Grom, prosegue il piano di aperture all’estero

Positivo il bilancio di Grom dopo l’acquisizione avvenuta tre anni fa da parte della multinazionale Unilever. Il numero di punti vendita è salito a 88, distribuiti in otto paesi, determinando un incremento delle assunzioni ed il raddoppio dei turni in laboratorio a Torino.

L’ingresso nel portafoglio della multinazionale ha di fatto aperto possibilità di accedere alla tecnologia per la lavorazione del gelato di alta qualità su larga scala. Due i fattori decisivi: il legame con l’agricoltura e i segreti della produzione dell’azienda Grom da un lato, le competenze per la trasformazione di Unilever dall’altro, hanno reso possibile utilizzare la medesima ricetta per il gelato artigianale Grom nei circuiti di produzione del gelato confezionato.

A sottolineare lo spessore di questa innovazione, sono i seguenti dati: in Italia, si consumano in media 12 chili di gelato pro capite l’anno, di cui il 70% in gelateria. Negli Stati Uniti, si arriva in media a 22 chili di gelato, ma solo lo 0,01% è acquistato in gelateria. Le differenze nelle abitudini di consumo sono palesi e importanti per il successo di Grom. La valutazione di questi aspetti ha favorito la produzione del gelato confezionato così da garantire all’azienda l’apertura al mercato internazionale.

Grom riserva alcune novità. Per il prossimo anno, è prevista la produzione di un biscotto al cioccolato con fior di latte e torrone per omaggiare il Piemonte. La novità più entusiasmante per il futuro dell’azienda è però rappresentata dall’apertura a settembre di una nuova gelateria a Shanghai.

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