Federfarma fotografa il settore con “La farmacia italiana”

Sono 800mila gli italiani che ogni giorno si recano in una delle oltre 19.300 farmacie sparse sul territorio per consulenze sulla salute, mentre ben 4 milioni quelli che ogni anno entrano in farmacia per usufruire di servizi di prevenzione.
Sono questi i principali numero che emergono dalla pubblicazione "La farmacia italiana", studio annuale di Federfarma per far emergere le potenzialità, ma anche le difficoltà operative, della farmacia e il ruolo attuale che questa ha come primo presidio territoriale del Servizio Sanitario Nazionale.
Ogni farmacista, compreso il titolare, dedica 2 ore giornaliere del proprio lavoro all’attività di consulenza ed informazione gratuita nei confronti dell’utente, mentre oltre 8 farmacie su 10 organizzano giornate dedicate alla prevenzione di particolari patologie (diabete, malattie cardiovascolari, osteoporosi), ma anche su nutrizione, intolleranze alimentari, udito.
Tra i vari dati emersi dall'analisi di Federfarma, emerge anche l'aumento dell'accessibilità al servizio con un incremento del numero di farmacie del 45,7% dal 1975 al 2018 con un rapporto effettivo farmacie-abitanti superiore a quello previsto dalla legge (oggi, una farmacia ogni 3.300 abitanti, precedentemente una farmacia ogni 4.000 abitanti nei centri con più di 12.500 abitanti e una ogni 5.000 abitanti nei centri con meno di 12.500 abitanti). Questo perché le farmacie sono presenti anche nei centri abitati con poche centinaia di abitanti e perché le Regioni hanno sfruttato la possibilità, prevista dalla legge, di aprire farmacie in zone disagiate e mal collegate, indipendentemente dal numero di abitanti, con oltre 6800 farmacie in centri abitati con meno di 5000 abitanti, di cui addirittura 4200 farmacie in località con meno di mille abitanti.
Per quel che riguarda l' "impresa farmacia", il 59% delle farmacie in Italia è gestito sotto forma di ditta individuale: il proprietario è un singolo farmacista; mentre il 41% appartiene a società di farmacisti.
A lavorare nel settore sono oltre 85mila persone, di cui 62mila sono i dipendenti; tra questi ultimi, 46mila persone sono farmacisti collaboratori, in prevalenza di sesso femminile (80%).
Per quel che riguarda la distribuzione, i canali alternativi per la vendita dei farmaci senza ricetta si dividono il mercato con le seguenti quote: 5,8% parafarmacie, 2,3% corner in super o ipermercati. Il restante 91,8% della vendita rimane comunque in farmacia.

“Nel mercato dei farmaci e dei prodotti salutistici - commenta Marco Cossolo, presidente di Federfarma - confrontando le farmacie con gli altri esercizi commerciali di vicinato e non, la farmacia incrementa del quasi 2% il proprio fatturato. È un dato sul quale non bisogna fare nessuna forma di trionfalismo, ma capire che la nostra istituzione farmacia quando è messa in concorrenza, se organizzata bene, è capace di reggere e risultare vincente”.

Secondo i dati di Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia, limitandosi al solo “Consumer Health”, il fatturato della farmacia è di circa 10miliardi contro gli 880 milioni delle parafarmacie, vale a dire due volte e mezzo in più se rapportato al singolo esercizio: circa 517mila euro medi per farmacia contro i 209mila euro medi per parafarmacia.

“In un primo periodo – aggiunge Cossolo - dopo le lenzuolate di Bersani, le farmacie hanno risposto alla concorrenza in modo non organico e non organizzato. Ma siccome non tutti i mali vengono per nuocere, l’arrivo della legge sulla Concorrenza ha spinto le farmacie a rispondere in forma aggregata. Questo ha fatto sì che venisse data una reazione strutturata. Anche Federfarma quando è andata in giro a presentare Sistema Farmacia Italia, ha sempre battuto su questo chiodo. Per questo sono convinto che siamo sulla strada giusta”.

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