Il leader è chi non si ferma ai numeri

Maria Concetta Moretti, primo presidente Conad nella storia della cooperativa, donna di alti ideali e grande praticità, un connubio potente per chi vive in un mondo in continuo divenire ma vuole tener saldi i valori fondanti: territorio, responsabilità, mutualità (da Mark Up n. 269)

Abbiamo fatto l’intervista con Maria Concetta Moretti al telefono in una pausa pranzo. “Ho la fortuna di avere un ragazzo all’università, quindi fuori, e un marito consulente aziendale che però durante la settimana vive a Campofilone, il paese dei maccheroncini, quindi ci vediamo nel fine settimana, da venerdì al lunedì. Per questo, ho ancora più tempo per dedicarmi al lavoro che amo”. Da donna non mi stupisce l’affermazione di Maria Concetta Moretti, eppure fa riflettere ... Torniamo a lei: è la Presidente di Conad Adriatico, la prima donna nella storia della cooperativa, ma sicuramente non sarà l’ultima ... Figlia d’arte come ci racconta: “Sono nata in negozio! Mamma e papà hanno iniziato l’attività nel 1953 con una piccola merceria. Erano due sarti, poi l’abbigliamento e, nel 1974, un A&O, la catena alimentare. Poi siamo arrivati noi tre figli: io, Pietro e mia sorella Rosanna. Pietro, con la sua famiglia gestisce i negozi di Vasto e quello nuovo di Pescara, io invece sono rimasta con mia sorella nel punto di vendita storico. Nostro papà che ha 89 anni è ancora operativo. Nel 2000 siamo entrati in Conad e nel 2011 ho fatto il mio ingresso nel Cda. Con mio fratello abbiamo partecipato sempre attivamente alla vita della cooperativa e abbiamo avuto modo di condividere tutta la filosofia di Conad; mi è piaciuta questa visione più ampia, a 360°, nella quale entra la cultura, la responsabilità sociale d’impresa, il legame con il territorio, tanti concetti che ti fanno apprezzare questo lavoro, oltre la mera mercificazione. Nel 2017 ho avuto l’incarico di presidente del Cda con grande sorpresa, perché pensavo di aver finito il mio mandato a maggio; invece a giugno mi sono trovata coinvolta in un’esperienza ancora più bella e grande”.

Parafrasando il claim di Conad Persone oltre le cose … vale anche Donne oltre le cose?

Sì, e per noi donne questo claim è anche più forte. In un momento come questo, in cui la tecnologia è molto impattante e invade i processi di gestione e di vendita, “umanizzare le relazioni”, come mi piace definirlo, è un compito che forse ci appartiene ed è più naturale per noi donne. Le attività che portiamo sul territorio e la partecipazione attiva alla vita della comunità, forse ci trova più sensibili e particolarmente pronte a restituire tutto ciò che le persone, i clienti, tutti i giorni ci danno e ci dimostrano. L’anno scorso, parlando di comunità, abbiamo invitato dieci donne di nazionalità diverse che vivono a Casalbordino (Ch), dove abito, a cucinare i loro piatti tipici nel nostro punto di vendita. Dieci donne di diverse nazionalità: Svezia, Kazakistan, Corea del sud, Eritrea, Polonia, Albania, Romania, Russia, Spagna e ovviamente Italia ... è stato bellissimo, un esempio di come Conad riesce a coinvolgere, nella propria realtà, la comunità in cui opera: sono venute da altri Paesi, ma fanno parte del nostro mondo; le abbiamo accolte e celebrato insieme la loro cultura come forma di arricchimento per tutta la comunità. Il negozio quel giorno profumava di cibi lontani, di viaggi, è stata una bella esperienza per tutti. Non a caso abbiamo chiamato questo evento “Insieme è ... Conad”.

Quali vantaggi e svantaggi nell’essere una donna imprenditrice in un settore come quello della distribuzione moderna?

In Conad Adriatico, come me, ci sono tante donne che gestiscono con successo diversi negozi, e nei vari incontri, nelle occasioni di confronto sul lavoro non abbiamo mai avuto difficoltà: non siamo mai state messe da parte, anzi, in alcune occasioni e gruppi di lavoro, eravamo più numerose rispetto agli uomini. Mi chiedo se siamo in un ambiente protetto ... Diciamo così: nella mia posizione sono l’unica, ma non mi fanno sentire l’unica!

