II EUROPEAN FRUIT SUMMIT DI CESENA

La parola ai protagonisti – Il secondo European Fruit Summit organizzato da CSO – Regione Emilia Romagna e Macfrut - si è svolto con un parterre d’eccezione.

Ventuno relatori impegnati a commentare il futuro produttivo e commerciale della frutta invernale in Europa.


Ad aprire,  l’intervento di Luciano Trentini, direttore di CSO che ha tracciato una sintesi dell’evoluzione della produzione di frutta europea rapportata al Mondo evidenziando la crescita della produzione asiatica e la leggera contrazione dell’Europa.


Il primo panel dedicato quest’anno alla mela, con l’introduzione statistica di Elisa Macchi di CSO ha visto la partecipazione alla discussione,  animata da Chris White,  di  Josef  Wielander di VIP (Italia) , il Gruppo della Val Venosta che commercializza oltre 350.000 tonnellate di mele annue prospetta una annata positiva per le mele italiane e raccomanda equilibrio nella contrattazione per salvaguardare i redditi dei produttori.


Dominique Wosniak della Rajpol, una importante realtà produttiva  polacca e  Stephan Weist della Langard    un’azienda in forte evoluzione in Germania per i prodotti freschi confermano il forte calo di produzione di mele in Polonia e in Germania.


Per il kiwi il dibattito è stato animato dalle dichiarazioni di Blair Hamill di Zespri che ha confermato lo sforzo della  Nuova Zelanda  verso l’ innovazione varietale  per arginare la grande crisi produttiva e segmentare l’offerta mondiale.


Per l’ Italia Alessandro Fornari di Kiwi Gold  mostra sostanziale ottimismo per la campagna 2010 evidenziando una controtendenza del kiwi giallo italiano che quest’ anno si stima in aumento produttivo del 30%.


Anche dalla Grecia , rappresentata al Summit da Zizis Manossis, le aspettative per questa annata sono buone ma occorre promuovere i consumi.


Uno dei temi più dibattuti della giornata è stato quello della apertura delle barriere fitosanitarie che oggi spesso ostacolano l’ export della frutta europea.


E’ il caso delle pere, evidenziato da Gabriele Ferri di Naturitalia.  L’export italiano di pere, commenta Gabriele Ferri,  necessita dell’apertura di nuovi mercati e troppo spesso alcuni mercati, come ad esempio quello nord americano non sono praticabili a causa di vere e proprie barriere commerciale spacciate per barriere fitosanitarie.


L’ esigenza di  trovare sbocco verso nuovi mercati extra europei è stata confermata anche nel panel agrumi  animato dalla partecipazione di   Paco Borras per la Spagna, Cirino Scatà e Aurelio Panitteri per l’Italia.


Il successo del II European Fruit Summit con la partecipazione di oltre 300 delegati ha confermato quanto sia fondamentale per il settore ortofrutticolo organizzare un momento di sintesi e di riflessione sui quantitativi di prodotto immessi  sul mercato  globale che determinano irrevocabilmente l’andamento dei prezzi dell’annata.

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