A tre settimane dalla riapertura completa dei suoi ristoranti in Italia, Kfc registra un andamento positivo delle vendite: l'Ad Corrado Cagnola spiega le principali misure di sicurezza adottate

Kfc (Kentucky Fried Chicken) ha riattivato tutti i servizi, incluso il consumo all'interno del locale (dine-in), in tutti i ristoranti, in 12 regioni in Italia, con standard di sicurezza rafforzati secondo le indicazioni delle autorità nazionali e regionali. Gestione dei flussi dei clienti in entrata/uscita e organizzazione dei tavoli e delle sedute per garantire le distanze previste; ordini e pagamenti contactless; sanificazione dei tavoli a ogni utilizzo e di tutte le superfici in sala ogni 30 minuti; guanti e soluzioni igienizzanti a disposizione dei clienti: queste alcune delle misure previste per mettere in sicurezza l'esperienza del consumo.  

Per quanto riguarda le misure adottate sul versante dell'organizzazione del lavoro, sono previsti turni pianificati (in modo da scaglionare l’arrivo dei dipendenti nel ristorante), l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale, il lavaggio delle mani, il cambio dei guanti ogni 30 minuti, e la sanificazione due volte al giorno di tutte le superfici e dei punti di contatto all’interno delle cucine.

Corrado Cagnola, ad di Kfc Italy

"Siamo stati reattivi fin dall’inizio della situazione legata al Covid19 e pronti a recepire le indicazioni delle autorità competenti attivando i canali disponibili come la consegna, l'asporto sia tradizionale sia in auto (drive thru) non appena è stato consentito, con tutte le misure di sicurezza necessarie per i dipendenti e i clienti - commenta Corrado Cagnola, Ad di Kfc Italia–. Abbiamo definito in due settimane accordi quadro con i principali protagonisti della consegna, accelerando processi che di solito richiedono molto più tempo, per essere presenti nel modo più capillare attraverso questo servizio, che da solo, durante il confinamento, ci ha permesso di arrivare al 60% delle vendite pre-Covid, senza fermare mai completamente la nostra attività. A tre settimane dalla riapertura completa dei ristoranti del brand in Italia, registriamo un andamento positivo delle vendite". 

Donazioni e collaborazioni

Nella prima fase dell'emergenza determinata dalla pandemia, Kfc Italia è stata a fianco di chi lavorava in prima linea per fronteggiare la crisi sanitaria e le sue conseguenze, attraverso donazioni di pollo fritto al personale sanitario degli ospedali Luigi Sacco di Milano, Humanitas di Rozzano e San Gerardo di Monza, offerte dal team del ristorante Kfc di Milano Bicocca, gestito in franchising da 5Roosters srl.

Ricordiamo anche la donazione, attraverso Yum! Foundation, di 50.000 dollari alla Rete Banco Alimentare, al centro di una filiera impegnata quotidianamente nella consegna di prodotti alimentari a persone bisognose in molti comuni italiani.

"Il nostro obiettivo prioritario è stato quello di tutelare le persone, sul fronte della sicurezza e dell’occupazione –conclude Corrado Cagnola– e con i nostri franchisee abbiamo anche cercato di dare un contributo, per quanto possibile, alle comunità dei territori in cui operiamo. Ora stiamo lavorando per riprendere a far crescere un sistema che dà lavoro in Italia a oltre 1.000 persone e che grazie alla sua solidità ci consente di affrontare con fiducia un piano di sviluppo che riparte con energia e prevede aperture di nuovi ristoranti già nelle prossime settimane".

Su tutto il territorio nazionale sta ripartendo anche l’attività legata al progetto Harvest di Kfc, l’unica azienda nel settore fast food a raccogliere e donare le proprie eccedenze alimentari attraverso la Rete Banco Alimentare e le sue sedi sul territorio: il progetto coinvolge 14 ristoranti e altrettante organizzazioni che aiutano le persone in difficoltà, e ha donato, dal 2017, 25.000 pasti per un totale di 200.000 pezzi di pollo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome