Novecentotrentacinque eventi in programma, 60 laboratori del gusto e 90 appuntamenti su prenotazione. Più di mille gli espositori distribuiti tra i 12mila metri quadri del Valentino e gli oltre 3mila del centro. Sono i numeri del Salone del Gusto di Torino che ha aperto i battenti e che proseguirà per cinque giorni trasformando l'intera città sabauda nella capitale del gusto. Una kermesse del tutto rivoluzionata, a partire dal nome che ora ha in testa “Terra Madre”.
E nella mission del suo creatore, Carlo Petrini, un tempo la costola più politica e agricola della manifestazione, Terra Madre appunto, adesso è al centro di tutto. “La nostra rete nel mondo deve essere messa in evidenza e lo facciamo a partire dal nome della manifestazione” – conferma Daniele Buttignol, segretario generale di Slow Food Italia.
La rivoluzione riguarda forma e sostanza. Organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino dal 22 al 26 settembre, è la prima volta che l’evento si sposta nel cuore della città, uscendo dal polo fieristico, per venire incontro al pubblico. Niente più biglietto, quindi, né padiglioni, ma pagode bianche dislocate in tutte le vie del centro per dare sede agli espositori accorsi da ogni angolo del globo.
Moltissime le novità di questa edizione, in cui si celebrano anche i 30 anni di attività di Slow Food in Italia.
143 i Paesi che partecipano con oltre 7.000 delegati pronti a sposare il tema della Terra Madre, fil rouge dell'edizione 2016, che punta al milione di visitatori. Persino il nome della kermesse è stato modificato in Terra Madre Salone del Gusto, perché i protagonisti assoluti sono coloro che il cibo lo coltivano, lo producono, lo cucinano.