Greenpackt, le confezioni per i detersivi monodose sono in cartone riciclato

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Pensato in ottica di sostenibilità ambientale, il sistema brevettato di Fameccanica ha già ottenuto l’interesse dei principali operatori e player, italiani e internazionali con i quali sono in corso trattative

Confezioni per detersivi monodose prodotte utilizzando cartone riciclato con funzionalità simili a quelle dell’omologa confezione tradizionale, ma con un impatto ecologico molto ridotto, è il risultato del progetto Greenpackt di Fameccanica, società di automazione e robotica per l'industria dei beni di largo consumo, di proprietà di Angelini Industries, gruppo industriale che opera in 21 paesi nel mondo.

“Greenpackt apre una porta sul futuro di un mercato strategico, non ancora presidiato, offrendo opportunità più ecologiche, etiche e sostenibili" dichiara Alessandro Bulfon amministratore delegato di Fameccanica.

Con Greenpackt per la prima volta al mondo viene industrializzata e automatizzata la produzione di confezioni per detersivi monodose sostenibili dal punto di vista ambientale. Un’idea che nasce come risposta a una presenza sugli scaffali dei supermercati di una elevata quantità di imballaggi di plastica e dal fatto che Fameccanica “produce le linee converting per i detergenti monodose”, da lì si è arrivati all’idea di poter offrire una soluzione che integrasse converting più packaging, spiega Paola Olivieri head of team development di Fameccanica.

Risultato del lavoro di un team dedicato di ingegneri altamente specializzati in meccatronica Greenpackt è una soluzione integrata macchina-prodotto, che coinvolge l’intera supply chain, dalla selezione delle materie prime alla loro lavorazione che può essere realizzata attraverso due macchine, una adatta per la produzione di scatole a partire da un foglio di cartone già personalizzato, e l’altra per realizzare buste realizzare formati stand-up pouch, buste richiudibili tramite zip, composte da carta accoppiata a polimeri idrosolubili, innocui per l’ambiente, o carta accoppiata a biopolimeri compostabili,  a loro volta completamente riciclabili nella carta.

I nuovi pack in cartone riciclato di Greenpackt

Entrambe le confezioni hanno un sistema di apertura a prova di bambino e un meccanismo di chiusura che garantisce la massima sicurezza, con un meccanismo di chiusura sicuro che ha superato i test previsti dalla normativa.

La carbon footprint dei nuovi pack

Secondo i dati diffusi da Fimeccanica per una confezione Greenpackt da 20 monodosi, pesante 58,7 g, il ‘carbon footprint’ è di 83,4 g CO2 equivalente (eq), mentre per una confezione tradizionale in PP da 15 monodosi e con un peso di 57 g, si stima un carbon footprint di 178,6 g CO2 eq.

Greenpackt è un patto tra tecnologia e ambiente per rendere l'industria del packaging sostenibile al 100%. Questo vuol dire che se si sostituisse ogni nuova confezione tradizionale prodotta con il progetto Greenpackt, sarebbe come piantare, ogni anno, circa 4 milioni di giovani alberi o soddisfare il fabbisogno energetico annuo di quasi 70mila famiglie italiane. Inoltre, l’uso di carta riciclata ha come risultato un risparmio nei costi, perché la carta riciclata risente meno dei rincari energetici e perché vi è una maggiore disponibilità di carta riciclata con una possibilità di approvvigionamento più accessibile.

Greepack raccoglie le esigenze dei player di mercato e i risultati emersi dagli studi di fattibilità richiesti a Fameccanica. Esigenze che avevano un riscontro anche guardando al mondo del consumatore che “conferma il trend di movimento dalla plastica alla carta e cartone e presenta una tendenza che va dalla plastica alla carta e cartone” – sottolinea Paola Olivieri.

Le confezioni del progetto Greenpackt sono state oggetto di un panel test per “capire quale potesse essere l’accoglienza di quel prodotto da parte di chi di fatto lo deve utilizzare; siamo andati avanti con il panel test e abbiamo fornito dei pacchetti molto vicini alla produzione in serie; abbiamo visto che la user experience è stata positiva e che l’imballaggio è entrato nel vissuto quotidiano delle famiglie che sono state coinvolte nel panel test”, racconta Paola Olivieri, con un imballaggio che presenta caratteristiche di robustezza e che è adatto alla alla movimentazione.

 

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