Gli europei e la relazione cibo-salute: stili di vita ed abitudini alimentari a confronto

Consumi – I produttori studiano stili di vita e abitudini alimentari degli europei

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1. “vita sana” dona una sicurezza eccessiva
2. Una dieta qualitativa può non essere corretta nelle quantità


Cosa ne pensano gli europei del cibo e quali sono le attitudini della popolazione nei vari paesi?
Le aziende alimentari, cosmetiche e farmaceutiche hanno trovato negli ultimi anni una grande fonte di “ispirazione” per il loro ciclo d'innovazione e sviluppo di nuovi prodotti, nella cresciuta sensibilità del consumatore al legame nutrizione-salute/benessere, evidenziando bisogni evidenti o latenti nella domanda e concretizzandoli in prodotti più o meno innovativi, ma comunque cercando di offrire al consumatore risposte ai nuovi bisogni nutrizionali e funzionali. Qual è attualmente la percezione di questa relazione nutrizione-benessere/salute? Come il consumatore si presenta oggi alle aziende? Come si sono evolute le sue esigenze in quest'ambito?
Qual è il livello di conoscenza di ingredienti anche particolari (Omega 3,antiossidanti, Ogm, aspartame, ecc.)? Ha senso comunicarli come benefit e/o reason why, nelle strategie di comunicazione?

Coscienza collettiva
Tns ha tentato di rispondere ad alcune di queste domande attraverso un'indagine effettuata a livello europeo, su 7 grandi paesi (Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Germania, Olanda e Russia) tra di loro molto diversi nell'approccio all'alimentazione.
Ne emerge comunque un quadro molto coerente, almeno dal punto di vista dell'evoluzione di una coscienza collettiva che spinge nella direzione della consapevolezza.
Con l'obiettivo di segmentare la popolazione e valutare come sono gli stili di vita in relazione a queste abitudini si è proceduto ad analizzare abitudini e atteggiamenti.
La segmentazione è stata realizzata tenendo in considerazione variabili quali il livello di consapevolezza del proprio stile alimentare, adeguatezza della dieta per uno stile di vita sano, consumo di frutta e verdura, conoscenza di ingredienti, approccio al movimento e esercizio fisico, fumo e consumo di alcolici, incluso l'Indice di massa corporea, Bmi.

