Illy valuta acquisizioni e nuovi soci, ma niente Borsa

Il 2015 è stata “un'ottima annata di crescita”, come la definisce Riccardo Illy, presidente della holding che controlla il caffè di famiglia, oltre al tè di Dammann Frères, il cioccolato di Domori, il vino di Mastrojanni e le confetture di Agrimontana. Il gruppo, che ha registrato incrementi a doppia cifra per tutte le società, non sembra preoccuparsi dell’avanzata delle grandi multinazionali, né del prossimo arrivo in Italia di Starbucks. Pur con l’occhio vigile sui competitor, Illy persegue la propria strategia basata sull'eccellenza di tutti i prodotti, che include il fatto di essere gli unici nel caffè ad usare la sola arabica, e nel cioccolato ad usare la rara e preziosa varietà di cacao criollo. II risultato sono prodotti che hanno una riconoscibilità del gusto e che non sono imitabili.ILLY

Il gruppo triestino attraversa una fase di crescita e si dichiara aperto all’acquisizione di aziende complementari. Ha chiuso il 2015 con un fatturato di 479,8 milioni di euro, in crescita dell'11,7% sull'anno precedente. L’EBITDA è stato di 65,9 milioni (+14,7%) e l'utile netto di gruppo quasi 10 milioni. Resta alto l'indebitamento, visto che la posizione finanziaria netta è negativa per 286,5 milioni di euro. Un peggioramento di 39 milioni di euro, rispetto all'anno precedente, dovuto al consolidamento nel bilancio IllyCaffe di Mitaca (azienda che progetta, produce e distribuisce sistemi a capsule per caffè espresso e bevande calde) al 100% rispetto al precedente 50%. Ma il gruppo sta pensando a nuove forme di finanziamento per allungare il debito e sostenere la crescita. Una è la possibilità di emettere un bond, come ha già fatto IIlyCaffè Io scorso anno per 70 milioni di euro. L'altra è l'ipotesi di un socio finanziario su business specifici o mercati specifici. Mentre rimane esclusa la possibilità di una quotazione in Borsa, in primis per evitare di spostare l'asse dell'interesse dai consumatori, fornitori, ambiente sociale alle voci di bilancio. E in secondo luogo per non incorrere nel rischio di scalate ostili.

Il peso delle vendite fuori dall’Italia è ora pari al 63% del fatturato: l’Area EMEA ha fatto registrare un +8%, mentre il mercato Nordamericano - il più importante dopo l’Italia - è cresciuto del +23% (parzialmente ascrivibile all’effetto cambio) e ha finalizzato nuove partnership strategiche con alcuni operatori chiave: il leader di mercato Keurig per le nuove capsule K-Cup/illy, United Airlines per l’offerta di caffè illy a bordo degli aerei e nelle lounge, e più recentemente Amazon. Forte anche l’incremento del business in Cina - il mercato più in crescita - con un +60% di fatturato rispetto all’anno precedente (anche questo a tassi correnti).
Nel 2015 il retail ha continuato la sua espansione sia in Italia che all’estero, con l’apertura di 29 nuovi punti vendita monomarca nei format illy Caffè ed illy Shop.

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