Secondo Fipe, il 2021 sarà ancora un anno di fatturati in calo, mediamente del 20%. Il 66% dei responsabili di grandi aziende della filiera (industria, distribuzione e ristorazione) prevede una ripresa non prima del 2022-2023, mentre il 27% pensa che solo nel 2024 ci sarà una vera inversione del trend

Il Rapporto annuale sulla ristorazione in Italia per il 2020 presentato oggi da Fipe (e realizzato in collaborazione con Bain & Company e Trade Lab, alla presenza del ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti) appare come "un bollettino di guerra": un anno di pandemia "ha ridotto in macerie" uno dei settori maggiormente dinamici e attivi dell’economia italiana, quello dei pubblici esercizi. Che hanno perso -o meglio, hanno seppellito- 22.000 locali, "ventidue mila luoghi di incontro, di socialità, di vita" precisa, non a torto, Lino Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio-. In 14 mesi sono stati bruciati il doppio dei posti di lavoro creati tra 2013 e 2019, l’incertezza è diventata il sentimento prevalente e lo dimostra la riduzione del 50% del numero di nuove attività avviate nell’anno. La crisi non travolge solo l’offerta, ma influenza profondamente anche la domanda: i consumi degli italiani si sono fatti meno sofisticati, con la spesa alimentare domestica che non è riuscita a coprire nemmeno il 20% di quanto perso con lo stop a bar e ristoranti. D’altra parte, i nuovi usi e consumi degli italiani hanno spinto gli imprenditori del settore a puntare su nuovi servizi digitali, sulla diversificazione dell’offerta e una migliorata qualità dei prodotti agroalimentari, oltre che su una cucina in grado di renderli riconoscibili e valorizzarli.

L'Odissea dei ristoratori

"Dal primo lockdown ad oggi –prosegue Lino Enrico Stoppani– gli imprenditori dei pubblici esercizi hanno vissuto una vera e propria odissea, dovendo fare i conti con il crollo del loro fatturato, l’impossibilità a pianificare la loro attività e una diffusa sensazione di accanimento dei provvedimenti, non giustificato dai dati, nei loro confronti. Ai primi 70 giorni di chiusura forzata, si sono aggiunti altri mesi di confusione normativa collegata all’interpretazione delle prescrizioni da adottare per l’esercizio delle attività, per poi cominciare, subito dopo l’estate, con il valzer dei colori: un caos istituzionalizzato che permane, a un anno dall’avvio della pandemia e a ormai 6 mesi dall’avvio della campagna vaccinale. Eppure, nonostante tutto questo, l’85% degli imprenditori ha sostanzialmente fiducia di tornare in futuro ai livelli pre-pandemia, senza tuttavia l’illusione di tornare quelli di prima: gli imprenditori del settore hanno già cominciato un profondo processo di ripensamento e innovazione".

"Le novità introdotte per le riaperture serali dei pubblici esercizi e lo spostamento del coprifuoco –aggiunge il presidente- sono ulteriori importanti passi in avanti per il recupero della normalità operativa, pre-requisito per dare prospettive di fiducia ad imprenditori in grande difficoltà, sebbene rimanga la criticità per l’intrattenimento e le discoteche. Se a questo provvedimento si aggiungessero nuovi sostegni per consentire la gestione delle contingenti drammatiche difficoltà e a trattenere l’occupazione del settore, arginando la pericolosa dispersione di competenze, si aprirebbero scenari di vero rilancio per il settore".

Per il 59,2% delle imprese il fatturato è diminuito di oltre il 50%, per il 35,2% è calato fra il 10% e il 50%. Nel luglio 2020 le occasioni serali rappresentavano il 33%, dato crollato al 13% a febbraio 2021. Si ricordi che il 70% del fatturato di un ristornate si concentra nella fascia serale.

Un altro dato che caratterizza quest'epoca è la crescita del delivery: dal 3% al 10%.

Dal punto di vista dei consumi pro capite il settore della ristorazione è tornato al 1994 con 921 euro (nel 1994 erano 927 euro a prezzi 2020). I consumi fuori casa sono crollati da 85 miliardi nel 2019 a 54 miliardi nel 2020. Dei 128 miliardi di euro di consumi persi in quest'anno di pandemia, almeno 31 fanno capo alla ristorazione.

Il 23,7% non ha ricevuto ristori, e l'81% ha ricevuto un ristoro pari al 10% del fatturato.

