Il puzzle della sostenibilità spesso affrontato con leggerezza

Packaging Gli scenari –

Tornando alla sostenibilità, se
ne parla molto ma, a nostro
modo di vedere, pochi stanno
affrontando il problema con la
dovuta serietà.

La sostenibilità è un problema
sociale, culturale, etico, quasi
religioso per il quale in questo
momento si riesce a fare poco,
un po’ perché si sovrappongono
situazioni percepite come più critiche
e un po’ perché non tutti si
muovono alla stessa velocità.

Ci sono aziende che vorrebbero
convertire le proprie produzioni
ma che si fermano subito perché
non possono investire per
cambiare impianti e procedure,
le poche che continuano si trovano
di fronte ad altri tipi di ostacoli
e incongruenze. Che senso ha
produrre un’etichetta in biopolimero
se poi per applicarla il cliente
utilizza una colla che inquina? E
ancora: che senso ha utilizzare un
biopolimero se manca una raccolta
differenziata dedicata? Una
bottiglia in Pla dovrebbe in teoria
essere smaltita con la frazione
umida dei rifiuti, ma al momento
il consumatore di media avvedutezza
ha difficoltà a distinguere
tra biopolimero e Pet e anche gli
operatori degli impianti di compostaggio
hanno le medesime difficoltà.

È il classico caso in cui sviluppo
dei materiali e attività collaterali
(per esempio divulgazione delle
informazioni sulla novità e organizzazione
della raccolta differenziata)
non stanno andando di pari
passo.

Al momento l’utilizzo dei biopolimeri
ha parzialmente centrato
l’obiettivo. Infatti, al di là dei problemi
ancora irrisolti legati alla
raccolta differenziata, l’adozione
ha comportato un risparmio di
polimero ricavato da fonti non
rinnovabili e anche la trasformazione
del materiale richiede dal 20
al 50% di combustibile in meno.
Rispetto a cinque anni fa la situazione
è decisamente migliorata
e in futuro le cose potrebbero
andare ancora meglio.


Sustainability,
what a puzzle

Getting back to sustainability, everybody
is talking about it but, in our
view, few are addressing the issue
seriously.

Sustainability is a social, cultural,
ethical, almost religious issue. In
this moment little can be done,
either because situations perceived
as more critical overlap, either
because everybody isn’t going at the
same speed. Some companies would
like to convert their production but
immediately stop because they are
not able to invest and change facilities
and processes; the very few continuing
must face other obstacles or
difficulties.
What is the point of producing a
biopolymer label if a customer applies
it with polluting glue? And yet:
What is the point of using a biopolymer
without a separate organic
waste collection? A Pla bottle is to
be disposed of with the organic fraction
of waste, but by this time reasonably
informed consumers can
hardly distinguish between biopolymer
and Pet; and unfortunately
operators do the same. It’s the typical
situation in which the development
of materials and related activities
(for example spread of novelty
and information about waste collection
management) are not going
hand in hand.
At present the use of biopolymers
has partially reached its goal. In
fact, apart from problems still
unsolved relating to the waste collection,
it achieved a lot of saving
of non-renewable sources a polymer.
Besides the material transformations
requires less fuel (from 20 to
50%). In the last five years the scenario
has improved and in the future
things could get better.

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