Icam Cioccolato presenta il suo primo bilancio di sostenibilità

Responsabilità verso la filiera di produzione, la comunità e il pianeta: il cioccolato sostenibile definisce gli obiettivi per un impatto sempre più lieve su società e ambiente

Icam, azienda lecchese specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, da oltre 70 anni è impegnata nella produzione di cioccolato sostenibile e di alta qualità. Un approccio che da sempre indirizza tutte le scelte aziendali e che la porta oggi ad annunciare il suo primo bilancio di sostenibilità. Composto di cinque principali aree di interesse, il bilancio analizza in maniera approfondita gli aspetti sociali e ambientali che concorrono a delineare le responsabilità dell’azienda nei confronti della società.

L’azienda mette quindi nero su bianco gli asset considerati di primaria importanza e definisce i nuovi traguardi per il futuro, tra questi: ridurre del 50% i consumi idrici entro il 2020, ridurre la percentuale di materiale non riciclato per il confezionamento delle tavolette di cioccolato e incrementare ulteriormente la quota di cacao da approvvigionamento diretto.

In particolare, sul versante filiera, l'azienda ha adottato una strategia di integrazione verticale volta all’approvvigionamento diretto del cacao: presente in Repubblica Domenicana, Uganda e Perù, Icam ha instaurato con i coltivatori delle piantagioni un proficuo rapporto di collaborazione, impegnandosi finanziariamente e tecnologicamente per migliorare i metodi di lavoro e la qualità del cacao, e conseguentemente le condizioni socio-economiche delle persone coinvolte. Una strategia che ha portato ICAM ad avere oggi il 66% della produzione di cioccolato biologico e Fairtrade.

In tema di responsabilità ambientale, invece, sono quattro, in le modalità attraverso le quali Icam si prende cura del pianeta e controlla il proprio impatto ambientale: efficienza energetica, gestione dell'acqua, packaging sostenibile e carbon Footprint.

Grazie allo stabilimento produttivo di Orsenigo alimentato da un impianto di trigenerazione che, da una sola fonte energetica si produce contemporaneamente elettricità, vapore e acqua fredda, e ciò consente di ottenere in modo autonomo e altamente efficiente l’energia occorrente a soddisfare quasi interamente (80% circa) le necessità del processo produttivo. Mentre grazie alla struttura idrica a circuito chiuso per il sistema di raffreddamento, l'azienda ha potuto ridurre di oltre il 90% i consumi idrici annui rispetto al precedente impianto, passando da circa 700.000 litri a “soli” 70.000 litri e raddoppiando contemporaneamente la capacità produttiva. 

Nel 2018 Icam ha acquistato 860 tonnellate di materiale per l’imballaggio dei suoi prodotti, di cui circa l’85% è rappresentato da materiale completamente riciclabile. Ha inoltre avviato uno studio su più fronti, allo scopo di ridurre l'utilizzo del packaging non riciclabile mediante la riduzione del volume di imballi, l'utilizzo-dove tecnologicamente possibile- di confezioni 100% riciclabili e lo sviluppo di soluzioni di packaging biodegradabili/compostabili.

Al fine di misurare l’impatto ambientale generato rispetto al riscaldamento globale, Icam ha commissionato uno studio al Politecnico di Milano che ha permesso di valutare le performance ambientali della produzione di 1 kg di Cioccolato fondente 86% Vanini (origine Bagua, Perù) comprensivo di packaging, in confezioni da 100g. L’analisi è stata condotta secondo la metodologia LCA (Life Cycle Assessment), prendendo in considerazione l’intera filiera a partire dalla coltivazione delle materie prime fino allo smaltimento dei rifiuti prodotti dal packaging. Lo studio condotto ha calcolato una carbon footprint di prodotto di 1,11 kg di CO2 equivalente per chilo di cioccolato, un dato inferiore di quasi il 30% rispetto ad altri prodotti comparabili.

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