Facebook Shops: nuovi strumenti per le aziende per vendere online

Facebook Shops
© Facebook Inc.
Il “Social Commerce” attivato da Facebook amplia l'ecosistema di strumenti per le aziende, incidendo, da trend setter di business, oltre la contingenza

Martedì 19 maggio 2020 Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Facebook Inc., ha annunciato il lancio di Facebook Shops, un’iniziativa con target principale quello delle piccole imprese volta ad agevolarle nei processi di vendita online.

Già qualche settimana fa, quando era chiaro che la pandemia avrebbe colpito duramente il tessuto economico mondiale, Facebook ha reso disponibili $ 100 milioni in sovvenzioni alle piccole imprese di tutto il mondo ($ 40 milioni di questi riservati agli Stati Uniti), in aggiunta ad una serie di strumenti per supportare le attività commerciali locali, attraverso l’emissione di gift card, attività di raccolta fondi, training e formazione gratuita, ricerca di talenti e personale, il tutto attraverso il Facebook Business Resource Hub.

Facebook Shops rappresenta un ulteriore tassello che il gigante di Menlo Park ha voluto aggiungere alla sua rosa di azioni contro la pandemia economica, e che sicuramente avrà un impatto ben oltre la durata della crisi, imprimendo un’impronta permanente nel modo di fare business.

Facebook Shops concretizza quel tipo di “Social Commerce” che è stato da sempre, in maniera informale ed amatoriale, portato avanti dagli utenti di Facebook, per cui la piattaforma diventava una bacheca d’esposizione per dare visibilità ai propri prodotti/servizi. Si tratta di un’evoluzione del Facebook Marketplace già attivo da diverso tempo, razionalizzando tutti i canali l’ecosistema Facebook (che include, tra gli altri, Instagram, WhatsApp e da poco anche Giphy) per convergere in una gestione più semplificata ed efficace. Infatti, a partire da quest'estate, cominciando dagli Stati Uniti,verrà introdotto anche Instagram Shop, che funzionerà in maniera coordinata con la sua versione su Facebook.

Più in generale, i Facebook Shops sono stati pensati per aiutare le aziende a realizzare un unico negozio online, al quale i clienti possano accedere sia su Facebook sia su Instagram. La creazione di un Facebook Shop è gratuita, e le aziende potranno scegliere i prodotti che vogliono inserire nel loro catalogo, personalizzando, in maniera semplice ed intuitiva, il look and feel del negozio con un’immagine di copertina e con colori che rimandano al proprio brand, per aiutare a mantenere un’immagine coordinata. Ciò vuole rappresentare un’occasione per qualsiasi imprenditore che, indipendentemente dalla dimensione della sua azienda o dal budget a disposizione, può portare la propria attività online e connettersi con i clienti dove e quando preferiscono.

È possibile trovare i Facebook Shops sulla pagina Facebook o sul profilo Instagram di un'azienda, oppure scoprirli nelle storie o negli annunci pubblicitari. Li sarà esposta l'intera collezione, potendo salvare i prodotti ai quali si è interessati e fare un ordine, attraverso il rimando al sito web del brand o - solo negli Stati Uniti per il momento - direttamente nell’app, se l'azienda ha attivato il checkout.

Fb - Ig
L'aspetto dei Facebook Shops sulle piattaforme Fb e Ig - © Facebook Inc.

Inoltre, è prevista una sorta di servizio clienti: come in un negozio fisico quando si ha bisogno di chiedere aiuto a un commesso, nei Facebook Shops si potrà inviare messaggi a un'azienda attraverso WhatsApp, Messenger o Instagram Direct per fare domande, ottenere supporto, monitorare le consegne e altro ancora. L’evoluzione di tutto ciò porterà, in futuro, a poter visualizzare lo shop di un'azienda e fare acquisti direttamente in una chat di WhatsApp, Messenger o Instagram Direct.

A ciò si aggiunge una funzionalità, ancora in fase di test ma decisamente promettente, relativa ai programmi fedeltà. L’idea è quella di collegare i programmi fedeltà all’account Facebook, come il programma a punti del proprio bar di quartiere, per facilitare l’esperienza sia lato azienda che cliente.

Facebook ha deciso, poi, di includere in questa nuova avventura tutti i player del mercato già attivi nell’ambito, lavorando a più stretto contatto con partner come Shopify, BigCommerce, WooCommerce, Channel Advisor, CedCommerce, Cafe24, Tienda Nube e Feedonomics. L’obiettivo è quello di un servizio il più integrato possibile, in modo che i vari sistemi possano “dialogare” e “riconoscersi” fra loro.

Tutta questa azione mette in campo un’ulteriore ingente mole di dati sensibili che Facebook dovrà trattare nella maniera più complient possibile, anche alla luce di un passato recente non privo di macchie su questo  fronte. L’azienda di Zuckerberg sembra, comunque, essere in allerta sulla questione privacy, ed, in generale, sta dimostrando molta più attenzione su tematiche piuttosto spinose che la coinvolgono. Ad esempio, è di poco tempo fa l’annuncio della costituzione di un Oversight Board, una commissione di vigilanza “indipendente” (i membri saranno stipendiati non direttamente da Facebook ma da un fondo finanziato da Facebook), il cui obiettivo è quello di giudicare le controversie sui criteri di moderazione dei contenuti sulla sua piattaforma. A settembre 2019 è stata pubblicata la “Carta dell’Oversight Board”  in cui si fa riferimento a concetti come libertà di espressione, fiducia, autenticitàsicurezzaprivacy e dignità, mentre ai primi di maggio 2020, Facebook ha reso noti pubblicamente i nomi dei primi 20 personaggi di spicco che andranno a costituire l’Oversight Board, che a regime, con il tempo, diventeranno 40.

Tra i nomi del Board figurano al momento il premio Nobel per la pace, Tawakkol Karman (politica e attivista yemenita), l'ex direttore del Guardian Alan Rusbridger, e l'ex giudice federale statunitense, Michael McConnell. In generale, il gruppo che comporrà il comitato di vigilanza sarà capace di valutare contenuti in oltre 29 lingue e i suoi membri saranno espressione di contesti e punti di vista professionali, culturali, politici e religiosi differenti, con l’obiettivo temporale di iniziare la loro attività in "piena trasparenza e autonomia" dal social, a partire dalla fine dell'anno 2020.

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