Per la Giornata mondiale dell'acqua (22 marzo), Too Good To Go ha confrontato l'impronta idrica di alcuni piatti e prodotti fra i più amati al mondo

È sempre interessante studiare l'impronta idrica degli alimenti. È un problema che tocca tutti, compresi noi italiani che -vista l'abbondanza fluviale e torrentizia della nostra idrografia - ci credevamo sicuri e invece assistiamo a fenomeni mai visti nei secoli precedenti come il disseccamento dei grandi corsi d'acqua come il Po ridotto a un canale: la Giornata mondiale dell’acqua istituita dalle Nazioni Unite è un'occasione per riflettere su come e dove utilizziamo le nostre risorse idriche quotidianamente. Secondo il rapporto Fao Food wastage footprint la produzione di cibo a livello globale consuma intorno al 70% delle risorse mondiali di acqua dolce. Inoltre, l’enorme quantità di spreco alimentare globale rappresenta il 24% di tutta l'acqua utilizzata per l'agricoltura. Too Good To Go, B-Corp certificata e il più grande marketplace per le eccedenze alimentari, sottolinea l’impronta idrica degli alimenti che consumiamo quotidianamente, ossia la quantità d’acqua necessaria per produrli.

Contenere lo spreco di cibo comporta una proporzionale riduzione di consumo d'acqua. Per esempio, una singola mela richiede circa 125 litri d'acqua per crescere (fonte: Water Footprint) gettarla via significa sprecare con essa anche tutta l'acqua utilizzata per la sua produzione.

Affrontare la connessione acqua-cibo richiederà uno sforzo di collaborazione da parte dei governi, delle organizzazioni della società civile e del settore privato, oltre a investimenti importanti nella ricerca e nello sviluppo di sistemi idrici e alimentari sostenibili -commenta Mirco Cerisola, Country Director Too Good To Go per l’Italia-. La riduzione degli sprechi alimentari e la promozione del consumo sostenibile sono al centro della missione di Too Good To Go e siamo consapevoli dell'impatto significativo che lo spreco di cibo ha su diverse risorse. Salvando il cibo dallo spreco, la comunità di Too Good To Go contribuisce non solo a ridurre le emissioni di gas serra associate alla produzione di cibo, ma dà anche dare un contributo significativo alla conservazione delle risorse idriche”.

L’acqua nascosta nel cibo di tutti i giorni

Le impronte idriche variano a seconda del luogo di produzione e dei metodi utilizzati, ma danno un'indicazione delle notevoli quantità di acqua necessarie per la produzione di alimenti. Too Good To Go, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, ha scelto di evidenziare la quantità d’acqua necessaria per produrre alcuni degli alimenti consumati dagli italiani (fonte Water Footprint).

Pasta: l'impronta idrica media globale del grano è di 1.827 litri/kg, ovvero 913 litri per un pacchetto di 500 grammi. Circa l'80% di questa quantità è utilizzato per la coltivazione del grano. È una media globale, che varia a seconda dell’origine del grano. Per esempio, nel caso dell’Italia, la pasta prodotta con grano locale ha un'impronta idrica di 1.410 litri/kg.

Pizza: l'impronta idrica media globale di una pizza margherita (circa 725 grammi di prodotto) è di 1.260 litri d'acqua. La produzione della mozzarella è responsabile di circa il 50% dell'utilizzo totale di acqua, la farina di grano tenero del 44% e la passata di pomodoro di circa il 6%.

Insalata: l'impronta idrica media globale della lattuga è di 240 litri/kg.

Cioccolato: 1 kg di cioccolato richiede circa 17.000 litri di acqua, la maggior parte dei quali utilizzata per coltivare e lavorare i semi di cacao. Una tavoletta di circa 100 grammi richiede quindi 1 700 litri d’acqua.

Carne (manzo): per 1 kg di prodotto, i prodotti animali hanno generalmente un'impronta idrica maggiore rispetto ai prodotti vegetali. L'impronta idrica media globale della carne bovina è di 15.400 litri/kg.

Sprechi alimentari e risparmio risorse

Il recente traguardo di 200 milioni di pasti salvati da Too Good To Go dimostra come le aziende possano svolgere un ruolo vitale nell'affrontare i problemi più urgenti a livello mondiale e avere un impatto positivo sul pianeta. Lo spreco alimentare si ripercuote negativamente su risorse preziose, come l'acqua, il terreno e l'energia, ma aggrava anche le emissioni di CO2. Con il raggiungimento di questo traguardo, Too Good To Go ha contribuito a risparmiare l’equivalente di 500.000 tonnellate di CO2. Questa è la prova tangibile di come 134.000 partner commerciali attivi e 75 milioni di utenti registrati dell'app Too Good To Go in 17 Paesi abbiano contribuito a lasciare un impatto significativamente positivo sul pianeta.

In Italia i quasi 6 milioni di utenti dell'App Too Good To Go, insieme alle 24.168 aziende partner, hanno già risparmiato più di 12 milioni di pasti, oltre 5 milioni solo nel 2022.

Con il 40% di tutto il cibo che finisce sprecato, lo spreco alimentare ha un impatto enorme sull'ambiente. Dando la possibilità ai singoli consumatori e alle aziende di combatterlo insieme, la comunità di Too Good To Go sta percorrendo una strada più veloce per avere un impatto positivo sul rallentamento del riscaldamento globale, dato che lo spreco di cibo è responsabile del 10% di tutte le emissioni di gas serra a livello mondiale; in un mondo in cui 828 milioni di persone soffrono la fame ogni giorno e lo spreco alimentare è valutato in oltre 1,3 trilioni di dollari all'anno a livello globale. Ecco perché la riduzione ed eliminazione dello spreco alimentare è un impegno importante con impatti positivi su più livelli, tra cui l'ambiente, l'economia e la società.

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