Inalca: l’italianità al centro

Come si fa a crescere all'interno di un mercato ancora in difficoltà? Lo abbiamo chiesto a Luigi Scordamaglia, Ad di Inalca (da Mark Up n. 263)

Per quanto riguarda il mercato interno, intendiamo porci sempre più come campioni della produzione nazionale, come aggregatori della filiera delle carni bovine, realizzando partnership sia con il mondo degli allevatori che con quello delle organizzazioni” è la spiegazione di Luigi Scordamaglia, Ad di Inalca. “Un obiettivo che abbiamo in parte già realizzato; siamo riusciti cioè a potenziare l’italianità delle nostre filiere in primo luogo attraverso l’acquisizione di Unipeg, dato che, naturalmente, dietro Unipeg c’è tutta una rete di allevatori locali, preziosissima per il nostro business. Questo focus sul Made in Italy, perfettamente in linea con le aspettative del cliente finale, significa non solo allevamento del bestiame in Italia, ma sempre di più anche nascita di questi animali in Italia. In quest’ottica, grazie all’accordo di lungo termine stretto con vari enti, apartire da Coldiretti, possiamo utilizzare vaste aree del Paese (Sicilia, Sardegna, Calabria) per il rilancio della produzione zootecnica e bovina, intesa proprio come produzione di vitelli. Il tutto, naturalmente, investendo in maneria importante sul benessere degli allevamenti.
In che termini?
Penso a sistemi non solo di implementazione, ma anche di misurazione oggettiva del benessere animale, e di utilizzo responsabile del farmaco, in particolare degli antibiotici. Per un’azione integrata, che prevede il coinvolgimento di tutta la filiera. Per esempio, andiamo a spiegare al nostro allevatore come ottenere un enorme valore aggiunto proprio grazie al focus sul benessere degli animali. Perchè quella che nasce come sostenibilità etica, finisce con l’essere sostenibilità economica, dato che se l’animale sta bene, cresce di più, consentendo di produrre carne di qualità ancor maggiore. Così da permetterci poi di essere sul mercato con una proposta di prodotti carnei sempre più articolata, ed in grado di rispondere con efficacia alle numerose richieste della distribuzione di portare innovazione alla categoria.
Ci spiega meglio?
Parliamo di prodotti di alto livello qualitativo, ma che siano al contempo versatili, facili e veloci da preparare, in cui insomma la componente di servizio è molto importante. In questo senso, un esempio singnificativo sono le costine Bbq Montana Gourmet, un pack in sottovuoto da 500 g di costine con salsa barbecue subito pronte in microonde. E non dimentichiamo, naturalmente, l’attenzione all’aspetto salutistico.
E sui mercati internazionali?
Su questo fronte, l’obiettivo è di essere sempre più distributore in giro per il mondo delle eccellenze agroalimentari italiane, di piccole e medie imprese italiane, non necessariamente legate al settore della carne. Si tratta di aziende cui offriamo l’opportunità di veicolare i propri prodotti tramite le nostre piattaforme distributive, che abbiamo in oltre 50 Paesi.

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