I consumatori giovani si coinvolgono con esperienze immersive

Museo Borderless Tokyo Foto: courtesy of Chiara Bertoletti
Il 69% degli italiani vuole partecipare fisicamente agli eventi e non essere solo spettatore. Spazio quindi a ologrammi, realtà virtuale...

Difficilmente troverete un altro museo come quello nella foto sopra, che, dato l'interesse internazionale suscitato, richiede una prenotazione con largo anticipo per poter essere visitato. Stiamo parlando del Borderless di Tokyo, un'esperienza assolutamente unica di arte interattiva e in costante trasformazione, che mostra tutto il potenziale dell'unione sapiente tra nuove tecnologie e cultura.

Un caso emblematico per tutti quegli spazi fisici e forme di intrattenimento che guardano al futuro dell'engagement. Non a caso secondo una nuova ricerca europea, commissionata da Epson e intitolata "The Experiential Future", il 69% degli italiani (quasi 7 su 10) vuole partecipare fisicamente agli eventi e non essere solo spettatore. Per i giovani, poi, la percentuale aumenta.

Il 73% dei Millennial intervistati ha partecipato negli ultimi 12 mesi a un evento o a un'attrazione in cui è stato coinvolto in un'esperienza diretta, mentre più della metà degli stessi (66%) ritiene che la tecnologia immersiva non sia utilizzata a sufficienza in occasione di eventi. Il 70% della Generazione X concorda inoltre sul fatto che preferisce eventi o attrazioni che includono un elemento esperienziale, seguita dai Millennial (67%), dalla Generazione Z (61%) e dai Baby Boomer (58%). In sintesi: più è giovane il pubblico che si vuole raggiungere e maggiore è la possibilità di ottenere buoni risultati con un coinvolgimento esperienziale.

Non solo. Il 74% dei Millennial vorrebbe rivivere l'esperienza fatta, così come il 68% delle Generazioni X e Z e il 60% dei Baby Boomer, dimostrando che le tecnologie esperienziali aiutano a stimolare il coinvolgimento di visitatori e clienti per nuove visite.

Proiezioni su larga scala, display interattivi, ologrammi, realtà virtuale e aumentata sono alcuni degli strumenti che vengono in aiuto a mondo retail, turistico e degli eventi di brand per coinvolgere i consumatori con una nuova esperienza. Come ci insegna infatti il neuromarketing, più che l'informazione in quanto tale è l'emozione che, per sua stessa natura, il nostro cervello ricorda meglio, usando quest'ultima come parametro di scelta. Largo quindi alla sua creazione.

 

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