Gli expo teen si rigenerano con stimoli personali e condivisi

Un gruppo di adolescenti che vive la propria identità come “esposizione”. Tra i lori miti tecnologia, pratica mediatica ed esplorazione estetica (Da MARK UP 176)

1. Profonde radici nella cultura giapponese


Gli expo teen rappresentano gli adolescenti e il loro mondo ancora più problematico e misterioso. Le indicazioni più significative arrivano dal Giappone dove i teen-ager di entrambi i sessi hanno ormai una tradizione ventennale di sperimentazione sulla propria identità estetica che non ha eguali nel mondo. Il mix straordinariamente originale che la cultura giapponese propone tra tensione gregaria (riconoscere il gruppo più che l'individuo) ed esuberanza creativa (attingere da qualsiasi fonte, creando accostamenti impensabili in altri paesi), ha reso le strade di Tokyo o di Osaka tra le più ricche di stimoli per fotografi e creativi di tutto il mondo. Lanciare e seguire nuove mode vestimentarie (dalle Gangooro girls degli anni '90 fino alle loro espressioni più estreme immortalate qualche anno fa da Toscani in un catalogo Benetton), o proporre comportamenti border line (dagli Hikikomori che vivono una vita virtuale chiusi nella loro stanza alle teen-ager che vendono online la propria biancheria intima), costituisce ormai un modello che influenza anche altre società asiatiche e non solo, trovando la sua piena espressione nella definizione Jap Pop. Al di là dell'esempio giapponese, e delle sue connotazioni estreme, gli expo teen si moltiplicano nel mondo e possono essere identificati in quei teen-ager che vivono la propria identità come “esposizione” (e che comprende l'esibizione, ma anche l'esposizione alle tecnologie, l'uso dei codici delle tribù, la sensibilità ai vari linguaggi con la musica in prima linea), creando su questo il proprio mondo estetico. I genitori e i “maestri di vita” sono per loro praticamente assenti (il 64% dei padri giapponesi trascorre meno di 2 ore al giorno con i propri figli, weekend compresi), sostituiti dai supporti tecnologici, condivisi con il gruppo dei pari. Nel loro mondo la moda si incontra con l'arte, la grafica e il design, e da expo teen - con il crescere dell'età -, molti diventano exper teen e linker people. Con il Giappone altri paesi di punta nell'espressione del fenomeno sono gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la stessa Italia.

Il mito della tecnologia

Nel mondo dei teen-ager si rafforza il mito della competenza tecnologica, della pratica mediatica, dell'esplorazione estetica permanente, ben espressa dal successo delle nuove band musicali di giovanissimi che propongono un mix di performance underground e passaparola in internet. Il fenomeno è stato battezzato come “Rock in the net”. E perfino il festival di San Remo con la categoria San Remo Web sembra aver intuito il fenomeno. In altri casi si tratta di sperimentare e applicare nuovi brandelli di conoscenza, attraverso esperienze interattive, per essere più performativi, e sedurre attraverso “un saper fare” senza oggetto, direzione, senza valori precisi, fondandosi sulla disperata esigenza di essere in qualche modo riconosciuti. In questo caso segnaliamo il “riconoscimento senza riconoscenza” tipico di questo nucleo generazionale, che si rigenera continuamente, attraverso un aggiornamento permanente realizzato su stimoli personali e condivisi. La memoria è, infatti, orizzontale e mai verticale, si impegna nelle associazioni mentali più ardite, ma rifiuta il filtro della coscienza critica, adottando una modalità squisitamente narcisistica. La maggioranza dei teen-ager - vivendo permanentemente sulla soglia dell'esposizione mediatica e tecnologica - sviluppa un'ipersensibilità reattiva, che in molti casi conduce alla labilità psicologica. Le tensioni e le sollecitazioni che molti di loro subiscono, immersi in un contesto che il loro grado di maturità non può sostenere, provoca scompensi e disturbi dell'identità, o reazioni che vanno dal bullismo aggressivo nei confronti dei propri compagni fino alla depressione e all'anoressia di molte ragazze. In questo senso è importante proporre stimoli e suggestioni che aiutino a trasformare l'ipersensibilità in motivazione creativa ed espressiva, sostituendo il voyerismo con possibili nuove forme estetiche che si avvicinano all'arte.

Chi sono gli expo teen

  • Sono teen-ager che vivono la propria identità come “esposizione” (e che comprende l'esibizione, ma anche l'esposizione alle tecnologie, l'uso dei codici delle tribù, la sensibilità ai vari linguaggi con la musica in prima linea) creando su questo il proprio mondo estetico.
  • Nel loro mondo la moda si incontra con l'arte, la grafica e il design.
  • Rafforzano il mito della competenza tecnologica, della pratica mediatica e dell'esplorazione estetica permanente.

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