Imprenditoria al Sud, difficile invertire i trend

IN PRIMO PIANO – Varie le forme di sostegno disponibili mentre il Pil dell'area perde 24 miliardi di euro circa e vede l'imprenditoria locale ridursi di 16.000 unità (da MARKUP 217)

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Finanziamenti a fondo perduto per le nuove aziende e finanziamenti agevolati per quelle esistenti, soprattutto se attive in aree particolarmente svantaggiate o in settori con ricadute sociali. Ci sono svariate forme di sostegno per chi vuole fare impresa al Sud, nella consapevolezza delle maggiori difficoltà oggettive rispetto alla media nazionale. La crisi ha aggravato il gap con il Centro e il Nord. Tra il 2007 (ultimo anno pre-crisi) e il 2011, infatti, il prodotto interno lordo del Sud Italia è calato del 6,8%, per un valore di circa 24 miliardi di euro. Nonostante l'aumento delle società di capitali (7.400 in più nel 2011), sono oltre 16.000 le imprese che hanno cessato la propria attività (lo 0,9% del totale). In totale, il bilancio sull'occupazione indica un calo di 330.000 unità, per metà concentrate in Campania. Nel 2012 la situazione è andata addirittura peggiorando, con un tasso medio di disoccupazione che, nei primi sei mesi dell'anno, è salito dal 13,6% registrato nello stesso periodo del 2011 al 17,4%. Né si vedono prospettive di inversione a breve del trend, se si considera che anche quello in corso sarà un anno di recessione.

Incentivi in ordine sparso
Le forme di sostegno all'imprenditoria si rivelano, spesso, fondamentali per convincere gli aspiranti imprenditori a fare il primo passo o nei confronti di quelli già attivi per superare indenni fasi delicate: non solo l'incertezza congiunturale, ma anche per la presenza di transizioni nello sviluppo dell'attività. I fondi non mancano, nonostante la spending review che ha caratterizzato gli ultimi anni di impegno pubblico nell'economia, ma la principale difficoltà sta nell'orientarsi tra le diverse opportunità in modo da scegliere quella più adatta alle proprie necessità, considerato che in molti casi l'accesso a una forma agevolativa esclude la possibilità di partecipare ad altri bandi.

Focus sulle start-up
Negli ultimi tempi il focus dell'azione politica è soprattutto rivolto alla creazione di nuove aziende, nella convinzione che questa sia una delle poche strade per rilanciare l'occupazione nella Penisola. Oltre alle iniziative di Comuni, Province e Regioni dell'area - che generalmente integrano i fondi già predisposti dall'Unione Europea a sostegno dei territori più svantaggiati -, ci sono i bandi periodici emanati in attuazione del Piano per il Sud varato dal Governo Monti, che constano prevalentemente di finanziamenti a interessi agevolati e defiscalizzazione per le nuove aziende.
Tra i bandi di recente approvazione da segnalare quello denominato "Giovani per il Sociale" rivolto ad associazioni di volontariato o cooperazione di promozione sociale, che mettono in campo iniziative di inclusione sociale e sostegno alle giovani generazioni (100.000 euro la somma finanziabile).
Considerato che la crisi ha portato a un incremento delle insolvenze, soprattutto nelle aree economicamente più depresse del Paese, nelle scorse settimane si è intervenuto sul Fondo di garanzia per le Pmi, facendo salire all'80% la copertura della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrali per le operazioni finanziarie di imprese femminili, piccole imprese in amministrazione straordinaria e imprese ubicate nel Mezzogiorno (in questo caso con rilascio gratuito). La stessa Banca del Mezzogiorno può inoltre concedere finanziamenti fino a 500.000 euro per le piccole e medie imprese del Sud, senza concessione di ipoteca. Le richieste di informazioni e di finanziamento possono essere avanzate agli uffici postali abilitati sul territorio di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Investimenti e scorte possono essere finanziati attraverso la banca, anche se già effettuati nei sei mesi precedenti la domanda. Il tasso di interesse varia in base al rating aziendale: di solito oscilla da un minimo del 4% fino a un massimo dell'8%. Il costo di istruttoria ammonta a 250 euro, ma è dovuto solo nel caso di stipula del finanziamento.

L'alternativa di Invitalia
Al di là dei singoli bandi, un ausilio per chi vuole fare impresa nel Mezzogiorno arriva da Invitalia (l'ex Sviluppo Italia), che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare nelle aree più svantaggiate, attraverso strumenti finanziari che incentivano la creazione e lo sviluppo delle imprese. L'agenzia sostiene la realizzazione e l'avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione, con riferimento ad attività di lavoro autonomo (in forma di ditta individuale), microimpresa (società di persone) o franchising (in forma individuale o di società). I massimali di agevolazione sono diversi a seconda dei territori e delle modalità di applicazione (sostegno alle aree in crisi, progetti di rilancio territoriale, contratti di sviluppo o incentivi alla brevettazione) e possono arrivare fino a un massimo del 90% tra misure a fondo perduto e agevolato.
Le agevolazioni finanziarie previste riguardano: gli investimenti (contributo a fondo perduto e mutuo agevolato); la gestione (contributo a fondo perduto); infine i servizi di assistenza tecnica e gestionale. Per accedere alle agevolazioni occorre presentare una domanda contenente il piano d'impresa che evidenzi la coerenza tra il profilo del soggetto promotore e l'iniziativa imprenditoriale, che descriva la validità tecnica, economica e finanziaria dell'iniziativa.

Allegati

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