Farmaci in fascia C, “liberalizzazioni ancora al palo”

Il ddl Concorrenza tarda ad essere approvato. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C può produrre, secondo Conand, un risparmio fino a 900 milioni di euro per i cittadini. "Ma l'opposizione dei farmacisti -nota Conad- impedisce lo sviluppo di una concorrenza più libera in questo settore"

Senza fine. Non è la canzone (bellissima) di Gino Paoli. Per Conad a non aver fine è l’iter del ddl "Concorrenza": il testo iniziale, adottato il 20 febbraio 2015 dal Consiglio dei Ministri, è stato approvato alla Camera il 7 ottobre 2015 e dalla commissione Industria del Senato lo scorso 2 agosto. Una maratona di 600 giorni, con la prospettiva che il voto referendario faccia ora slittare ulteriormente i tempi del via libera.
Il ddl contiene diversi provvedimenti fra i quali la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta. Un mercato a totale carico di chi li acquista e che vale, nel 2015, 2.997 milioni di euro, il 10,4% della spesa farmaceutica nazionale (fonte: Rapporto Osmed 2015).
Se a questa si aggiungono i farmaci di fascia A (1.487 milioni di euro), quelli da automedicazione (2.375 milioni) e la quota di compartecipazione di chi acquista il farmaco di marca anziché il generico (1.521 milioni), la cifra che i cittadini sostengono a vario titolo per l’acquisto di farmaci sale a 8.380 milioni di euro, di cui il 35,7% è dato dalla spesa per i farmaci di fascia C (fonte: Rapporto Osmed 2015).
A ottobre 2015 Conad lanciò Liberalizziamoci, una raccolta di firme finalizzata a sollecitare il governo perché rendesse dinamizzasse il mercato dei farmaci, allargando alle parafarmacie la vendita di quelli di fascia C. Vale a dire quei 3.800 farmaci utilizzati per patologie di lieve entità, non considerati essenziali o salvavita, quali, per esempio, antidolorifici, antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi, anticoncezionali, che si acquistano solo con la prescrizione del medico ma il cui costo è a carico del cittadino.
Ciò porterebbe, secondo Conad, a una competizione sui prezzi con un beneficio per i cittadini stimato tra 500 e 900 milioni di euro all’anno. Così come è avvenuto per la liberalizzazione dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (Sop) e i farmaci da banco (Otc), che, secondo Conad, ha prodotto convenienza per i cittadini: i prezzi dei farmaci sono più contenuti, con un valore medio di 8,1 euro in farmacia, 7,4 euro in parafarmacia e 6 euro della grande distribuzione (fonte: Assosalute, 2015).

Liberalizziamoci ha raccolto 167.648 firme ed è stata sostenuta dalla Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e da Altroconsumo.

“E’ incomprensibile la durata dell’iter di approvazione di un provvedimento che, a costo zero per lo Stato, è in grado di produrre benefici ai cittadini” commenta Alberto Moretti, direttore marketing canali distributivi Conad. “Il contributo di Conad al risparmio delle famiglie si esprime anche nel contenimento dei prezzi dei farmaci. Purtroppo i provvedimenti in corso di approvazione in materia di farmaci di fascia C salvaguardano il diritto di pochi a danno di quello di milioni di persone. Anziché sostenere lo sviluppo dell’economia, incentivare la nascita di nuova imprenditorialità, creare nuova occupazione giovanile riconoscendo la dignità della professione anche ai farmacisti delle parafarmacie e garantire ai cittadini servizi e convenienza, si è preferito ancora una volta assecondare la rendita di posizione che i farmacisti danno evidentemente acquisita in modo definitivo”.

 

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