Il punto per Tns, Ncr e Scs Consulting

3° Consumer & Retail Summit – Tre società di consulenza e ricerca analizzano la situazione attuale con uno sgurdo sul futuro del retail.

Tns: brand ben oltre il sistema del prezzo

Verso un consumatore razionale

Oltre la metà degli italiani (55%) ha riscontrato un calo del reddito disponibile. È una percezione che accomuna i nostri connazionali ai francesi e agli spagnoli, mentre il fenomeno sembra avvertito in modo meno preoccupante in Olanda e Germania, dove solo il 39% ha dichiarato una diminuzione. Anche la Gran Bretagna (45%) è più in linea con la media Ue (48%).

Secondo quanto emerso dalla ricerca Tns, presentata al 3° Consumer & Retail Summit targato MARK UP - Gruppo Sole 24 Ore, “il 40% dei consumatori italiani segue logiche e comportamenti ascrivibili alla categoria della strategia e pianificazione - ha commentato Fabrizio Morandi, amministratore delegato Tns -. Ciò comporta un atteggiamento realista e analitico: questi consumatori s'informano bene prima di spendere, facendo confronti”.

Taglio ai consumi voluttuari

“Durante la recessione i consumatori hanno iniziato ad acquistare brand più economici e continueranno a farlo anche dopo: così infatti si esprime il 22% di essi”. Come si comporta questa tipologia di consumatori nei confronti delle marche? Secondo Tns, decidono prodotti e brand sulla base di criteri più razionali che emotivi. “Inoltre, la recessione ha insegnato a questi consumatori realisti la cautela - aggiunge Morandi - e a essa si continueranno a ispirare anche nell'immediato futuro (almeno il 44%).

In quali comparti merceologici sono più calate le spese? Soprattutto nel divertimento fuori casa (il 64% dichiara complessivamente spese in diminuzione), nei prodotti della tecnologia portatile (61%), nell'abbigliamento (61%), nelle vacanze (59%), nel divertimento a casa (54%), e nella bellezza e cura della persona (53%).
Viceversa, percentuali minori d'intervistati dichiarano riduzione di esborsi in capitoli di spesa, invece, obbligati, come affitto e mutuo (solo il 16% degli intervistati ammette una diminuzione), trasporti quotidiani (33%) e alimentari (34%). In altre parole, dai dati testé citati la contrazione delle spese per beni non di prima necessità s'impone con nettezza.

In base al rapporto con la marca, Tns divide tutti i consumatori in tre categorie: uncommitted, ambivalenti e committed.

Queste tre categorie connotano anche il legame che i consumatori hanno nei confronti delle marche e riflettono, indirettamente, il livello di fedeltà, suggerendo il grado di attaccamento a determinati prodotti/brand. E tale legame varia molto più in rapporto ai diversi settori merceologici, che in relazione al posizionamento di prezzo.

Dalla ricerca Tns emerge che automobili e largo consumo sono i settori con la più elevata incidenza di committed (rispettivamente 40% e 42%), mentre quello finanziario figura in fondo alla classifica con il 7%, e non c'è da stupirsi. Stupore, invece, desta la risicata quota di committed nel retail (17%).

Roberto Pacifico

Ncr sempre più self-service

Per Ncr, l'attuale era è quella della libertà del consumatore, il quale attraverso le tecnologie può fare delle cose prima impossibili scegliendo il momento, la modalità e il luogo nel quale avvalersi dei servizi. I quali sono sempre più efficienti e consentono al consumatore di risparmiare tempo.

In tale contesto il concetto di self-service è centrale e le tecnologie e soluzioni di Ncr vertono su questa modalità di interazione. Come ha spiegato l'Ad di Ncr Italia Flavio Ballarini, oggi anche i retailer hanno compreso l'importanza dell'investimento in nuove tecnologie. Rispetto al lato utente, si registra che l'83% degli italiani preferisce fare la spesa nei pdv dotati di sistemi self-service sotto varie forme e in particolare il 52% gradisce il digital signage, mentre il 47% riconosce il valore dei chioschi self-service per la localizzazione dei prodotti. In particolare, il 71% del campione esprime gradimento per il self-service nel pdv. Nel panorama italiano si prevede che entro il 2011 alcune catene italiane avranno nei pdv oltre il 50% della barriera casse self-service, con una leggera prevalenza degli ipermercati. Secondo Ballarini, le tecnologie possono essere un elemento fidelizzante per il consumatore, anche per l'impatto positivo sulla questione ambientale per la quale vi è continuo miglioramento dei sistemi.

Scs Consulting: sostenibilità nel pdv


Comportamenti e intenzioni di acquisto.

L'
approccio dei consumatori alla sostenibilità ambientale si manifesta anche davanti allo scaffale? Per rispondere con oggettività al quesito occorre dare uno sguardo alla busta della spesa come rilevato dalla ricerca sul processo di acquisto e la sostenibilità condotta da Scs Consulting. Dallo studio non emergono segnali di incoerenza tra l'acquisto dichiarato e quello effettivo e come spiegato da Francesco Fumelli, senior manager della società, i consumatori coinvolti risultano essere coerenti di fronte al display con l'attenzione alla sostenibilità ambientale dichiarata. Solo un 16% degli intervistati manifesta, infatti, comportamenti di acquisto incoerenti. Punto saliente dell'indagine è l'identificazione della sostenibilità alla stregua di una variabile che può indurre a cambiare le abitudini di acquisto. Ciò confeziona per le imprese un'opportunità in grado di rafforzare il posizionamento nonché valorizzare l'impegno green oriented facendo eventualmente leva su quella fetta di mercato sviluppabile (40%) che va ad affiancarsi al 40% di utenti on board, ovvero i consumatori di prodotti sostenibili. Unico ostacolo la comunicazione che latita in materia di informazioni al consumatore. È ancora necessario, infatti, informare e creare attenzione nei confronti dei prodotti sostenibili, anche se si tratta di una barriera facilmente superabile; ne sono riprova le iniziative dei retailer sul punto di vendita, canale ritenuto fondamentale per la comunicazione, che godono di un alto ricordo da parte dei consumatori.

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