Nuova campagna: #ilsolito. Il contributo dei produttori

Fipe-Confcommercio ha anche presentato, in collaborazione con alcuni marchi leader nel settore Horeca e Bain & Company, #ilsolito, campagna di comunicazione sviluppata da Yam112003 che interpreta il desiderio di milioni di italiani di tornare a frequentare e vivere i locali delle loro città. È questa l’idea centrale del video raccontato di Fipe realizzato con il supporto di Coca-Cola, Lavazza, Perfetti Van Melle e Sanpellegrino.

"Entrare in un locale conosciuto e chiedere il solito -spiega Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE- è un gesto normale per gli italiani, ma l’anno appena trascorso ha dimostrato che non è affatto scontato. Tra smartworking, limitazioni e chiusure si è infatti interrotto per lunghi mesi l’abitudine a gesti quotidiani (il caffè, l’aperitivo, il pasto fuori casa), che rendono la vita di tutti più umana e le città più vive e vivibili. L’estate sarà un banco di prova importante per ripartire in sicurezza: siamo pronti ad offrire ai nostri clienti il solito per costruire insieme una nuova normalità, sostenibile per le imprese, garantita per i consumatori".

"Nel corso di questa emergenza, come Sistema Coca-Cola in Italia abbiamo reinvestito più di 2,5 milioni di euro attraverso politiche commerciali, fiscali e di comunicazione dedicate, a sostegno dei nostri clienti del mondo del fuori casa e la campagna #IlSolito ci permette di continuare a stare accanto a questo settore strategico per l’economia nazionale -dichiara Raluca Vlad, direttore marketing di Coca-Cola Italia-. Attraverso questa campagna vogliamo invitare a riapprezzare il consumo nei pubblici esercizi, in sicurezza, ricordandoci di quelle piccole abitudini quotidiane che tanto ci sono mancate e che, ora che il canale sta ripartendo, potremo nuovamente apprezzare, perché a stare insieme c’è ancora più gusto".

"Lavazza non poteva mancare questa opportunità per supportare il canale fuori casa, attraverso un’iniziativa concreta che avesse delle ricadute reali su un settore in difficoltà – aggiunge Igor Nuzzi, regional director Italia e Svizzera Lavazza-.  Per questo abbiamo aderito volentieri alla campagna di comunicazione Il Solito, allo scopo di sostenere la ripresa dei consumi presso i pubblici esercizi. Lavazza, è rimasta sempre vicina ai baristi e ai ristoratori dal primo lockdown sino alle recenti restrizioni, continuando ad investire sul canale. Abbiamo implementato una strategia di lunga durata in termini di innovazione prodotto, attrezzature e strumenti di comunicazione, affiancati ad iniziative concrete per agevolare la messa in sicurezza dei locali e far riscoprire alle persone il piacere di piccoli gesti quotidiani come l’espresso al bar".

"Abbiamo aderito a questa campagna di comunicazione di Fipe-Confcommercio per essere ancora una volta a fianco dei nostri clienti e condividere con loro l’entusiasmo per questa “ripartenza”. – sottolinea Corrado Bianchi, amministratore delegato Perfetti Van Melle - Durante il lungo periodo della pandemia noi di Perfetti Van Melle abbiamo sempre cercato di dimostrare la nostra vicinanza ai pubblici esercizi attraverso iniziative e sostegni concreti. Oggi desideriamo sostenerli con una campagna che promuove e racconta il desiderio di tornare ad una normalità e che vede in prima linea i nostri due brand iconici Golia e Vivident, quali simboli di quotidianità che accompagnano il consumo fuori casa, la socialità, il relazionarci di persona. In tutti questi momenti che tanto ci mancano e che da sempre consideriamo “il solito”, noi con i nostri brand non vogliamo mancare".

Pasquale de Felice, direttore vendite Perfetti Van Melle ha aggiunto due dati di per sé icastici a rappresentare l'importanza dell'horeca su aziende mutlinazionali come Perfetti: 150.000 locali serviti, il traditional trade rappresenta il 50% del totale clientela.

"Abbiamo deciso di supportare la campagna #ilsolito per dare il nostro contributo, nella delicata fase della riapertura, ai nostri clienti e al settore dei pubblici esercizi duramente colpito dalle chiusure imposte dall’emergenza Covid-19 -conclude Stefano Marini, amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino-. Sosteniamo da tempo il mondo del fuori casa con politiche commerciali e iniziative concrete, a livello italiano e internazionale, come #supportrestaurants, pensata per favorire la ripresa dei luoghi dell’ospitalità e ristabilire un clima di serenità e fiducia affinché le persone ritrovino il piacere della buona tavola, in piena sicurezza. La nuova campagna di Fipe-Confcommercio sposa perfettamente questo approccio e, insieme ad altre attività che stiamo sviluppando, contribuisce a supportare la ripartenza del comparto del fuori casa".

 

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