Impresa e società: si deve fare di più

Nel medio-lungo periodo gli interessi della società e delle imprese tendono a convergere. Le imprese hanno l’opportunità di utilizzare le loro competenze per aiutare a risolvere i problemi complessi e a ridisegnare sistemi in cui operano.

Nel corso dei decenni passati uno dei temi più discussi sul capitalismo ha riguardato la definizione di che cosa sia realmente un’impresa e di quali siano i suoi reali obblighi nei confronti della società nel suo complesso e dei diversi portatori di interessi (clienti, azionisti, dipendenti, fornitori).

Gli obblighi sociali dell’impresa sono stati definiti secondo modalità diverse e a differente livello. Per alcune imprese – ad esempio quelle commerciali - l’attenzione è posta fin dall’inizio (e in misura crescente) sul servizio al cliente; per altre la focalizzazione è centrata solo gli azionisti. Negli ultimi trenta anni lo sviluppo di politiche e pratiche aziendali che aumentino la competitività dell’impresa migliorando nel contempo anche le condizioni economiche e sociali della comunità in cui si opera (shared value), l’inserimento e la misurazione dell’impatto sociale (double-bottom line) e ambientale (triple-bottom line) negli obiettivi aziendali ha ampliato la discussione sull’importanza di dover riconoscere una pluralità di portatori di interesse e sulla necessità dell’impresa di promuovere il valore sociale, ambientale e finanziario. Molte sono state le imprese leader che in questi anni hanno sviluppato percorsi di sviluppo sostenibili riconoscendosi all’interno di questa discussione.

Nell’attuale nuovo contesto economico-sociale tra le imprese si sta facendo largo una domanda che si può così sintetizzare: un’impresa si deve limitare a creare valore per sé e per la società o può (e deve) fare di più ? Si tratta di una domanda a cui non è facile dare una risposta univoca ma sulla quale è certamente possibile fare qualche considerazione.

La prima considerazione rimanda a quello che è il principale compito sociale di un’impresa, vale a dire assicurarsi che la sua attività crei valore non solo per gli azionisti, ma anche per gli altri portatori di interessi (clienti, dipendenti, fornitori, comunità e ambiente). Può sembrare un’affermazione ovvia, ma ancor oggi sono molte le imprese che affidano le loro decisioni quotidiane a valutazioni finanziarie di breve periodo.

In questi casi la creazione di valore per gli azionisti rimane, infatti, il reale fattore che guida l’iniziativa imprenditoriale: la creazione di valore per gli stakeholder rappresenta solo un by-product o un mezzo per raggiungere quel fine. Anche di fronte a sfide legate alla reputazione, le imprese spesso preferiscono iniziative sociali con progetti solo in parte collegati all’attività principale, piuttosto che rivedere le modalità con cui questa può aggiungere valore per la società. Ampliare una visione sociale significa, invece, assicurarsi che le attività del core business creino valore per un ampio numero di stakeholder: sto creando valore alla comunità locale, ad esempio, attraverso il mio contributo fiscale e/o l’impegno con le organizzazioni locali? In che modo, riducendo le esternalità negative dei diversi processi operativi, posso minimizzare l’”impronta ambientale” dell’impresa sul territorio in cui opero?

La seconda considerazione è che un’impresa in salute economica e performante non può limitarsi a creare valore per sé e per la società ma può e deve fare qualcosa di più. Il mondo sta affrontando cambiamenti sociali, ambientali, finanziari assai complessi e di dimensione senza precedenti. Nessun soggetto è in grado da solo di risolvere tali problemi in quanto le soluzioni dipendono dalla collaborazione di più soggetti che operano in diversi ambiti: questo sta sempre più spingendo governi e società civile a chiamare le imprese al tavolo del processo decisionale. D’altro canto la stessa globalizzazione e la tecnologia hanno fortemente accresciuto i livelli d’interdipendenza dei sistemi sociali, ambientali e finanziari: persino quelle che appaiono piccole azioni possono avere importanti conseguenze su altre molto lontane nello spazio e nel tempo. Senza contare il fatto che la globalizzazione e la tecnologia hanno accresciuto i livelli di trasparenza, e le azioni e le loro conseguenze sono molto più visibili a tutti.

Tutto questo aumenta non solo le opportunità ma anche le responsabilità sociali delle imprese, soprattutto di quelle leader. A queste ultime, per dimensione e/o competenze e asset particolari, si chiede sempre più di partecipare attivamente a un ridisegno dei sistemi in cui operano e a migliorare il loro network. Pensiamo ad esempio a quanto sta accadendo nell’ambito del sistema dei servizi logistici e di trasporto delle merci o nella definizione di nuovi standard per condividere lo scambio di immagini e di informazioni sui prodotti a livello di filiera (es. ecosistema E015 per Expo). Si tratta di una visione che evidenzia un maggior ruolo delle imprese nella società, in quanto riconosce che nel medio-lungo termine gli interessi degli stakeholder tendono a convergere con quelli di una più ampia comunità.

Imprese, comunità, individui, governi: siamo tutti interdipendenti.

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