Fiscalità a confronto, per un’idea di quanto accade

L'opinione – Il livello della pressione fiscale nei principali paesi Ocse è da valutare attentamente per un confronto corretto con la situazione nazionale (da MARKUP 210)

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Continuando le riflessioni sviluppate nell'ultimo numero di Mark up, conviene fare il punto sul livello della pressione fiscale nei principali paesi Ocse. Non che il confronto internazionale possa farci sentire meglio o peggio perché altri stanno peggio o meglio di noi: serve solo a farsi un'idea più precisa di quello che è accaduto e che sta accadendo.

La Pfa
La "pressione fiscale apparente" è il rapporto (percentuale) tra gettito derivante da imposte dirette, indirette, contributi sociali e imposte in conto capitale, e Pil. È la solita definizione di pressione fiscale - quella che, per l'Italia, sta crescendo rapidamente proprio in questi mesi e che dovrebbe raggiungere in media d'anno il 45,2% . L'aggettivo "apparente", a mio avviso, è necessario, perché suggerisce che si tratta di un rapporto calcolato su dati così come pervengono ai sistemi contabili, piuttosto che indicare un onere fiscale per qualche contribuente, o gravante su qualche base imponibile. Non indica neppure la misura della pretesa fiscale da parte della Pubblica amministrazione, che dovrebbe basarsi sulle aliquote legali dei vari tributi.
Moltissimi italiani pagano in imposte e tasse molto più del 45,2% del loro reddito (prodotto, consumato, risparmiato), molti ne pagano parecchio meno, qualcuno non paga proprio nulla. Insomma, la pressione fiscale apparente (Pfa) è calcolata in rapporto a un Pil che dentro ha il 17,5% di sommerso economico, frazione sulla quale non vengono versati tributi. Se rapportassimo il gettito apparente al Pil emerso, la pressione fiscale effettiva o legale, quella gravante, cioè, sui contribuenti in regola, raggiungerebbe il 55% del reddito. Infine, poiché i tassi di sommerso economico degli altri paesi sono molto ridotti rispetto a quello italiano, le pressioni legali mostrerebbero differenze ancora più accentuate di quelle osservabili sulla Pfa.

Top 8
I primi 8 posti della classifica pubblicata qui a fianco sono occupati dai paesi nordici, caratterizzati dalla presenza di uno Stato sociale funzionante; poi dalla Francia e dall'Italia. Considerando che, secondo un'idea diffusa e probabilmente condivisibile, l'amministrazione francese è piuttosto efficiente, si rileva che l'anomalia tra i paesi con la maggiore Pfa è proprio l'Italia. Alla generalizzata insoddisfazione sulla qualità dell'output pubblico si associa uno dei più onerosi parametri fiscali.
Scorrendo la classifica si vede subito che tra Norvegia e Germania c'è già uno stacco di quasi due punti e mezzo e che quindi una pressione al 40% non si registra più, passando per il 38,1% del Regno Unito e il 32,9% della Spagna, per arrivare al 26% degli Stati Uniti. Questi numeri vanno tenuti a mente quando valutiamo i problemi dei nostri partner. È vero, per esempio, che i titoli spagnoli hanno oggi uno spread rispetto a quelli tedeschi un po' più elevato dei nostri Btp, ma è anche vero che ci sono 12 punti di pressione fiscale di distanza tra noi e la Spagna. In termini sociali - dimensione che oggi va obbligatoriamente considerata in accoppiata a quella economico-finanziaria - l'impatto di una medesima restrizione fiscale è molto differente a seconda del punto di partenza sul quale va incidere.

Riduzioni drastiche
In termini di variazione assoluta della Pfa tra 2000 e 2012. Trascurando i paesi piccoli e il Giappone, che hanno comunque un basso livello di Pfa, tra i paesi grandi che hanno incrementato significativamente la pressione c'è solo l'Italia (di 2,1 punti, dal 43,1 al 45,2%). Regno Unito e Francia mostrano variazioni trascurabili. I paesi nordici hanno ridotto la pressione in modo drastico: -6,3 punti la Svezia, -4 la Finlandia, -2,8 la Danimarca e, sorpresa, -2,5 punti la Germania. A colpo d'occhio sono molti di più quelli che riducono la pressione fiscale di quelli che l'aumentano e, in sintesi, la media dell'Europa a 27 scende di un punto percentuale.

L'anomalia della nostra presenza
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Allegati

210_Bella

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