Il bene dei partiti non è quello del Paese

Editoriale – Mi auguro che mentre state leggendo queste righe l'Italia abbia un governo. Mentre scrivo, martedì 2 aprile - a oltre un mese dalle elezioni - purtroppo non è così. Non ancora e, a voler essere sinceri, le prospettive sono tutt'altro che rosee.(da MARKUP 218)

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Bersani si incaponisce a formare un governo con chi continua a ripetere di non volerlo fare (Movimento 5 stelle) e rifiuta di farlo con chi si è detto disponibile (Pdl) fin dal primo momento dopo le elezioni.Il Pdl vincola la disponibilità a una serie di condizioni, in particolare sull'elezione del Presidente della Repubblica e sull'agenda di governo, che sembrano scaturire da una vittoria elettorale che non c'è stata, ignorando che, almeno alla Camera, è proprio la coalizione di Bersani ad avere una maggioranza chiara.Il Movimento 5 Stelle, nato per cambiare la politica e il Paese (o almeno così è nelle dichiarazioni dei suoi fondatori), ha assunto nel giro di pochi giorni gli atteggiamenti della peggior politica della prima Repubblica: bloccare tutto e tutti, a prescindere.Ognuno dei tre attori in campo pone condizioni e veti come se, invece di essere usciti dalle urne in una situazione di equilibrio tra minoranze conclamate, le elezioni ci avessero consegnato tre vincitori in grado di controllare il 70 per cento del Parlamento. Non è così, e qualcuno dovrà anche iniziare a capirlo.Nel frattempo l'Istat ci informa che l'effetto trascinamento della crisi (ovvero rallenta la caduta, ma la conseguenza del calo ce la porteremo dietro a lungo) farà scendere il Pil del 2,3% nel 2013, con la sola domanda estera a mitigare gli effetti di una situazione interna al limite del disastro.La spesa privata per i consumi dovrebbe scendere ancora (-0,7% nel 2013 rispetto a un 2012 chiuso con un -3,2%) e proprio questa Caporetto renderà molto difficile, se non quasi impossibile, una ripresa a partire dal secondo trimestre di quest'anno, come stimato invece dal governo Monti.La disoccupazione salirà all'11,4% e, senza adeguati provvedimenti in tempi rapidi, aumenterà ancora la pressione fiscale e diminuirà il reddito disponibile per effetto dell'Imu e della nuova tassa su rifiuti e servizi (Tares), senza contare il previsto aumento di un punto dell'Iva e l'impatto dei molti aumenti in calendario (Canone Rai, pedaggi autostradali, aumento dei ticket sanitari in proporzione al reddito, multe per violazioni al Codice della strada).Il balletto politico di questi giorni procede ininterrotto come se questi dati riguardassero qualcun altro, un altro Paese, altri cittadini invece di quelli italiani.Nell'antico Regno di Israele, di fronte a due madri che si contendevano un neonato, Re Salomone ebbe buon gioco proponendo di tagliare il bambino a metà per dividerlo in parti eque. La vera madre, che non voleva veder morire suo figlio, propose di darlo all'altra pur di mantenerlo in vita. Le fu subito restituito.Il neonato di oggi è l'Italia e le madri sono tre, o meglio sono tre matrigne: l'impressione è che a nessuna interessi davvero la sopravvivenza del bambino, ma la propria. Anche Re Salomone avrebbe grosse difficoltà.ml@ilsole24ore.com

P.S. Mi auguro, e ripeto mi auguro, che mentre state leggendo queste righe l'Italia abbia finalmente un governo. La prova di scarsa responsabilità mostrata dalla classe politica (almeno) fino al 2 aprile rimarrà purtroppo, per sempre nella storia del nostro Paese.

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218_Editoriale

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