Italiani e spesa: tornano i piatti pronti, ma “free from” e “made in Italy”

Freschi o surgelati, i piatti pronti guadagnano quota nel carrello dei consumatori e meno ingredienti hanno più sono preferiti. I risultati dell’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy

Naturalità che sposa la praticità. Questo il mantra che guida gli italiani nella scelta dei prodotti tra scaffali e corsie. Un trend che riporta nel carrello della spesa i piatti pronti, nuovamente in crescita dopo stagioni non esaltanti.

A rilevarlo è la quarta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy, che ha analizzato le informazioni riportate sul packaging di 60.930 prodotti alimentari di largo consumo commercializzati in Italia negli ipermercati e nei supermercati, nonché digitalizzati dal servizio Immagino di Gs1 Italy.

Sì quindi a prodotti che semplificano la vita, riducendo il tempo ai fornelli soprattutto nei giorni feriali. L'altra condizione, però, è che si tratti di prodotti salutari. All'interno della categoria, infatti, proprio la famiglia dei piatti pronti “free from”, in particolare dei primi piatti, ha il peso maggiore (51,6%) e incrementa le vendite, nell'anno finito a giugno 2018, del +6,6% rispetto ai 12 mesi precedenti, con punte di +30% per le zuppe fresche.

Per gli italiani, insomma, nel meno ci sta il più (valore). Oltre alle indicazioni salutistiche, che sono il fattore più potente che spinge i consumatori verso i piatti pronti, anche l'italianità (della materia prima e della ricetta), con il suo bagaglio di rassicurazione e di “vicinanza” alla quotidianità della cucina, è un elemento fondamentale. L’Osservatorio Immagino evidenzia che i prodotti che riportano in etichetta elementi grafici come il tricolore o la dicitura “prodotto in Italia” o “100% italiano” realizzano il 42,9% delle vendite totali della categoria, oltretutto con trend di crescita estremamente dinamici (+17% nell’anno mobile).

Tra le indicazioni in etichetta più usate nei piatti pronti quella “senza conservanti” è presente nel 34,4% dei prodotti (+8,2% di crescita annua), seguita da “pochi grassi” (28,9% di quota e +6,9% di crescita annua) e “senza additivi” (22% di quota e +23,3% di crescita annua). Anche la dicitura “adatto a una dieta vegana/vegetariana” è un elemento sempre più presente sul packaging dei piatti pronti, in particolare sulle zuppe fresche (il claim genera la metà delle vendite della categoria), così come si consolida l'incidenza del biologico (8% delle vendite).

Per scaricare il quarto numero dell’Osservatorio Immagino: osservatorioimmagino.it

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