Le aziende del largo consumo, sia fronte industria che fronte retail, sanno usare i social media per parlare in maniera efficace con il proprio pubblico? Ebbene, la capacità di gestione dei social da parte delle imprese, e il livello di performace raggiunto, è ancora al di sotto della sufficienza. Questo è la prima fondamentale evidenza emersa dal convegno “Il dialogo con il consumatore attraverso i social media”, organizzato da IBC (associazione industrie beni di consumo). Come mai le aziende italiane sono ancora poco performanti nella comunicazione on line? Spiega Guido di Fraia, direttore executive master in social media marketing Iulm: “Delle 310 grandi aziende che abbiamo analizzato, il 2% dei player dell’alimentare non ha un sito internet, mentre il 31% del campione contattato non ha una presenza sui social media. Inoltre, nonostante in molti siano sui social (da facebook a twitter) non li aggiornano, facendone quindi un uso periferico, e certamente non strategico”. E, come ha detto Luca Colombo, country manager Facebook Italia, a commento di questi dati: “Essere sui social e non usarli è anche peggio che non esserci”. Infine: parecchie aziende non linkano le propre pagine social al sito web, dimostrando di non comprendere appieno come funziona il mezzo internet.
Come aiutare, allora, le imprese a essere più efficaci su internet? Chiosa Fraia: “Serve che ci sia una strategia dietro all’uso dei social media, che parta dall’azienda e che non si deleghi, come spesso accade, alle agenzie di comunicazione esterne. Del resto, sui media classici, non si dà alle agenzie il compito di fare una strategia di business per ottenere risultati di vendita. Perché per i social dovrebbe essere diverso?”. Molto semplicemente, l’invito unanime dei relatori IBC è di considerare i social come uno strumento di marketing al pari di quelli più tradizionali, che va utilizzato studiando un modello di business efficace. Conferma in proposito Stefano Agostini, presidente e ad Sanpellegrino: “Anche noi ci stiamo strutturando per fa sì che i nostri community manager siano perfettamente integrati al resto dell’attività di marketing. É un processo lungo e che deve essere ancora migliorato, ma lavoriamo in questa direzione”.