Grana Padano più forte dei dazi e delle imitazioni

Il Grana Padano si conferma il prodotto Dop più consumato al mondo, e continua a crescere. Nel 2019 sono state prodotte 5.182.585 con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06% (149.297 forme in più).

“Una crescita che assume un significato ancora più forte se pensiamo che negli ultimi dieci anni il trend positivo ha superato il 22,5%, pari ad incremento del 2% annuo. Tutto questo acquisisce ancor più valore se teniamo conto del contesto in cui il risultato è stato raggiunto. Da una parte il periodo di crisi generalizzata, in ogni settore, e dall’altra decisioni internazionali, prime fra tutti quelle dei dazi, che per un prodotto come il nostro sono oltremodo penalizzanti. Se aggiungiamo a tutto questo anche la confusione che il consumatore si trova ad affrontare quando deve acquistare, a causa della mancanza di informazioni chiare sia nei punti vendita sia nei menù della ristorazione, è facile capire come sia complesso per noi e il nostro sistema operare scelte imprenditoriali guardando al futuro con serenità”, ha commentato il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi durante l’Assemblea Generale di fine anno tenutasi presso il Gardaland Resort di Castelnuovo del Garda (VR) con la partecipazione in videoconferenza del Ministro delle politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Teresa Bellanova, che ha aggiunto: “Lo abbiamo detto in Europa e voglio ribadirlo nuovamente qui: non possiamo essere vittime di algoritmi nazionali. Come si può pensare che vicino al marchio DOP europeo sul Grana Padano poi si possa trovare il nutriscore che mette il semaforo arancione o rosso. È inaccettabile. Vogliamo tutela piena e stiamo lavorando per un’alternativa come il sistema a batteria che tiene in considerazione il fabbisogno quotidiano e non demonizza i singoli ingredienti".

Se siamo il secondo Paese al mondo per longevità dopo il Giappone - ha continuato il ministro - è anche frutto della nostra dieta. E allora su cosa mettere in etichetta credo dovremmo essere ascoltati. Per questo è necessaria anche in Italia una vera alleanza con i consumatori. Oggi, ribadendo un concetto per noi determinante, si è detto che chi compra vuole sapere cosa mette nel suo piatto e prima ancora nel suo carrello. Vuole fare scelte consapevoli. Rivendica il diritto di essere informato. E di potersi orientare nel migliore dei modi. Quindi anche sugli scaffali serve chiarezza. È importante lavorare in questa direzione. La Grande distribuzione svolge un ruolo centrale sia per i produttori che per i consumatori e noi abbiamo bisogno di far dialogare tutte le parti con trasparenza. Servono spazi dedicati ai nostri marchi geografici, serve una valorizzazione anche in termine di presentazione del prodotto”.

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