Gli opinionisti di Mark Up – Massimo Moretti

Sviluppo, segnali di ripresa, ma ancora con rischi (da Mark Up n. 254)

Partiamo  dal  dato  più  incoraggiante,  finalmente siamo ripartiti alla grande con gli sviluppi. Se l’anno scorso parlavo di cantieri aperti (con la solita italica diffidenza sulle buone notizie) quest’anno celebriamo le aperture reali. Arese (Finiper), Roncadelle (Ikea Centres), Bussolengo (Auchan), Scalo Milano (Promos), Grand’Apulia (Svicom),Grosseto (Igd). Quantità e tanta qualità, prodotti di pieno respiro europeo. Confermiamo quindi poco più di  400.000  mq  di  nuova  Gla;  e  se  ne  prevedono  altrettanti per l’anno prossimo. E poi arriverà Westfield (a proposito, nuovo socio di Cncc). La macchina che alimenta prima di tutto l’edilizia del paese (pensate all’investimento di più di 300 milioni di euro per ilCentro ad Arese), recupera aree dismesse, dà lavoro (2.000 persone sempre per ilCentro) è ripartita a buoni ritmi. E sui fatturati dei nostri retailer? I dati della Commissione studi Cncc, mostrano luci e ombre: a parità bene fino ad aprile (poco più del 2% sullo stesso periodo del 2015, che registrava già un incremento), per poi evidenziare un appiattimento, un rallentamento che dovrebbe protrarsi (mancano ancora i dati  in  elaborazione)  sull’estate.  Un  dato  preoccupante  a  livello domestico, dove non riusciamo a far decollare con forza la ripresa, ma non altrettanto in una visione europea/internazionale, visto il livello di consumi europeo mediamente debole. Peccato, perché a fine 2015 ci sembrava di vedere finalmente una bella accelerazione, non un semplice incremento. Manteniamoci vigili su questo rallentamento della ripresa. Va bene anche a livello di valori di compravendite e rendimenti, ma siamo sempre nelle ultime posizioni fra i paesi economicamente avanzati. Quello che preoccupa veramente i player stranieri sull’Italia è il referendum. A margine degli incontri di lavoro e dei contatti legati all’Icsc (International Council of Shopping Center), il coro è univoco. La vittoria del no sarebbe vista negativamente: con conseguenti impatti sul mercato italiano. Con il no vedrebbero un indebolimento dell’esecutivo (francamente credo non gli interessi Renzi, vogliono semplicemente  stabilità),  ritengono  che  la  riforma  costituzionale  costituisca  una  semplificazione  del  “funzionamento”  statale  e soprattutto, più velatamente, se vincesse il no sarebbe un macigno sulla credibilità italiana come capacità riformistica. Così è se vi pare. E francamente, visto l’argomento in discussione, che non ha dirette implicazioni di politica internazionale o economica, credo una volta tanto siano in buona fede. Cosa faremo al Mapic (fra le tante cose), e soprattutto quale sarebbe la mia maggiore speranza? Il rilancio del sud, come mercato per lo sviluppo (dei retailer e di nuovi centri commerciali) e soprattutto per il rilancio forte della presenza dell’area nell’ambito delle transazioni immobiliari. Quando ho chiesto ad Alexander otto i motivi dell’acquisto del centro commerciale di Pompei da parte del big player tedesco Ece, la risposta è stata chiara e disarmante: i numeri. Dobbiamo liberare il sud Italia di una cappa di negatività e luoghi comuni spesso alimentati direttamente o indirettamente anche da noi italiani. Ci interrogheremo al Mapic, in un convegno ad hoc (insieme a Mark Up), sulle potenzialità del sud Italia nel retail real estate, e lo faremo semplicemente mostrando i numeri, che in tanti centri commerciali sono spesso sorprendentemente positivi. Del resto se all’orizzonte si vedono un po’ di nubi, queste non vengono dall’Italia. sono preoccupazioni europee. Invecchiamento della popolazione e sviluppo demografico quasi nullo (alimentato solo dall’immigrazione) una crescita della disuguaglianza sociale all’interno dell’Europa (letto e discusso durante l’ultimo Icsc Advisory Board europeo che v’assicuro non è un consesso di veterocomunisti), bassa crescita economica di lungo periodo. Temi forti di lungo periodo, da affrontare con oggettività.

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