"L'esclusione dei prodotti Dop e Igp nell'adozione su base volontaria del sistema di etichettatura a batteria proposto dal governo italiano rischierebbe di affossare la nostra posizione in sede di negoziale comunitaria e presterebbe il fianco alla critiche dei sostenitori del Nutri-score, sollevando al tempo stesso seri dubbi sull'effettiva utilità della batteria". Così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, interviene sulla ventilata modifica dei criteri di adozione del sistema a batteria, che non verrebbe adottato su una serie di prodotti di eccellenza.
"Questa esenzione, oltre ad essere dannosa -continua Vacondio- è priva di basi giuridiche e di motivi legati ai valori nutrizionali". I loghi Dop e Igp rappresentano la garanzia di qualità e origine, ma non aiutano il consumatore a conoscere i valori nutrizionali dei prodotti. "Per questa ragione -dice il presidente di Federalimentare- questi loghi non possono essere considerati alternativi al sistema dell'etichettatura nutrizionale, che ha lo scopo di informare i consumatori per aiutarli a comporre una dieta sana ed equilibrata di cui peraltro i prodotti Dop e Igp fanno parte a pieno titolo". Non solo. "Se questa esclusione avvenisse –prosegue Vacondio- si verificherebbe un paradosso perché trasformerebbe l'esenzione da un sistema che è facoltativo in un vero e proprio divieto per le aziende che desiderano essere più trasparenti verso i consumatori". Se, infatti, una ditta produttrice di origine protetta volesse fornire informazioni previste dalla "batteria", non potrebbe più farlo perché i suoi prodotti sarebbero esclusi da tale schema.
"Come Federalimentare -conclude Ivano Vacondio- ribadiamo ancora una volta la necessità e l'urgenza di proseguire uniti nella battaglia sulle etichette e di portare avanti il nostro schema a batteria senza se e senza ma. Per questo, chiediamo al governo di provvedere senza indugi a notificare l'adozione in forma volontaria della batteria in Italia alla Commissione Europea, senza alcuna esenzione, così da evitare pericolose ricadute in ambito negoziale".
Filera Italia si schiera contro l’obbligo delle Dop e Igp di accettare il sistema della batteria o del Nutri-score
Sulla tematica delle etichette, però, interviene anche Filera Italia in aperta polemica con Federalimentare.
“Stupisce francamente che organizzazioni che dicono di rappresentare gli interessi dell’industria alimentare italiana si oppongano all’esclusione da qualsiasi sistema di etichettatura nutrizionale facoltativa dei prodotti di eccellenza Dop e Igp”: così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta la recente esternazione di Federalimentare. Sbagliato, secondo l’associazione che rappresenta il meglio del Made in Italy agroalimentare, in termini di sostanza ed in termini formali. “In sintesi -prosegue Scordamaglia- come stanno precisando molti dei consorzi di tutela coinvolti, apporre un logo, sia esso quello della batteria o quello del nurtiscore, in etichetta, ad esempio sul nostro parmigiano o sul nostro prosciutto, accanto al logo di qualità delle Dop induce in errore il consumatore facendogli perdere la percezione della distintività di questi prodotti e vanificando tutta la comunicazione e le risorse investite su tali eccellenze”.
“Il principio dell’esclusione deve essere ribadito quindi nel decreto nazionale sul sistema a batteria in via di emanazione -chiedono da Filiera Italia- affinché lo si riesca a far valere secondo il principio di mutuo riconoscimento anche verso quei Paesi che applicano il Nutri-score”.
Inoltre l’esenzione dei prodotti Dop e Igp dalla batteria, da un punto di vista prettamente giuridico sarebbe un’esclusione del tutto giustificata “questo perché -aggiunge Scordamaglia- questi alimenti sono oggetto di normativa separata anche, a titolo di esempio, sull’etichettatura di origine del regolamento 1169”. “Viene il dubbio che chi contrasta tale esclusione, che invece la filiera produttiva del vero Made in Italy sostiene, lo faccia più che altro per paura: una volta escluse Dop e Igp, diventerebbe più difficile difendere prodotti meno difendibili, come ad esempio quelli di alcune multinazionali pronte a nascondersi dietro alle vere eccellenze della filiera italiana” -dice ancora Scordamaglia. “Falso anche dire che tali prodotti non avrebbero informazioni nutrizionali, in quanto è ovvio che le tabelle nutrizionali sarebbero comunque obbligate ad essere presenti in etichetta”.
Da Filiera Italia giunge anche un’esortazione al Governo perché prenda una posizione forte sulla tutela dei prodotti Dop e Igp “approfondendo meglio le opportunità di tale esclusione anche nell’ambito dello studio e della sperimentazione su cui si è basata la formulazione del sistema italiano a batteria, studio su cui a questo punto è necessario fare maggiore chiarezza e trasparenza su chi lo ha gestito e sostenuto”.
Anche il Parmigiano Reggiano dice no all'adozione del sistema di etichettatura a batteria
A ribadire il concetto interviene anche il Consorzio Parmigiano Reggiano che, al pari delle altre indicazioni geografiche, “non ha bisogno di un logo ulteriore per imporsi per il suo valore –si legge in una nota diramata dal Consorzio. Inserire le eccellenze dell'agroalimentare italiano in qualsiasi sistema nutrizionale facoltativo significa banalizzarle, creare confusione nella testa del consumatore, vanificando lo sforzo del consorzio che si batte per evidenziare la specificità della Dop.” Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano si pronuncia quindi a favore dell'esclusione dei prodotti Dop e Igp nell'adozione su base volontaria del sistema di etichettatura a batteria proposto dal Governo italiano. “Il Parmigiano Reggiano non è una commodity: è un prodotto ad alto valore aggiunto, riconosciuto dai consumatori e dai nutrizionisti come formaggio dagli altissimi valori nutrizionali, ricco di proteine, vitamine, sali minerali. Non abbiamo bisogno di un logo in etichetta che rassicuri il consumatore –afferma Bertinelli. Il principio dell’esclusione deve essere pertanto ribadito nel decreto nazionale sul sistema a batteria così che lo si riesca a far valere secondo il principio di mutuo riconoscimento anche verso quei Paesi che applicano il Nutri-score.”