Nella crescita complessiva di Gruppo Caviro l'export è uno dei driver più potenti: +17% rispetto al complessivo +8%, incremento del fatturato consolidato, 390 milioni di euro. Nella composizione dei ricavi per prodotto/categoria, il comparto vino domina con il 65% e cresce - a livello di export - del +6%.
"In un anno in cui i consumi di vino in grande distribuzione hanno registrato una flessione noi aumentiamo il fatturato trainato principalmente dalle esportazioni -conferma Carlo Dalmonte, Presidente di Caviro-. Lo sviluppo del vino italiano dovrà rivolgere lo sguardo con sempre maggiore attenzione ai mercati esteri. In generale, il Gruppo ha dimostrato grande flessibilità in un anno caratterizzato da frenate e improvvise ripartenze. Un legame sempre più stretto con la filiera, i risultati dei tanti investimenti realizzati negli anni per la sostenibilità, e una struttura coesa hanno dato concretezza e valore economico alla gestione rendendo Caviro un gigante agile".
Dando un’occhiata ad altri numeri chiave del bilancio, si nota una netta crescita del patrimonio netto, che passa da 89 milioni di euro nel 2020 a 123 milioni di euro nel 2021, e dell’Ebitda che sale da 27 milioni di euro (incidenza su fatturato: 7,4%) a 31 milioni di euro (8%). L’utile di esercizio (ricordiamo che l'anno fiscale ha chiuso il 31 agosto 2021) è di 8,7 milioni di euro, mentre gli investimenti realizzati dal Gruppo hanno raggiunto quota 22 milioni di euro. Nel corso della vendemmia 2020 i conferimenti ordinari dei soci sono stati liquidati a un valore mediamente superiore del 7% rispetto ai prezzi di mercato.
Vino: Regno Unito primo mercato di sbocco
La crescita dell'export nel vino (Caviro sca, Cesari e Leonardo da Vinci SpA) è anche da ricondurre alla diversificazione dei prodotti dal punto di vista del mercato e del territorio di provenienza (7 le Regioni italiane rappresentate dal Gruppo). Nel comparto daily prevale lo storico marchio Tavernello, il vino più consumato in Italia e il vino italiano più venduto al mondo. Caviro è al primo posto per vendite nei vini confezionati (market share: 6,7% a valore e 13,4% in volume). Nel segmento premium sono andati bene i marchi delle società controllate Leonardo da Vinci e Cesari e Vigneti Romio, il nuovo marchio di Caviro sca .
Il Regno Unito, con il 36%, si conferma primo mercato di destinazione delle esportazioni, seguito da Stati Uniti (12,5%) e Germania (11,5%). Gli altri principali mercati esteri nel mondo del vino sono, in ordine, Canada, Svizzera, Francia, Giappone, Cina e Russia.
I risultati (molto buoni) dell'economia circolare
Molto buoni i risultati di Caviro Extra, società controllata che porta avanti e completa l’economia circolare del Gruppo valorizzando i sottoprodotti della produzione trasformandoli in prodotti nobili, alcol ed energia. Nel 2020/2021 Extra ha dimostrato una buona capacità di aprire nuovi business con un incremento di fatturato del 23% rispetto all'anno fiscale precedente.
"Il segmento B2B del non vino ha evidenziato performance straordinarie, un risultato dovuto a fattori contingenti ma anche alla capacità di Extra di penetrare nuovi mercati - aggiunge Carlo Dalmonte-. Il legame con la filiera e gli investimenti in economia circolare sono per noi elementi concreti e non operazioni di puro green washing, questi numeri lo evidenziano".
Investimenti in sostenibilità
Nel 2020/21 l’azienda ha investito circa 22 milioni di euro in impianti e tecnologie rivolti a migliorare le proprie performance ambientali, un obiettivo che il Gruppo si prefigge da anni e che caratterizzerà anche la gestione 2022. Nell’ambito di questo percorso, nel 2021 è stata introdotta la funzione interna Sustainability Management, affidata a un team di sole donne. Il Sustainability Management ha già definito tre obiettivi strategici che caratterizzeranno il triennio 2021-2024 del Gruppo: "Il primo step sarà la certificazione del bilancio di sostenibilità che verrà presentato a marzo 2022 -racconta SimonPietro Felice, direttore generale di Caviro-. Entrando poi nel merito dei progetti del prossimo triennio puntiamo all’integrazione del Piano della sostenibilità con il piano industriale a livello di azioni, risorse, costi e investimenti e a portare la sostenibilità in vigna attraverso la diffusione di un protocollo condiviso tra i soci. Il terzo progetto -conclude Felice- riguarda la business continuity in ottica di risorse umane e formazione".