I 3 macro trend della comunicazione visual per il 2018

Cosa vogliono vedere i consumatori? Rispondono gli esperti di Getty Images, che individuano tendenze imprescindibili da interiorizzare per quei brand che intendono creare un vero legame con le nuove generazioni

Appuntamento annuale con le tendenze della comunicazione visual accuratamente rilevate dagli esperti di Getty Images. Sono tre i macro-trend della fotografia e delle immagini individuati per il 2018.

Le tendenze visive che prevediamo essere importanti per i marchi e le imprese nel 2018 mostrano un senso di ottimismo: una visione di cambiamento, di nuovi eroi e di creatività inesorabile - Andy Saunders, vicepresidente senior Creative Content di Getty

Non si tratta infatti solo di mere scelte artistiche da relegare in una dimensione a sé stante rispetto al mondo del business e del marketing. Parliamo di dinamiche socio-culturali più ampie e significative, imprescindibili da conoscere e interiorizzare per quelle aziende e quei brand che intendono creare un legame duraturo ed efficace con le nuove generazioni.

Marchi come Diesel (da ultimo con la campagna #GoWithTheFlow) o Benetton (che ha ripreso non a caso la collaborazione con Oliviero Toscani), rappresentano un buon esempio se parliamo di creatività al passo con i tempi e agganciata a significati artistico-culturali più profondi.

  1. Secondo Rinascimento

    In un'epoca in cui fare una fotografia non è mai stato tanto facile si riaccende e recupera valore l'idea di artigianalità. Assistiamo a un secondo Rinascimento con immagini più quiete e contemplative che ripartono dal canone della storia dell'arte (A Seat at the Table di Solange Knowles ispirata a La Monna Lisa e Gangs, Signs & Prayer di Stormzy che riprende L'Ultima Cena). Si tratta anche di una rivendicazione delle forme ereditate in chiave però anti-stereotipante, dando voce alle diversity socio-culturali e alle varietà etniche. Il sentimento è: riscriviamo una narrativa più ricca e positiva.Assistiamo a un simile impulso anche su Instagram, in linea con il posizionamento della Gen Z sul tema della diversità etnica. Gli artisti Sunny Dolat e Laetitia Ky celebrano ad esempio la fisicità, introducendo volti di colore in contesti che in precedenza li ignoravano.
  2. Realismo concettuale

    Realistico, autentico, credibile. Sono queste le parole d'ordine che dominano il mercato commerciale. Le scene dal sapore irraggiungibile e "aspirazionali" non ci fanno più sentire in sintonia. I consumatori sono diventati creatori di contenuti imperfetti e le immagini fai-da-te sembrano a tutti più oneste. Poiché la fiducia nei media diminuisce, desideriamo ardentemente che le immagini sembrino reali, anche se l'idea in quanto tale non lo è: da qui il termine "realismo concettuale" - come la bizzarra ma autentica campagna S/S 2017 di Kate Spade - che emerge per soddisfare questa esigenza con una serie di driver visivi e sociali a lungo termine.
  3. Mascolinità rivista

    Mentre sulla stampa domina il dibattito relativo a una mascolinità tossica e opprimente, le immagini creative ed artistiche puntano a liberare gli uomini da stereotipi visivi di lunga data. L'dea è quella di creare visioni meno maschili e meno prescrittive della mascolinità e aiutare i marchi a intessere un'interazione emotivamente più ricca con gli uomini. Al momento, infatti, questo target nelle rappresentazioni di marketing sembra ridotto a pochi e banalizzanti ruoli irrealistici (vedi l'esigenza di sviluppare anche il trend sopra) come il "papà incompetente", l'"eroe" o il "ragazzo duro".

Tre tendenze da tenere ben presente per chi fa comunicazione e decide della brand image. Pena: risultare irrilevanti, obsoleti o peggio fastidiosi agli occhi del consumatore.

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