Il cane nel carrello

Beatrice Ramazzotti osservatrice toscana Ufficio stampa e comunicazione interna gdo Linkedin @Beatrice Ramazzotti

Offerte e buoni sconto, spesa online, dipendenti impeccabili, casse self-service, prodotti nuovi e servizi in omaggio. Chi lavora in gdo non si ferma mai. Magari si annoia, quello sì, ma tra il morso della concorrenza e gli obiettivi interni, le attività del retailer non danno tregua anzi, citando Venditti, “Fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

E poi un bel giorno sono entrati in scena loro: i proprietari dei cani. Hanno più potere dei magnati russi del gas, sono presenti in ogni dove, trasversali, compatti, sicuri, portano avanti battaglie che modificano piani regolatori e investimenti commerciali. Hanno agganci a Montecitorio, Bruxelles. È così che l’Ad della catena di supermercati, già prossimo alla pensione e soddisfatto della propria carriera, sta per gestire l’inimmaginabile: infilare i cani nei carrelli della spesa. D’altronde la normativa lo consente e l’insegna che vieta l’ingresso al migliore amico dell’uomo diventa il maligno su cui infierire con tutte le forze. Le vie adottate sono diverse: c’è il negozio che sbandiera l’ingresso ai cani e propone ciotole d’acqua per le bestiole assetate, chi fa finta di nulla, ma guai a vietarne l’ingresso in modo esplicito, chi si attrezza con carrelli e trasportini che permettono di fare shopping col cagnolino appresso.

Le corsie si riempiono di occhietti curiosi, qualcuno abbaia, “è maschio o femmina?”, la fila alla cassa si fa più simpatica, pare che qualcuno, grazie al cane nel carrello, abbia trovato l’anima gemella. Qualche giorno fa tra i surgelati una giovane coppia armeggiava con coperte e cappottini. Il freddo polare aveva colto di sorpresa il loro pet che in realtà non era un canide, ma uno Sphynx dall’aria spaurita. Che dopo i cani non tocchi trovare una soluzione anche ai gatti nei supermercati?

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