I big della Gdo ora pagano meglio

Lo studio annuale di Mediobanca sui bilanci di cinque dei maggiori retailer italiani mostra uno scenario complesso, con andamenti differenziati e diverse strategie in atto

Un quadro di globale sofferenza caratterizzato da tassi di crescita marginali, con valori assoluti contraddistinti dallo zero virgola abbinati a numeri negativi, anche a doppia cifra: lo scenario ritratto dall’Ufficio Studi di Mediobanca nell’edizione 2013 dell’analisi basate sullo studio dei singoli bilanci di cinque big della Gdo (Auchan, Carrefour, Coop, Esselunga e Gruppo Gecos-Pam-Panorama) riflette un settore in difficoltà, non solo nei risultati, ma anche nella sua capacità di rispondere alla crisi in maniera più efficace, benché tra le pieghe si possano individuare segnali di ristrutturazione. Il fatturato globale espresso da tutte le insegne è cresciuto dello 0,3% rispetto al 2010-2011, percentuale che sale allo 0,8% se ci si riferisce al fatturato al dettaglio. Diminuisce anche il numero medio degli addetti (117.455), confermando all’interno di queste reti di vendita una minore attenzione al servizio, come dimostra la progressiva diffusione di soluzioni che tendono a privilegiare il libero servizio a svantaggio delle formule servite. Inoltre, aumenta leggermente la dimensione dei pdv diretti, che supera i 4.000 mq (contro i 3.999,072 del 2010, con un incremento dell’1,7%), anche se la lettura dei dati riferiti alle singole insegne indica superfici medie minori. In aumento anche il numero dei pdv di proprietà, a conferma dell’attenzione alla leva patrimoniale anche (o forse soprattutto) in tempi di crisi, al di là dello sviluppo e delle eventuali dismissioni parziale della rete.

Questione di format
In questo contesto, rimangono alcune certezze: come già lo scorso anno, Esselunga continua la sua marcia solitaria, con risultati positivi, fortemente differenzianti rispetto ai competitor e (almeno apparentemente) non facili da raggiungere. L’aumento del fatturato a livello sia complessivo sia al dettaglio (che registrano entrambi un lusinghiero +3,9% rispetto all’esercizio 2010-2011), del numero medio dei dipendenti e della superficie dei pdv diretti (anche in assenza di uno sviluppo sul territorio, proseguito nel 2012, ma rimasto fermo nel 2011 come testimonia il numero identico dei pdv di proprietà nel 2010 e nel 2011) confermano che il modello di business del gruppo guidato da Bernardo Caprotti continua a mantenere, anche in questi tempi difficili, la propria vitalità e la sua capacità sia di intercettare le voglie e i bisogni dei consumatori sia di esprimere un’organizzazione efficiente. Infatti, i dati relativi alla produttività (per pdv come per mq) ulteriormente migliorati nonostante gli effetti della crisi rimangono in una “ fascia premium”. Indubbiamente si tratta di performance in parte spiegabili con la concentrazione del Gruppo su un unico formato di vendita, replicato in maniera sempre uguale a se stesso (a parte ritocchi nei particolari), sviluppato in aree di minore estensione (ma a maggiore densità abitativa e potenzialità economica) rispetto a quelle in cui operano gli altri competitor. Nel 2011, la superficie media per pdv si è attestata poco sopra i 2.800 mq, rendendo l’in- segna sempre più interprete delle dimensioni medio-grandi.

Scelte diversificate
Nel caso degli altri big, le analisi di Mediobanca confermano le strategie dichiarate da tempo dalle stesse aziende: Coop, che mostra le performance più vicine (o meno distanti, ad esclusione dei dati sulla produttività) a quelle di Esselunga, conferma la propria leadership a livello nazionale con una rete che copre tutte le tipologie di vendita; gli indicatori considerati mostrano un gruppo che regge la situazione, pur senza evidenti spinte in avanti (da vero leader). Auchan (i cui dati comprendono anche la rete di super e superette Simply) rimane l’unica che, rispetto ai competitor, mantiene una netta propensione per gli ipermercati e le grandi superfici. Carrefour mostra anche quest’anno performance in flessione, sulle quali pesano senza dubbio gli ipermercati, non compensate dal dinamismo e dai risultati degli altri formati, dove sono concentrati a ricercare soluzioni più efficienti non solo in termini di organizzazione interna, ma anche in flussi di clienti ancora inesplorati. Infine, Gecos Pam mostra performance che in- dicano la ristrutturazione e i lavori in corso in atto.

Tempi di pagamento
Sin dalla prima edizione di questo studio, Mediobanca fornisce anche un’indicazione -rigorosamente numerica- dei rapporti dei retailer con i fornitori (rapporto percentuale tra debiti com merciali e acquisti di beni e servizi). L’importanza del dato consiste soprattutto nel fornire qualche elemento sui tempi di pagamenti, anche se quest’anno i dati sono stati riclassificati e i confronti, quindi, risultano poco omogenei. Rispetto allo scorso anno, comunque, si nota un miglioramento da parte di tutte le insegne coinvolte, difficile comunque da attribuire a una vera volontà dei retailer di diventare più virtuosi. Coop ed Esselunga, già vicino ai tempi richiesti poi dall’articolo 62 con 71,2 e 78,84 giorni di pagamento (da loro stessi sempre dichiarati peraltro), hanno nettamente migliorato queste tempistiche, scendendo rispettivamente a 70,81 e 68,62 come giorni per effettuare i pagamenti. Ma sensibili riduzioni nei tempi registrano anche Carrefour (da 120,8 a 102,6) e Auchan (da 142,3 a 121,55), mentre Pam si attesta a 113,15 giorni. Le possibilità di miglioramento, quindi, non mancano.

Allegati

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