Gli italiani online tra “appification” e polarizzazione generazionale

L’utilizzo delle app ormai rappresenta il 75% del totale del tempo speso online. La dieta mediatica cambia notevolmente tra giovani e senior

Nessun ritorno al passato e al pre-pandemia per quanto riguarda gli italiani e la quantità di tempo speso online. L'accelerazione digitale imposta dall'emergenza sanitaria, infatti, nel 2021 risulta consolidata, con 40,9 milioni di italiani che ogni mese si connettono a internet per 2 ore e 37 minuti al giorno in media: un tasso di penetrazione del 75% sulla popolazione maggiorenne, dato in crescita del 6% rispetto al 2019, ma ancora lontano dai livelli dei Paesi digitalmente più evoluti (Usa 91% e Uk 86%).

Questo un primo scenario tracciato dai dati di misurazione dell’audience digitale di Comscore relativamente allo scorso anno.
Se è vero, tuttavia, che a livello macro rispetto al 2020 molte cose non cambiano, è fondamentale sottolineare due tendenze centrali in via di ulteriore sviluppo.

Il primo trend è la cosiddetta "appification", ovvero la concentrazione del tempo speso online sulle app, che vantano una quota del 75% con sbilanciamento sui colossi della rete. Le prime 10 app per penetrazione sul mercato italiano sono infatti tutte di proprietà di Facebook, Google e Amazon e rappresentano il 58% del totale tempo speso. In quanto a crescita, invece, è interessante notare che mentre nel 2020 l'ascesa era tutta delle app per le videoconferenze, come Zoom, nel 2021 a guadagnare rapidamente terreno sono soluzioni come l’AppIO e Poste ID, a conferma di un sempre più intenso utilizzo della rete per servizi di pubblica utilità.

La seconda tendenza di portata significativa anche e soprattutto lato strategie di marketing e comunicazione è quella della progressiva polarizzazione e differenziazione delle diete mediatiche degli italiani rispetto alla variabile generazionale. Già lo stesso tempo medio speso online, per la verità, racchiude al suo interno giovani (18-24 anni) che passano su internet 3 ore e 17 minuti al giorno, ovvero quasi un’ora in più rispetto alle classi d’età più mature (45+ con 2 ore e 25 minuti al giorno). Lo stesso discorso riguarda canali e categorie. La televisione, ad esempio, guardando al dato medio risulta ancora largamente prevalente (76%), ma analizzando nel dettaglio l’articolazione socio-demografica si osservano notevoli differenze. Nel segmento 18-24 anni la componente digital è decisamente prevalente (65%) con la categoria intrattenimento online (dominata dai provider di video online) che pesa per un 30% a fronte del 35% della televisione. La fascia d’età 25-34 anni registra una distribuzione più equilibrata (55% tv e 45% digital) mentre il peso della televisione cresce proporzionalmente all’aumentare dell’età fino a raggiungere l’84% nel segmento 45+. Ne deriva la necessaria messa a punto di soluzioni molto diverse per rivolgersi all'uno o all'altro target.

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