Favini, tra i leader globali nella realizzazione di specialità grafiche innovative a base di materie prime naturali, comunica di essere stata inserita all’interno delle 100 Italian Circular Economy Stories, il nuovo lavoro di ricerca e di racconto realizzato da Enel e Symbola - Fondazione per le qualità italiane.
“100 Italian Circular Economy Stories” è un’indagine nata per mettere in luce le buone pratiche, a partire dall’analisi di 100 eccellenti realtà italiane, già oggi protagoniste di un nuovo modello possibile di economia e di società. L’obiettivo dello studio è quello di individuare gli apripista italiani dell’economia circolare, termine che viene utilizzato per definire un’economia pensata che riesce a rigenerarsi da sola, dove tutte le attività sono organizzate in modo tale che i rifiuti generati da un’impresa possano diventare materia prima per un’altra.
Come certifica l’Eurostat, tra i grandi Paesi Europei, l’Italia è quello con la quota maggiore di recupero di materia prima nel sistema produttivo, il 18,5%, ben davanti al 10,7% della Germania, unico Paese più forte di noi nella manifattura. “Le cento storie del rapporto -spiega Ermete Realacci, presidente di Symbola- raccontano un’Italia che riesce, nonostante le obiettive difficoltà, ad innovare senza perdere la propria anima, grazie anche a un modello di economia più equo e sostenibile e per questo più competitivo: una risposta possibile alle importanti questioni che il nostro pianeta ci pone e ci porrà sempre di più nel prossimo futuro”.
L’azienda è costantemente impegnata in ricerca e sviluppo, per trovare prodotti e soluzioni che riescano sempre a coniugare qualità ed eccellenza con l’attenzione per l’ambiente. “Il nostro obiettivo è trovare soluzioni di upcycling che, rispetto al recycling, prevede uno step in più: la creatività è l’elemento chiave che viene messo in moto e che consente di reintrodurre un materiale nel ciclo di produttivo per ottenere un oggetto di valore superiore alla materia prima”, dichiara Eugenio Eger, amministratore delegato di Favini. Ma non è tutto. Favini ha recentemente reso noti i risultati del proprio impegno green nel periodo tra il 2009 e il 2016: 7 anni di ricerca riassunti all’interno del Sustainability Channel, il canale che testimonia l’impegno a 360 gradi dell’azienda a favore dell’ambiente, 7 anni di attività costante per migliorare il controllo delle emissioni nell’aria, ottimizzare la gestione delle risorse idriche e i consumi energetici e per portare avanti importanti progetti, volti a ridurre l’impatto ambientale della propria attività.
“Siamo orgogliosi di essere stati inseriti in questa autorevole vetrina di esempi italiani di economia circolare, che dimostrano concretamente come il Bel Paese non sia soltanto sinonimo di bellezza e di qualità, ma anche di innovazione e sostenibilità -prosegue Eger-. La nostra attività è da sempre rispettosa dell’ambiente e tutti i nostri sforzi convergono nel cercare di produrre carta riducendo l’impatto che la nostra attività ha sul pianeta. Grazie ai nostri prodotti, negli ultimi anni siamo stati riconosciuti come un’azienda davvero in grado di ‘fare scuola’: l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo ci è arrivato dall’Europa con Remake, realizzata con i residui dell’industria del cuoio, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa. Abbiamo infatti vinto i prestigiosi ‘European paper recycling awards’, diretti ad imprese e istituzioni che hanno realizzato progetti di comunicazione, tecnologici e di ricerca e sviluppo sul tema del riciclo della carta, volti al miglioramento della raccolta, del recupero e del riciclo.”