I rincari rischiano di frenare la crescita del vino

Gli aumenti dei costi delle materie prime e della logistica mettono a rischio l’export. Un’azienda su cinque in difficoltà per il blocco dei listini in gdo

Rialzo del costo delle materie prime, listini bloccati nella gdo e i consumi nella ristorazione in picchiata a causa del rischio contagi creato dalla pandemia: gli imprenditori del vino alzano la voce: rischiamo la paralisi.

Quintuplicati i costi, trasporti marittimi in difficoltà

Gli aumenti del costo delle materie prime stanno diventando insostenibili: vetro, capsule, tappi, carta e cartone, legno, packaging. L’incremento di quelli energetici crea difficoltà logistiche e all’export, specie Oltreoceano. Tutto questo rischia di frenare l’aumento delle esportazioni del vino italiano che nei primi 9 mesi del 2021 era ancora a due cifre, intorno al 15% per i vini Dop, con importanti rialzi, in particolare, nel Sudest asiatico. “I costi sono quintuplicati e non si prevedono sconti sui trasporti marittimi verso gli Stati Uniti o l’Asia -spiegano alcuni produttori- rischiamo di spedire solo 3 container invece dei 5 inviati lo scorso anno”.

Ventimila aziende legate all’horeca non ricevono ordini da Natale

I timori dei contraccolpi dei rincari sono anche sul mercato interno, dove i prezzi nella grande distribuzione, si lamenta, sono bloccati da mesi, nonostante i rincari dell’energia e di tutti materiali necessari: “Il 20% almeno delle cantine di dimensioni medio-grandi, che vendono nella gdo, non rientrano più nei costi per via del blocco dei listini. Le aziende legate al canale horeca, circa 20mila, non ricevono ordini da Natale: serve liquidità alle imprese del vino, si rischia la paralisi in Emilia-Romagna” denuncia Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna. Il rischio è quello di frenare la spinta alla premiumizzazione delle etichette nel largo consumo, un fenomeno cresciuto negli ultimi anni e che ha avuto un balzo con la pandemia. “La stragrande maggioranza fatica ad accettare le stesse condizioni del periodo pre-stangata senza via d’uscita” sottolinea il presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia Romagna, Mirco Gianaroli.

La decisione dell’Europarlamento sul dossier Beca rischia di dare il colpo decisivo

Ma i cahiers de doléances del mondo vino non finiscono qui. All’orizzonte c’è l’imminente decisione del Parlamento europeo, che si riunirà in plenaria, sul dossier del Comitato speciale Beca (Beating Cancer) legato al piano europeo contro il cancro. Il rischio è una penalizzazione in etichetta sugli alcolici, che potrebbero esser bollati come pericolosi per la salute, indipendentemente dal loro livello di consumo, con limitazioni alla pubblicità, rialzo delle accise: una cascata di provvedimenti che porterebbero a deprimere i consumi. Tra questi anche il taglio ai fondi di promozione del vino. “Questa limitazione è già stata usato dalla Commissione per il bando sulla promozione dell’ agroalimentare –fa notare Paolo Castelletti segretario generale Unione Italiana Vini-. Sul mercato Ue si sono penalizzati nel punteggio all’accesso ai fondi i prodotti alcolici, senza distinguere tra vino e superalcolici, oltre a carni e insaccati”.

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