Fico Eataly World, opportunità da cogliere

In attesa dell'apertura il prossimo novembre, i plus di Fico e i suoi effetti sull'industria italiana, secondo l'amministratore delegato (da Mark Up n. 263)

Ecco Fico Fabbrica Italiana Contadina, la Disneyland del cibo, il più grande parco tematico mai realizzato dedicato alle eccellenze agroalimentari italiane costato cento milioni di euro. Da quando è stato presentato per la prima volta quattro anni fa, il progetto di Fico Eataly World ha suscitato grande interesse, come opportunità per far conoscere la biodiversità -unica al mondo- del territorio italiano. Il rinvio della sua apertura (il taglio del nastro era in programma alla chiusura di Expo) non sembra aver tolto slancio all’iniziativa. Anche perché i lavori nell’area di 100mila mq alle porte di Bologna sono quasi terminati e l’apertura è prevista per il 15 novembre. Tiziana Primori, amministratore delegato della società che gestirà il parco, non vuol sentir parlare di logiche da centro commerciale o da largo consumo: “Fico sarà un luogo capace di rappresentare tutta la filiera agroalimentare dalla terra alla tavola, qualcosa di unico, la parte di acquisto e consumo sarà solo l’ultimo anello della catena”.
Che strumenti avranno a disposizione i visitatori per imparare tutto sul cibo Made in Italy?
I percorsi didattici e le aree multimediali saranno impostati per promuovere l’educazione alimentare e i saperi del cibo, il consumo consapevole, la produzione sostenibile, mettendo in rete le più importanti realtà della cultura agroalimentare e della sostenibilità. A questo proposito è stata creata la “Fondazione Fico per l’educazione alimentare ed alla Sostenibilità”, presieduta dall’agroeconomista Andrea Segrè. La fondazione collaborerà anche con il ministero dell’Ambiente e sarà l’anima scientifica e divulgativa di Fico, operando su tre aree: formazione e didattica per la scuola, ricerca scientifica, promozione. Inoltre, ci saranno percorsi guidati in varie lingue, trenta corsi al giorno tenuti dagli operatori delle varie aziende, oltre alla presenza di quattro università.
Saranno previste iniziative promozionali o legate alla stagionalità dei prodotti per stimolare gli ingressi al parco?
Siamo concentrati sulla didattica, con duecento tipi di animali, duemila varietà di piante e alberi da frutto, quaranta fabbriche del cibo. Poi, forse, dato che ci saranno anche 45 posti di ristoro, potranno esserci dei focus sui prodotti stagionali, ma sempre nell’ottica dell’educazione e della divulgazione: ad esempio, spiegheremo la differenza tra grano duro e tenero e ogni giorno saranno fatti a mano spaghetti, tagliatelle e tortellini.
In Italia ci sono stili e diete alimentari, dal veganesimo al free from, che mettono in difficoltà i nostri grandi prodotti tipici. Cosa ne pensa?
Non ho questa visione. Anzi, credo che le nostre eccellenze continuino a essere apprezzate dagli italiani, soprattutto dai giovani. Se così fosse, attraverso divulgazione e conoscenza, Fico cercherà di far capire che la cultura enogastronomica italiana è qualcosa di prezioso.
A proposito di nuove tendenze, il biologico continua a crescere a ritmo sostenuto: all’interno di Fico ci sarà spazio anche per questo comparto?
Un settimo del terreno coltivato dentro Fico sarà biodinamico e quindi una parte della
narrazione sarà dedicata anche a questo tema, in collaborazione con l’associazione italiana di biodinamica.
Raccontando le varie tradizioni e tipicità culinarie della penisola, Fico può fare da propulsore per il turismo in Italia?
Sicuramente: finora abbiamo presentato Fico in oltre duecento Paesi nel mondo e altrettanti tour operator hanno mostrato interesse per noi venendo a visitare l’area;
inoltre, abbiamo lavorato sia con l’Enit che con la Farnesina.
L’obiettivo è raggiungere sei milioni di visitatori l’anno, di cui due di stranieri e quattro di italiani. Numeri realistici?
Certo. Fico sarà un posto dove imparare mentre ci si diverte: avremo moltissime scolaresche in visita e sono certa che sarà un luogo molto apprezzato da tutti. E il passaparola farà la sua parte.
Fico ha richiesto un investimento importante da parte di soggetti pubblici e privati. Quanto tempo ci vorrà per raggiungere il pareggio economico?
Credo che la questione economica vada considerata allargando l’orizzonte oltre i confini del parco. Fico avrà un impatto sociale notevole: sarà un beneficio per l’intero Paese e per tutto il sistema agroindustriale perché sarà una prestigiosa vetrina per i prodotti italiani, oltre a mettere in mostra la biodiversità e le tante piccole eccellenze della penisola: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.

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