Foodu: un modello di eCommerce partecipativo nell’agroalimentare

Una startup food tech che si propone rivoluzionare il rapporto tra consumatori e filiera facendo scegliere ai primi cosa mettere in vendita

Il progetto è nato nel giugno del 2020, in piena pandemia, dall’idea di due trentenni pugliesi di Palo del Colle (Bari): Antonella Fasano e Paolo Pannarale. Quell'idea si chiama Foodu e vuole essere una nuova piattaforma di eCommerce partecipativo.

Di cosa si tratta? La startup food-tech vuole sperimentare un modello di filiera agroalimentare in Italia in cui è la community dei consumatori che propone e decide cosa mettere in vendita. Lo sviluppo è ancora agli albori, ma l'iniziativa merita comunque di essere inserita tra quelle «to watch».

Come funziona? Chiunque può unirsi alla community di Foodu: esperti indipendenti ne valutano la qualità, mentre un gruppo di consumatori, dei veri e propri clienti chiamati "approver", testano in anteprima i prodotti a prezzi scontati valutandone il gusto. Solo se il prodotto è reputato sia sano che buono è messo in vendita per tutti sul portale.

"In 12 mesi abbiamo coinvolto oltre 1.000 persone e realizzato circa 22.000 consumer test", spiega la founder e Ceo Antonella Fasano: "La gente partecipa perché da un lato impara a riconoscere la qualità di nuovi prodotti, confrontandoli con quelli a scaffale nei supermercati, dall’altro offre recensioni utilissime per la selezione del nostro paniere, che al momento conta circa 500 prodotti, ma ha l’obiettivo di portarli in poco tempo a 1.500, base minima per fare una spesa completa".

Per espandere la propria presenza nel mercato della spesa online, coinvolgere nuovi soci e accompagnare anche i produttori in un processo di trasformazione “consumer centric”, Foodu lancia dal 21 ottobre online su Mamacrowd (https://mamacrowd.com/project/foodu), la sua prima campagna di equity crowdfunding: la startup punta a raccogliere un massimo di 300.000 euro, equivalente al 14,2% delle quote societarie.

Secondo un sondaggio realizzato dallo stesso Foodu, l’89% dei piccoli e medi produttori immette sul mercato i propri prodotti senza farli testare preventivamente dai consumatori. Per rispondere a questa esigenza, Foodu ha implementato anche una linea di servizi b2b, una piattaforma di consumer science digitalizzata a servizio dei produttori. "Il coinvolgimento del consumatore è uno dei principali trend di mercato, anche nel settore agroalimentare", spiega Paolo Pannarale, fondatore e Cto di Foodu: "Il nostro community test digitalizzato aiuta il produttore ottenere tutte le informazioni necessarie a migliorare il prodotto in maniera estremamente semplice e ad un budget consono".

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