Il futuro del lavoro e il ruolo della tecnologia: trend da Davos 2022

L’edizione 2022 del World Economic Forum ha messo in luce 9 macrodirettrici dell’attuale congiuntura. Il ritratto finale è quello di un mondo alle prese con le conseguenze economiche di crisi prima impensabili

Da domenica 22 a giovedì 26 maggio, si è tenuta l’edizione 2022 del World Economic Forum (WEF) a Davos, in Svizzera. Abbandonando eccezionalmente il suo tradizionale svolgimento al mese di gennaio, in favore stagione primaverile, il WEF 2022 segna il ritorno in presenza dopo le edizioni virtuali dovute alla pandemia, tirando le fila di questo periodo di intensi cambiamenti.

Tanti, infatti, sono stati tanti i temi trattati e i trend emersi, in quello che è uno dei raduni ad alto livello più chiacchierato (in male e in bene) e seguito dalle alte sfere mondiali, fornendo un luogo d’incontro per diversi soggetti il cui range di appartenenza va dalle istituzioni, alle grandi multinazionali, fino ad attivisti e celebrità.

L’edizione 2022 può essere riassunta in 9 macrodirettrici, che comprendono:

  1. la guerra russa in Ucraina (con la presenza in video conferenza del presidente Volodymyr Zelenskyy in video conferenza, e di tanti altri rappresentanti delle istituzioni ucraine);
  2. lo stato dell’economia globale che nelle parole della presidente del Fondo monetario internazionale (IMF) Kristalina Georgieva sta affrontando "crisi impensabili dopo crisi impensabili";
  3. il futuro della globalizzazione, a fronte del manifestarsi sempre più palese di fenomeni di de globalizzazione;
  4. le crisi alimentare ed energetica, intrinsecamente legate al conflitto in corso in Ucraina;
  5. cambiamento climatico, ambiente e impatto sulle persone, con oltre 3,5 miliardi di persone sono altamente vulnerabili agli effetti del clima;
  6. il ruolo del business e degli imprenditori a confronto con “capitalismo ambientale” (Eco-capitalism), le nuove tecnologie, e i criteri ESG (Environmental, Social, and Governance);
  7. salute pubblica, per farsi trovare preparati a possibili future crisi sanitarie, senza trascurare gli effetti sulla salute mentale;
  8. il futuro del lavoro con un focus sulle skill richieste dal mercato, la possibilità di una settimana di quattro giorni lavorativi, il lavoro ibrido, di concerto con i temi della diversità e dell'inclusione;
  9. tecnologia e metaverso, con tutti i possibili sviluppi connessi a quest’ambito.

Sulla base del perimetro sopra delineato, ci si vuole soffermare in questa sede sulle ultime due delle macrodirettrici presentate (ovvero “futuro del lavoro” e “tecnologia e metaverso”), per vedere un po’ più nel dettaglio alcuni degli elementi emersi nel corso della cinque giorni svizzera.

Metaverso: come l’Extended Reality (XR) impatterà sulla quotidianità delle persone

© WEF, 2022

Come mostra il grafico, le proiezioni da qui a 10 anni sull’uso di app di Extended Reality (XR) – di cui realtà aumentata (AR), la realtà mista (MR) e la realtà virtuale (VR) ne sono delle espressioni – cresceranno in modo pervasivo nei campi più diversi (dal learning, alla socializzazione, alla salute, al turismo e trading, ecc.). Oggi, infatti, tra gli obiettivi più importanti del metaverso vi è la mission di rendere Internet un'esperienza collettiva e in tempo reale, in contrapposizione all'esperienza largamente individuale che è oggi. Far funzionare tutto questo in modo positivo e umano è una sfida complessa e, in alcuni suoi tratti, esistenziale (la privacy  e il diritto di proprietà sono, ad esempio, nodi cruciali su cui vi è molto da lavorare).

Da un punto di vista più commerciale, il metaverso diventerà un canale retail per beni digitali e fisici e alimenterà lo sviluppo della creator economy. Come ha messo in luce nella sessione dedicata Nuala O’Connor, Senior Vice President & Chief Counsel, Digital Citizenship di Walmart, il metaverso deve essere funzionale ad una pletora di attori (dai creator, ai grandi gruppi, alle PMI)  per generare valore anche decentralizzando e raggiungendo target (anche medio-piccoli) di utenti, in ottica di personalizzazione. Sciogliendo i nodi critici che espone (privacy, proprietà, ecc.), il metaverso aprirebbe a mondi sconfinati dove le persone potrebbero lavorare, giocare, imparare, socializzare e sognare. Le esperienze del mondo reale acquistano così, quasi in automatico, una dimensione digitale, dove essere condivise e riprodotte nel per migliorare ed efficientare eventuali aspetti.

Con il metaverso accessibile su qualsiasi dispositivo connesso, i mercati si apriranno esponenzialmente fino a raggiungere miliardi di persone, con una corrispondente proliferazione della generazione di contenuti e delle attività commerciali. Un design etico (e una progettualità) degli sviluppi del funzionamento del metaverso, così come una regolamentazione (da avere il prima possibile!) sono però azioni necessarie per limitarne le evidenti distorsioni che un lasciar fare troppo a briglie sciolte comporterebbe.

Generare una buona “Job recovery”

In un paper di maggio 2022, curato dal WEF in collaborazione con  Accenture, dal titolo Jobs of Tomorrow: The Triple Returns of Social Jobs in the Economic Recovery, emergono alcuni spunti relativi all’importanza strategica che i “social jobs” rivestiranno nel breve termine. Di fatti, se si pensa al contesto dell'economia globale che si sta ancora riprendendo dalla pandemia del 2020, si nota all’orizzonte ulteriore incertezza, esacerbata da un aumento delle disuguaglianza sociale. Con una popolazione mondiale che si prevede raggiungerà gli 8,5 miliardi di persone entro il 2030, i servizi di base (sanità, cura e assistenza a bambini e anziani, istruzione, ecc.) che garantiscono una vita dignitosa dovranno crescere di pari passo con la crescita della popolazione, oltre a colmare le carenze esistenti.

La mancanza di investimenti nelle infrastrutture sociali ha portato ha portato a un'erosione della mobilità sociale. Lo spill-over negativo che una contrazione nei social jobs ha anche sugli altri segmenti di business è evidente: se mancano i servizi primari, il resto dell’economia è rallentato. Aumentando gli investimenti nell'economia sociale è la chiave per rendere possibile una ripresa che partendo da questo comparto del mercato del lavoro inneschi un effetto moltiplicatore per l’economia e la società.

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