Inalca mette al centro la circolarità produttiva

Clara Maffei e Giovanni Sorlini sono intervenuti alla 3° edizione del Meat Summit di Mark Up per illustrare la visione sostenibile dell'azienda

Clara Maffei, responsabile qualità Inalca, è intervenuta alla 3° edizione del Meat Summit, l’appuntamento di riferimento per la filiera della carne e dei salumi, per illustrare la visione di sostenibilità aziendale. Ribadita nei dettagli e nelle complessità strategiche da Giovanni Sorlini, Head of Quality, Safety and Sustainable Development Inalca

“Con l’istituzione del Bilancio di Sostenibilità sociale, ambientale ed economica che Inalca pubblica già da 7 anni, l’azienda intende comunicare ciò che fa –spiega Maffei. La comunicazione è fondamentale per un’azienda a carattere industriale come Inalca che si colloca a valle di agricoltura e zootecnia e porta i frutti dell’attività dei primi due comparti al consumatore.” Il Bilancio di Sostenibilità rappresenta per Inalca lo strumento per la gestione condivisa, trasparente ed inclusiva delle istanze dei propri stakeholders. La visione aziendale dello sviluppo soostenibile è costituita dal complesso delle conoscenze, attività e processi aziendali che hanno come fine essenziale l’analisi, il controllo e le correlazioni degli impatti economici, ambientali e sociali che si sviluppano nella supply chain. L’impegno di Inalca si basa sulla individuazione degli interventi operativi atti alla riduzione di tali impatti ed al loro progressivo allineamento con le aspettative degli stakeholders. “Inalca fa parte di tavole di lavoro a livello europeo e globale con la mission di interloquire con esse e di allinearsi a ciò che avviene a livello globale. La volontà è di comunicare eliminando le fake news e raccontando le buone prassi. Il piano di sostenibilità aziendale nelle diverse declinazioni - sociale, ambientale ed economica- contempla la circolarità delle attività dell’industria. Si parla quindi di valorizzazione della produzione energetica, biogas, ma anche di valorizzazione di prodotti sottovalutati grazie a moderni impianti di recupero di alcune tipologie di scarti. Oltre ad ottimizzare i sistemi di recupero, il cuore della lotta allo spreco consiste nel collocare nella filiera alimentare la percentuale più alta possibile di prodotti. Alcune parti come le ossa ed alcuni tessuti molli –conclude Maffei- pur idonei a processi di recupero nel settore alimentare dal punto di vista sanitario, vengono declassati in altri circuiti come quello del pet food o di prodotti tecnici per carenza di tecnologie dedicate. È quindi necessario sviluppare impianti prototipali di trasformazione, soprattutto di tipo biotecnologico per ottenere nuovi prodotti alimentari in un’ottica di economia circolare.”

Vale la pena ricordare a tale proposito che l’azienda ha recentemente siglato una partnership con Hera finalizzata alla costituzione di una NewCo, per la trasformazione di rifiuti organici e reflui agroalimentari in metano 100% rinnovabile e compost, grazie a un impianto dotato delle migliori tecnologie, in linea con gli orientamenti dell’economia circolare. L’impianto per la produzione di biometano entrerà in funzione entro il 2022. Il gas naturale sarà ottenuto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata del Gruppo Hera e dagli scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria agroalimentare, tra cui il processo produttivo delle carni di Inalca. La produzione attesa, a regime, è di 3,7 milioni di metri cubi di biometano all’anno, che verranno immessi nella rete gas e restituiti al territorio per l’utilizzo in autotrazione. Importanti i benefici ambientali che ne deriveranno: ogni anno verrà risparmiato l’uso di combustibile fossile per circa 3.000 TEP (tonnellate di petrolio equivalente) e saranno evitate emissioni di CO2 in atmosfera per circa 7.000 tonnellate. L’operazione consentirà, inoltre, il recupero di materia, oltre a quello energetico. Lo scarto in uscita dal processo di digestione anaerobica, denominato tecnicamente digestato solido, anziché essere smaltito verrà infatti ulteriormente recuperato, grazie al conferimento nell’impianto di compostaggio di Nonantola (MO), per arrivare a produrre ogni anno circa 18.000 tonnellate di compost utilizzabile come biofertilizzante in agricoltura. La NewCo, quindi, consentirà di realizzare interventi concreti per l’economia circolare sul territorio in linea con gli orientamenti del recente PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che promuove e sostiene la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biocarburanti.

 

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