A più di un mese dall’avvio delle misure di lockdown imposte dal Governo per contenere l’epidemia di Covid-19, anche il settore degli integratori alimentari, riconosciuto come essenziale dai provvedimenti che in questa fase hanno regolamentato la prosecuzione di alcune attività produttive, registra un impatto negativo. Una recente indagine dell’associazione di categoria FederSalus ha fatto il punto sulla situazione che stanno vivendo le aziende associate.
L’emergenza sanitaria ha conseguenze su quasi tutte le imprese rispondenti, generando ritardi nella produzione e nella consegna dei prodotti per oltre 3 società su 4, e rallentamenti nella domanda/fatturato che interessano quasi il 60% del totale. In particolare, le aziende a marchio soffrono il blocco della circolazione delle proprie reti di vendita e informazione medica.
L’impatto negativo sul fatturato riguarda in media il 59% delle aziende, mentre 1/3 rileva un effetto positivo. La crisi sembra avere conseguenze nulle o positive sul fatturato del 60% delle aziende di materie prime e del 50% degli operatori di medie e grandi dimensioni, mentre impatta negativamente sul 62% delle aziende a marchio e di piccole o piccolissime dimensioni.
Il 20% degli operatori evidenzia problemi di liquidità; il 22% del panel ha già fatto ricorso attivo alla cassa integrazione.
Circa il 34% del campione dichiara ordini inevasi in media del 21%. Tra le altre criticità, il 26% dei rispondenti evidenzia anche un aumento del tasso di assenteismo per vari motivi (ferie/malattia).
Per il futuro c’è preoccupazione, pure rispetto alla ripresa dei rapporti internazionali e per l’impatto della crisi globale sull’export: “Abbiamo incontrato la direzione generale per la promozione del Sistema Paese del Maeci e Ice Agenzia – segnala Marco Fiorani, presidente FederSalus –. La finalità è rimodulare il piano di interventi a supporto dell’internazionalizzazione in uno scenario a mobilità ridotta e proporre di lavorare congiuntamente a piattaforme digitali che consentano di gestire efficacemente la promozione dell’offerta italiana all’estero sia a livello di singola impresa che collettivo, e intese internazionali per semplificare le procedure degli scambi commerciali”.