I superalcolici si polarizzano, ma soffrono più di altri la crisi

Beverage - Superalcolici – Un comparto estremamente frammentato nei mondi e nel numero di brand di riferimento

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1. Si allarga l’offerta
nell’ambito del prezzo
basso anche in canali
meno propensi
2. L’andamento non è
omogeneo nei numerosi
segmenti
3. Rispunta come arma in
più la territorialità

Frammentazione. È questa la
parola più adeguata per descrivere
il mercato italiano degli
spirit. Il comparto superalcolici
è, infatti, suddiviso in
svariati mondi: vodka, grappa,
rum, whisky e così via. Non solo:
ogni segmento è, spesso, ulteriormente
diversificato al proprio
interno. Così, per esempio,
nel caso della vodka si trovano
le varianti bianche e quelle aromatizzate,
mentre nel mondo
del rum vi sono referenze diverse
per provenienza e anni di invecchiamento.
Il risultato è una
molteplicità di prodotti, differenti
per le caratteristiche organolettiche,
le modalità di consumo
e il target. Naturalmente
anche la forbice di prezzo può
aprirsi in maniera significativa,
costituendo, così, un’ulteriore,
importante, variabile. Sul
versante dei consumatori tanta
abbondanza di opzioni si traduce
in una discreta vivacità di
posizionamenti e di occasioni di
consumo. Nella mappa centrale
si evincono le coordinate principali
di riconoscimento.

I contenuti dell'articolo

  • I consumi
  • Il mercato
  • Uno scaffale molto affollato
  • I segmenti
  • Il posizionamento dei principali alcolici
  • Le innovazioni
  • Crescono gli estimatori: tequila a caccia di quote di mercato
  • Tequila: le strade come quelle del vino
  • Le categorie
  • Il peso della Germania
  • Digestivi e ammazza-caffè

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