La crisi spinge l’innovazione: le priorità delle imprese per il 2021

Il 68% delle aziende in Italia investirà in sostenibilità, ma anche la digitalizzazione è centrale. Gli investimenti nel dettaglio dall'Osservatorio Ipsos

I tempi della crisi dovuta alla pandemia secondo le imprese italiane si allungano, con il 56% che sostiene ci vorranno dai 18 mesi ai 2 anni. Ciò nonostante, 2 aziende su 3 vedono nel futuro più opportunità che rischi e, rispetto al 2020, non solo la gestione della cassa genera minore ansia, ma si risponde alla situazione con investimenti in innovazione su più fronti.

Questo il quadro sintetico che emerge dal secondo Osservatorio dedicato a imprese e Covid. L’attività d'indagine è stata condotta tra febbraio e marzo da Ipsos in collaborazione con partner chiave nei diversi settori: Adecco, Intesa San Paolo, Università Bicocca e Comitato Leonardo, ad Mirabilia.

Trend in miglioramento, anche se contenuto (rispettivamente +0,3 e +0,4 punti) per la salute delle piccole e medie imprese, mentre restano in forte difficoltà le microimprese. Ma cosa vuol dire stare meglio? Come spiega Andrea Alemanno, senior client officer di Ipsos, significa che rispetto a 6 mesi fa l’attenzione ai costi, pur rimanendo al primo posto nelle dichiarazioni degli intervistati, scende di ben 10 punti (pari al 48% degli intervistati) e la percentuale di aziende che si aspettano una crisi diffusa e gravi difficoltà si riduce di ben il 12% (pari al 26% degli intervistati):

“Le aziende tutto sommato stanno bene perché la loro capacità di cogliere opportunità di sostegno finanziario fa sì che non siano insoddisfatte delle risorse che hanno in cassa, anzi la maggior parte è soddisfatta (61% degli intervistati) e soprattutto il numero di quelle totalmente insoddisfatte rispetto ai 6 mesi precedenti si dimezza.”

In questo contesto sembra rafforzarsi significativamente la consapevolezza delle aziende sulla necessità di imprimere un forte cambiamento al proprio modello di business. La voglia di investire in tecnologia e digitalizzazione cresce +21% (pari al 41% degli intervistati) e sono tre, in particolare, gli asset dell'innovazione su cui si punta:

1. Prodotti innovativi: +11% (pari al 52% degli intervistati) rispetto al 2020 le aziende che dichiarano di voler investire nel lancio di prodotti totalmente nuovi perché il mondo è cambiato. Prodotti basati sulle nuove dotazioni tecnologiche e rispondenti alla nuova realtà.

2. Apertura crescente all’eCommerce: aumenta il numero di aziende che si stanno attrezzando per la vendita online e soprattutto passa dal 28% al 36% il numero delle quelle che non ricorrono ai marketplace ma che sviluppano l’eCommerce sul proprio sito o attraverso canali controllati dall’azienda stessa.

3. Tensione alla sostenibilità: il 68% delle aziende intervistate dichiara di investire in sostenibilità, con aumento del +7% rispetto al 2020.

Nel dettaglio, le priorità per gli investimenti sono:

• Incremento produttività (58% degli intervistati)
• Digitalizzazione (53% degli intervistati)
• Ricerca e innovazione di prodotto (40% degli intervistati)
• Formazione personale (40% degli intervistati)
• Pubblicità, marketing e comunicazione (33% degli intervistati)
• Sostenibilità ed economia circolare (29% degli intervistati)

Tra le modalità scelte per l'innovazione si guarda a:

• Conoscenza: rinforzo competenze interne 53% - aumento di ricerche di mercato 38% collaborazione con enti esterni all’azienda 37%
• Espansione verso paesi esteri ad oggi marginali o assenti 23% e/o ampliamento in settori ad oggi marginali o assenti 23%
• Sperimentazione: co-creazione con i clienti 22%, acquisizione di aziende innovative 18% startup, acquisto di licenze e brevetti che ci interessano 13%. (Praticato da poche aziende pionieristiche)

Guardando con uno speciale focus ai temi della comunicazione e della relazione con il cliente, emergono altresì tendenze comuni, da un lato personal branding ed employer branding, dall'altro un nuovo approccio alla relazione con il consumatore. Nello specifico:

• Il 32% ha già intrapreso attività specifiche di personal branding rivolte ai manager
• il 15% ha iniziato attività specifiche in maniera strutturata
• il 17% ha iniziato recentemente/ ancora agli inizi
• il 13% sta pensando di iniziare un percorso di personal branding

E si punterà su:

• Estrema targhettizzazione e personalizzazione dell’offerta (43% degli intervistati)
• Crescente attenzione a qualità (26% degli intervistati) e servizi (29% degli intervistati), ma anche alla loyalty e alla fidelizzazione post vendita (28% degli intervistati).

Nota metodologica: in linea con il Primo Osservatorio (marzo 2020 ottobre 2020), anche per questa seconda indagine sono state coinvolte oltre 400 aziende, tutte con oltre 10 addetti. Realtà piccole medie e grandi (ad esclusione solo della micro-imprenditorialità), selezionate in modo da rappresentare un mix completo dei diversi settori: industria, agricoltura, terziario, commercio, pubblica amministrazione. Molteplici le figure aziendali sondate - dai vertici apicali (Ceo e managing director) ai responsabili di divisione (H&R, R&D e comunicazione).

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