Parliamo di passaggi generazionali: quali passi andrebbero fatti per velocizzare tale passaggio e che tipo di nuovi imprenditori vede emergere nel vostro mondo?

In Conad esiste un corso dedicato ai figli dei soci, una formazione per i ragazzi che vogliono intraprendere il mestiere del proprio genitore; si dà grandissima valorizzazione a questo corso perché sappiamo molto bene che, proprio in questa fase, tante aziende, anche importanti, hanno fallito, con conseguenze spesso irrimediabili, perdendo tutto ciò che avevano costruito. Il corso dura sei mesi, i ragazzi vivono i punti di vendita di altri soci, con una preparazione molto ampia, lavorando nei vari reparti e acquisendo un bagaglio di competenze e conoscenze che permettono loro di iniziare. Inoltre la cooperativa mette a loro disposizione uno strumento chiamato Store Management, una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’, che contiene tutto quanto occorre per gestire un negozio dall’apertura alla chiusura, come calcolare i margini, redigere conti economici, fare gli inventari, davvero tutto ciò di cui hanno bisogno.

Rispetto alla nostra generazione questi nuovi imprenditori cosa hanno di differente?

Sono sicuramente più preparati e anche, come dire, più pronti, più attenti al sociale. Sono delle figure imprenditoriali che alla base hanno quello che Conad ha sempre avuto: una serie di principi, di valori, che loro rafforzano. Escono pronti, preparati, alcuni sono anche laureati: non è più come una volta, quando questo lavoro si faceva per ripiego, quando un ragazzo non andava bene a scuola e la mamma veniva a chiedere di impiegarlo in negozio a lavorare d’estate: ora non è così. Almeno bisogna che siano pronti a studiare, a confrontarsi, a relazionarsi. Quindi lo definirei un imprenditore più evoluto, pronto a un apprendimento continuo, a reagire ai continui cambiamenti del mercato in modo innovativo.

In quanto presidente di Conad Adriatico quali opportunità vede per il Sud in questo momento e come andrebbero sfruttate?

Questa è difficile! Credo che il Sud sia pieno di risorse e di opportunità. Frequentando i soci del Sud abbiamo notato che c’è una grande voglia di crescere, di aumentare la propria professionalità da parte di tutti. L’offerta di corsi di formazione da parte di Conad è ricchissima e la partecipazione del Sud è importante, a tutti i livelli. C’è una grande voglia di crescere, per fare in modo che i nostri negozi e le nostre realtà rappresentino un valore aggiunto. Non dimentichiamo l’importanza del rapporto con i fornitori locali: riuscire a coinvolgere questi produttori e inserire i loro prodotti nei negozi è un modo per potenziare le loro economie locali, portando quindi un valore anche alla loro economia.

Quali invece le difficoltà e come andrebbero risolte?

Le difficoltà che ci sono vengono da lontano; sappiamo tutti qual è il contesto economico e sociale presente al Sud, però Conad da questo punto di vista dà il suo supporto concreto con iniziative specifiche. Pensiamo alla vicinanza alla comunità con il “Grande Viaggio Insieme” o a iniziative come “Insieme per la Scuola” e “Scrittori di Classe”, con cui eroghiamo contributi al mondo della scuola, distribuiamo attrezzature informatiche, supporti multimediali, per un valore di decine di milioni di euro. Questo ci viene riconosciuto, qui e soprattutto al Sud.

Quali sono secondo Lei le qualità di un leader?

Secondo me deve essere al fianco dei propri collaboratori. Bisogna che sia un esempio non solo a parole, ma anche nei contenuti, nei fatti. Il leader deve saper motivare le persone e dare un senso al loro ruolo. Deve saperli fare crescere, perché la maggior parte delle persone vuole sentirsi protagonista nel proprio lavoro. Bisogna che li faccia sentire parte di qualcosa di più grande, di un progetto condiviso. In Conad questo non manca: i valori come mutualità, appartenenza, partecipazione, professionalità sono fondanti la missione dell’impresa Conad. Proprio quando questa cultura si allinea ai valori, quindi rispetta le motivazioni e i bisogni delle persone, allora è proprio in questo caso che riesce a sprigionare una grandissima energia che promuove il successo della squadra.

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