nel riqualificare strutture già costruite e magari in disuso, anche per una questione di sostenibilità.

Aldi le fa paura?
Mi dà fastidio, non mi fa paura, come ogni concorrente. Sono un po’ invidioso di Aldi perché sono riusciti ad andare all’estero, negli Usa, in maniera importante. Però si spacciano per italiani, un po’ come Lidl che ha addirittura sponsorizzato la Nazionale. E questo dà fastidio.  Cercheremo  di  correre  a  differenziarci ulteriormente.

Acquisterebbe Esselunga?
Esselunga è il mio idolo, ma so già che non  me  la  posso  permettere.  È  il  mio  idolo  perché  ha  un’organizzazione  eccezionale derivata da quella americana del Dopoguerra, ma rimane tra i sogni perché, come Eataly, è un’azienda legata alla persona. Anche Eurospin lo è un po’, anche se abbiamo spinto molto sulla managerialità.

Ha collaborato Barbara Trigari

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