I limiti dell’attuale legislazione: molte le incertezze sulla sicurezza

Packaging Freschi –

La prevedibile espansione dell’uso delle nanotecnologie nel comparto food packaging sta suscitando quesiti sulla loro sicurezza e sul vuoto legislativo venutosi a creare. Crescono le preoccupazioni per i rischi legati all’esposizione indiretta a nanoparticelle migrate dall’imballaggio al prodotto. Le nanoparticelle hanno un rapporto superficie/volume superiore a quello delle loro forme “normali” e possono avere proprietà fisiche, chimiche e biologiche molto diverse. Nell’autunno del 2008 l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha pubblicato un parere dove afferma che molte delle incertezze sulla sicurezza delle nanotecnologie nel settore alimentare non sono ancora state chiarite e dove raccomanda ulteriori ricerche. Efsa scrive che i principali dubbi derivano dalle scarse conoscenze sugli effetti delle nanoparticelle sulla salute umana e sull’ambiente. L’autorità sostiene inoltre che è difficile individuare, misurare e identificare le nanoparticelle negli alimenti e nella matrice biologica; che ci sono pochissime informazioni relative alla tossicocinetica e alla tossicologia. Sottolinea inoltre come a oggi non sia nota l’entità dell’uso dei nanomateriali nel settore alimentare e mangimistico. La norma comunitaria che si occupa dei temi della composizione, delle caratteristiche e dell’utilizzo dei materiali a contatto con gli alimenti è il Regolamento 1935/2004/Ce. Questa legge stabilisce che i materiali destinati al contatto con gli alimenti devono essere idonei a tale uso e sostanzialmente inattivi in modo da non cedere al prodotto contaminanti in quantità tali da costituire un pericolo per la salute umana o da determinare modificazioni inaccettabili nella composizione dell’alimento o nelle sue caratteristiche. Questo principio vale per qualsiasi materiale che possa trasferire i suoi costituenti all’alimento con risultati inaccettabili e riguarda quindi anche la migrazione dei nanocomponenti. È pertanto implicito che la quantità di sostanze migrate e le caratteristiche dei migranti siano note, cosa che nel caso dei nanocomponenti non è sempre vera. La stessa norma prevede il ricorso a test pro-attivi sui componenti in modo da identificare i potenziali rischi legati alla loro migrazione. Nel caso dei nanocomponenti questo non è sempre possibile. Il Regolamento 1935/2004/Ue fa anche riferimento all’uso degli “imballaggi attivi ed intelligenti”, li riconosce come “non inerti” e dà precise raccomandazioni per il loro utilizzo. Gli imballaggi attivi possono modificare la composizione o le caratteristiche sensoriali degli alimenti solo se tali cambiamenti rispettano la pertinente normativa comunitaria. Pertanto ogni nanocomponente rilasciato dall’ìmballaggio dovrebbe essere già stato valutato e classificato alla stregua di un qualsiasi altro additivo alimentare. Alle prescrizioni normative di carattere generale l’Unione europea ha affiancato norme specifiche su plastica, ceramica e cellulosa rigenerata. Altri materiali (carta, cartone, gomma, vernici, inchiostri e adesivi) sono regolamentati da norme nazionali o da standard industriali. Tutte queste norme prevedono che i componenti e gli additivi ammessi per la fabbricazione dei materiali siano elencati in liste positive. Le loro restrizioni all’uso sono espresse sotto forma di limiti alla migrazione negli alimenti o come limiti nella composizione dei materiali. Queste regole valgono anche per i nanomateriali, ma i limiti di migrazione definiti per i corrispondenti composti di normali dimensioni non sono applicabili ai loro nanoequivalenti a causa delle possibili differenze in termini di caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche. La normativa Ue definisce anche le procedure analitiche. Non è stato ancora appurato se le attuali procedure valgano anche per la migrazione delle nanoparticelle dall’imballaggio all’alimento. In ambito comunitario si sta valutando un documento che potrebbe presto trasformarsi in una proposta di norma sull’uso di sostanze e materiali che per le loro caratteristiche sono difficilmente assoggettabili alle leggi esistenti, fino ad allora i nanomateriali continueranno a essere soggetti all’impianto legislativo esistente.

Limits of current legislation: the lack of knowledge about the impacts

The foreseeable extensive use of nanotechnologies by fresh food packaging industry is stirring up safety and regulatory questions. Many people fear risk of indirect exposure due to potential migration of nanoparticles from packaging. Nanoparticles have a surface areas/ volume rate higher then their conventional forms and may reveal considerably different physical, chemical and biological properties. In fall 2008 Efsa (European Food Safety Authority) issued a draft opinion which stated that there are uncertainties over the safe use of nanotechnology for foodstuffs, so more research is recommended. The Authority wrote: “The main concerns stem from the lack of knowledge about the potential effects and impacts of nano-sized materials on human health and the environment” and that there is a “difficulty to characterise, detect and measure engineered nanomaterials in food/feed and biological matrices”. The Authority says that there are limited information available related to aspects of toxicokinetics and toxicology, besides “The current usage levels of engineered nanomaterials in the food and feed area is unknown”. The main Eu regulatory framework related to composition, properties and use of food contact materials and articles is the Regulation (EC) 1935/2004. It states that any material intended for food contact must be suitably and inactive to avoid that the substances are transferred to products, in such quantities to harm human health or to bring about an unacceptable change in food composition or properties. This rule is for any material that may transfer its constituents into food with unbearable results and it affects also the migration of “nanocomponents” from packaging. This implies that the transfer rate and the properties of migrated substance are known, but for the nanocomponents this is not always true. The same Regulation requires proactive testing of components to identify their potential hazard and determine any dose-response. The Regulation (EC) 1935/2004 also applies to the use of: “active packaging” and “intelligent packaging”, it recognizes that they are not inert by design, and, therefore, addresses the main requirements for their use. Active packaging may change the composition or sensorial properties of foods only if the changes comply with the EU provisions valid for them. So any nano-sized ingredient intended to be released would have to be evaluated as a direct food additive. In addition to the general provisions of the framework regulation, EU has specific rules for plastics, ceramics and regenerated cellulose. Other materials (paper, paperboard, rubber, coatings, inks and adhesives) fall under national laws or industrial standards. The general approach is that the material ingredients, additives and more are included in positive lists of admitted ingredients. Restrictions on these substances take the form of limits of their migration into foodstuffs or limits on the composition of the materials. These rules are relevant also for nanomaterials but the safe maximum migration limits that have been determined for macro-components can not be applied to their nano-equivalents, due to possible differences in their physic, chemical or biological properties. EU regulation describes also test procedures. It has to be already determined if the current test procedures are valid also with respect to the possible transfer of nanoparticles from materials into foods. The current legislation clearly places the responsibility of products safety on the manufacturers’ shoulders; they have to carry out an adequate risk assessment based on data for migration, toxicity and intake. A working document is currently being discussed by the European Commission and Member States, it may become a proposal for rules on substances and materials that are tricky and not dealt with elsewhere in the legislation. Until such legislation is completed and adopted, nano-materials will continue to be dealt with by a combination of general EU food law and more specific controls on particular materials and articles.

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