Due macro gruppi
Le risultanze evidenziano che esistono fondamentalmente due stili di vita (sano, 57% della popolazione, e malsano, 43%) che mostrano tutto un insieme di abitudini e attitudini caratterizzanti le due tipologie.
È interessante osservare che chi ha uno stile di vita molto sano sia convinto di avere una sana alimentazione e la maggior parte degli intervistati di questo gruppo ritiene di consumare abitualmente il giusto quantitativo di cibo. Chi invece sembra avere uno stile di vita molto malsano mostra qualche perplessità rispetto alla propria alimentazione e solo il 19% di questi dichiara di consumare il giusto quantitativo (vs il 42% di chi ha uno stile di vita molto sano).
Tra coloro che hanno uno “stile di vita sano”, nonostante le buone abitudini alimentari, circa 1/3 è sovrappeso. Quasi tutti coloro che hanno uno stile di vita molto sano affermano inoltre che la propria dieta attesta uno stile di vita sano. Il 42% di questi dichiara di mangiare la giusta quantità di cibo, sebbene il 41% degli stessi ammetta che qualche volta mangia più del dovuto.
Ciò che differenzia molto i segmenti opposti è la frequenza con cui si svolge un'attività fisica. In media, chi ha uno stile di vita molto sano fa circa 7 ore di attività fisica a settimana, la media è molto più bassa per chi ha uno stile di vita non sano (circa un'ora). Questa tendenza è confermata anche dal fatto che solo il 7% di chi non ha uno stile di vita sano fa sport almeno una volta a settimana, al contrario la percentuale sale all'85% per chi ha uno stile di vita molto sano.
Per quanto riguarda gli spostamenti abituali, per andare al lavoro o a scuola, naturalmente chi segue uno stile di vita molto sano tendenzialmente preferisce camminare, andare in bicicletta o usare i mezzi pubblici, rispetto al segmento opposto il cui mezzo preferito è l'auto. In linea con la media europea, gli italiani affermano di non aver seguito una dieta specifica nel corso dell'ultimo anno.
Tra i diversi tipi di dieta, quella ipocalorica è la maggiormente seguita soprattutto dalle donne italiane dai 25 ai 34 anni. Fra le altre diete seguite, quella a basso apporto di carboidrati.
L'origine della sensibilità
Come si crea questa coscienza alimentare e questa sensibilità al benessere? Gli intervistati confermano di ritenersi informati rispetto a queste tematiche (72%) e utilizzano diverse fonti, per informarsi. Fra queste, riviste, internet e naturalmente, professionisti, medici, farmacisti.
A dispetto di quanti identificano l'Italia con il paese dei maccheroni e della pizza, la popolazione italiana, insieme a quella russa, è quella che consuma il maggior quantitativo di frutta e verdura, nonché di pasti vegetariani. Il 64% degli italiani dichiara di consumare frutta e verdura quotidianamente, mentre per carne e pesce, ne dichiarano un consumo settimanale l'80% e il 76%, rispettivamente.
Tendenzialmente in Italia vi è una predilezione per la preparazione dei pasti in casa. Se mangiano fuori casa, gli italiani lo fanno soprattutto a pranzo. Il pranzo fuori casa non significa necessariamente mangiare al ristorante o nei bar, molto spesso, infatti, ciò che viene preparato a casa si consuma a scuola o sul luogo di lavoro. Altro elemento d'informazione è relativo alla conoscenza di elementi/ingredienti contenuti negli alimenti. Tra i più conosciuti e ricercati in Italia si rilevano gli Omega 3 (81% in Europa, 75% in Italia), le vitamine ( 87% in Europa, 75% in Italia) i sali minerali, gli Ogm e a seguire molti altri.
In generale, gli europei non hanno dubbi sul fatto che una sana alimentazione sia in grado di ridurre il rischio di cancro e anche sul fatto che questo eviti la necessità di prendere regolarmente supplementi vitaminici (78% in accordo). Inoltre, due terzi degli europei considerati presta attenzione alle etichette (66%, in Italia 81%). Eccezione in alcuni Paesi, Francia, Germania e Spagna, dove circa due terzi degli intervistati hanno risposto che le etichette su cibo e bevande sono difficili da comprendere (rispettivamente 72%, 65%, 65%). In Italia il 58% condivide questa difficoltà, mentre un 88% è d'accordo sul fatto che le etichette presenti sui prodotti alimentari e sulle bevande possano aiutarci ad alimentarci in modo più salutare, dimostrando un buon livello di fiducia nelle informazioni presenti sulle confezioni.
Per quanto riguarda la propensione verso prodotti biologici, i pareri all'interno dell'Europa sono discordanti. Circa metà degli intervistati dichiara di consumarne regolarmente. Le motivazioni principali sembrano variare nei diversi paesi. Francia, Germania, Russia e Spagna pensano si tratti di prodotti più salubri, mentre per gli olandesi sembra importante per evitare l'utilizzo smodato di integratori per gli animali e di pesticidi per l'ambiente. Per gli abitanti del Regno Unito è solo una questione di gusto: i prodotti biologici sono migliori. Su una cosa però siamo tutti d'accordo: il prezzo è la barriera principale al consumo di questa tipologia di prodotti.
La percezione degli europei e degli italiani nei confronti della relazione nutrizione/benessere sembra.
La relazione è chiara per più di due terzi degli intervistati in tutti i paesi. Le persone con uno stile di vita sano hanno sicuramente notevole sensibilità al problema. D'altro canto, più del 43% degli Europei dichiara di avere abitudini riconducibili a uno stile di vita “non sano”. È da notare che il target over 55 è sottorappresentato nel segmento con abitudini “non sane”: più si invecchia, più ci si sensibilizza al problema! *Tns

Segmentazione per paese
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Fonti d'informazione
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Consuetudini legate al movimento
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Praticano regolarmente una disciplina in ITALIA
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Allegati

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