Gli osservatori di MARK UP – La produzione di pere va rilanciata

Articolo pubblicato su MARK UP 88/89 gennaio/febbraio 2002 – Valorizzazione: il prodotto nostrano merita più attenzione, soprattutto per l’export


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Le quantità sono elevate. L’offerta si concentra negli ultimi 3 mesi. Manca un’identità precisa

In ambito europeo l’Italia
è il principale paese
produttore ed esportatore
di pere. L’offerta
supera le 900.000 tonnellate
l’anno, pari al 40% del
totale comunitario. La pera
è un frutto a maturazione
autunnale: la commercializzazione
si concentra
nell’ultimo trimestre
dell’anno. Due regioni
da sole, Emilia Romagna
e Veneto, assicurano
i 4/5 dei volumi immessi.

L’offerta. La gamma nazionale
è centrata su una
decina di varietà, alcune
delle quali destinate quasi
per intero all’industria
conserviera. La concentrazione
su poche varietà
consente agli operatori agricoli
di godere delle economie
di scala derivanti
dalla specializzazione.
D’altra parte, l’offerta è
ancora poco pronta a recepire
l’evoluzione dei
gusti dei consumatori ed
è condizionata dalla capacità
di assorbimento
del mercato interno. Il
consumo ristagna da
tempo. L’export è uno
sbocco ma di natura residuale,
ammontando a
100.000 tonnellate annue.

Le diverse varietà si distinguono
per dimensioni,
colore della polpa e digeribilità
delle pere. Tuttavia,
come per molti altri
prodotti ortofrutticoli, le
specifiche di ciascuna risultano
per lo più sconosciute
all’acquirente: il prodotto soffre
quindi di un’identità
limitata.

Lo scarso appeal
del prodotto si rileva
dall’analisi svolta
per la costruzione
della catena del
valore: agli operatori
del settore primario
viene riconosciuto
solo un
terzo del prezzo finale.

Inoltre, il consumo
di pere nostrane
risente negativamente,
seppur in maniera
indiretta, anche della presenza
di prodotto di provenienza
extracomunitaria
che allunga il calendario
dell’offerta ai mesi di
giugno e luglio, quando la
produzione nazionale è
assente.

Le leve. In una situazione
di questo genere i principali
sforzi per rivitalizzare
le varietà attuali devono
venire orientati verso
azioni di marketing
volte a fornire a precisi
target di consumatori gli
elementi segnaletici dei
valori del frutto. Le varietà
più resistenti e adatte
a essere commercializzate
come snack devono
puntare su un target giovanile.
Il prodotto classico
può impostare un programma
centrato sulla
valorizzazione della tipicità
del prodotto, garantita
nell’area emiliano-romagnola
dal recente ottenimento
del marchio Igp
(Indicazione geografica
protetta).

L’esistenza di un logo
consente una più efficace
identificazione del prodotto
e aiuta il processo
di fidelizzazione a una
specifica varietà. Una politica
di questo tipo è favorita
dalla canalizzazione
del prodotto commercializzato
prevalentemente
dalle tipologie a libero
servizio, che rappresentano
il 40% delle vendite
a volume. In genere,
il moltiplicarsi delle occasioni
d’uso e delle modalità
di consumo costituisce
un volano per incrementare
il livello dei consumi.

Per quanto riguarda l’estero
è possibile definire
una specializzazione varietale
per destinazione,
evitando gli affollamenti
propri di altre produzioni
agricole.

All’interno del paniere
ortofrutticolo la pera è il
prodotto che rappresenta
meglio la diversità di
stili alimentari dei vari
paesi comunitari. Le
vendite del frutto nei
paesi dell’Europa centrosettentrionale
sono meno
della metà di quelle
dell’Europa mediterranea:
esistono quindi significativi
margini di miglioramento.

In futuro il sistema produttivo
nazionale sarà
chiamato a specializzare
la produzione in funzione
del mercato di riferimento:
un’area di destinazione
per le singole varietà.
In questo modo la produzione
nostrana sarà in
grado di valorizzare al
meglio un frutto che è caratteristico
del nostro
paese.

  Valori da comunicare  
  La pera è un tipo di frutta nostrano, proveniente da zone vocate in Emilia e Veneto. La comunicazione dovrebbe mettere in luce:
? l’origine e la varietà;
? il contenuto di zuccheri, fibre, potassio e vitamina C;
? la gamma: per dimensione, colore, selezione;
? gli accoppiamenti gastronomici con prodotti locali.
 
     

Allegati

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