Maurizio Danese, coordinatore associazione grossisti horeca
In seguito nuovo dpcm che prevede chiusure anticipate di bar e ristoranti, i grossisti horeca stimano una perdita di ricavi pari a 1 miliardo di euro

Dietro la ristorazione lavora una filiera costituita di quasi 4.000 aziende e 58.000 dipendenti. Questa filiera accuserà da oggi ulteriori perdite per circa 1 miliardo di euro, in seguito alle misure restrittive introdotte dall'ultimo dpcm. Complessivamente, nel 2020 al sistema distributivo nel canale horeca verranno a mancare introiti per oltre 8 miliardi di euro, circa il 50% del proprio fatturato. "Dietro alle saracinesche chiuse di bar e ristoranti ci siamo anche noi -aggiunge Maurizio Danese, presidente di GH Grossisti Horeca, l’associazione che rappresenta le principali aziende italiane del food nel canale del fuori casa (ristoranti, hotel, bar, ecc.), oltre alle mense collettive e al catering- e il Governo non potrà non tenerne conto nei piani di ristoro che sta redigendo. Chiediamo aiuti concreti e immediati".

"Da marzo ad oggi –prosegue Danese– abbiamo garantito la tenuta del comparto con politiche aziendali cuscinetto tra produttori e canale horeca, sopperendo alla mancanza di liquidità dei nostri clienti subendo anche importanti perdite su crediti, tutto per sostenere il settore. Questa seconda ondata non mette a rischio solo la nostra esistenza, ma anche quella di migliaia di piccoli produttori italiani, che rappresentano la grande maggioranza delle nostre provviste. Il rischio di acquisizioni da parte di multinazionali straniere si sta moltiplicando e con il loro ingresso l’italianità a tavola ne uscirebbe stravolta. In questo periodo ci sentiamo come portatori di vivande in trincee decimate da smart working e nuovi lockdown: se non ci salviamo tutti morirà un asset fondamentale dell’ospitalità made in Italy".

 

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