Il trasporto privato condiziona la ripresa dei consumi. Che fare?

La crescita dei budget familiari passa anche per la ristrutturazione delle spese obbligate
  1. L'esigenza di mobilità genera costi sproporzionati
  2. Il trasporto pubblico può restituire il 5% di reddito netto

Nelle voci di costo delle famiglie italiane vi sono delle spese che incidono pesantemente sulla ripresa dei consumi. Energia, trasporto, gestione dell'automobile, spese della casa sono di fatto voci “incomprimibili” che riducono drasticamente il potere di acquisto per altri consumi producendo un'erosione dei budget familiari. Tuttavia anche su questi tipi di spese il consumatore sta cambiando atteggiamento cercando vie di fuga attraverso soluzioni alternative. Con lo stesso obiettivo anche il mercato dei servizi tenta di mettere a punto delle nuove soluzioni, alternative alle esistenti, preso atto dell'impossibilità di incrementare i consumi non solo quantitativamente ma anche qualitativamente.

Contaminazioni
Dopo la casa di prima abitazione, l'acquisto di un'automobile è l'operazione economicamente più onerosa per le famiglie italiane. Il crollo delle immatricolazioni è un segnale preciso che fa emergere una sostanziale incompatibilità tra i redditi e i prezzi di acquisto. Nel decennio 1998 - 2008 i listini sono cresciuti in media del 3,2% l'anno contro un'inflazione media del 2,3% riscontata in Germania, Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Uk (dati Osservatorio Consumi Findomestic). Parallelamente i costi di utilizzo sono cresciuti del 4,6% all'anno. Per fronteggiare il trend i consumatori hanno reagito prolungando il tempo di vita del parco auto esistente (che produce il crollo delle immatricolazioni), la riduzione degli spostamenti privati, l'acquisto di automobili meno costose e meno equipaggiate. Il marketing dei costruttori ha approfittato dell'occasione per lanciare brand e veicoli low-cost e per sviluppare tecnologie motoristiche in grado di limitare i consumi. Motori diesel sempre più sofisticati, propulsione a gas e vetture ibride hanno contribuito a sostenere il mercato ma artificiosamente: queste tecnologie, in assenza di incentivi statali, generano prezzi di acquisto molto più elevati degli omologhi modelli a benzina, vanificando il senso della proposta.

Costi obbligati
Le spese di trasporto con mezzo privato per il tragitto casa-ufficio hanno una pesante incidenza sui budget famigliari con un trend in perenne ascesa. L'aumento dei costi di carburante e dei pedaggi autostradali è più rapido dell'inflazione. Il fenomeno del pendolarismo coinvolge all'incirca il 22% della popolazione e muove oltre 13 milioni di persone ogni giorno lavorativo (dati Censis pre-crisi finanziaria). La crescita del pendolarismo è incessante rispetto alla percentuale di popolazione coinvolta: 15,4% nel 1991, 17% nel 2001, 18,9% nel 2005 e 22,2% nel 2007. Le cause sono l'incremento della popolazione studentesca, l'aumento dell'occupazione (fino alla crisi finanziaria, oggi si assiste a un'inversione di tendenza) e lo spostamento delle popolazioni cittadine dal centro urbano ai comuni periferici. Il pendolarismo conosce i suoi picchi nel nord Italia, in primis nelle provincie di Milano, Varese, Como, Lodi e Bergamo; la seconda zona “calda” è quella del triangolo dell'area Padova-Vicenza-Treviso. Al sud il fenomeno cala drasticamente. In 13 delle principali città italiane (con più di 250.000 abitanti) si concentra un quinto del fenomeno. Un'indagine Censis effettuata nel 2007 mette in luce che i km percorsi mediamente sono 24,2 per un tempo medio di spostamento di 42,8 minuti. Il 70,2% dei pendolari utilizza il mezzo privato. Lo studio del Censis stimava una spesa mensile per gli spostamenti con mezzi pubblici di poco sotto i 50 euro per gli utenti delle ferrovie, e di poco oltre i 45 euro per i frequentatori dei mezzi urbani. Ma quando il mezzo deputato al cabotaggio è quello privato, i costi salgono a 109,5 euro al mese per il solo carburante che oggi possono essere stimati in 124 euro circa. Uno studio accurato non può essere effettuato su un valore medio ma deve prendere in considerazione diversi cluster; tuttavia si può concludere che, il trasporto privato può incidere intorno al 10% del reddito familiare (stimato in 2.174 euro al mese netti secondo uno studio della Banca d'Italia). Incrociando i dati si evince che l'abbandono del veicolo privato può “regalare” un 5% in più di reddito mensile disponibile; ben altre sacche di recupero si possono trovare se diventa possibile rinunciare a un autoveicolo nel parco disponibile. Ma quali sono le alternative oltre al mezzo pubblico? Vediamole.

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